La camera di consiglio del Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Seconda) ha dichiarato definitivamente inammissibile il ricorso presentato dal Comitato No Biometano a Govone per l’annullamento della determinazione della Provincia di Cuneo del 21/12/2023, che autorizzava la costruzione dell’impianto di produzione di biometano nel territorio del Comune di Govone, in frazione Canove.
In pratica la società Govone Biometano Srl potrà proseguire i lavori, peraltro già iniziati nel mese di settembre e il tentativo di fermarli per il momento pare vanificato.
Nel mese di ottobre era stato organizzato un ultimo incontro pubblico, con la presenza dei rappresentanti della giunta comunale e di numerosi cittadini, preoccupati per le conseguenze di un impianto impattante e molto vicino al piccolo centro abitato della frazione. Il 29 ottobre si era poi tenuta l’udienza davanti ai giudici della seconda sezione del Tar Piemonte, che avevano poi 45 giorni di tempo per comunicare la decisione resa nota oggi, venerdì 27 dicembre.
Ora la sentenza è arrivata e si attendono a breve sia i commenti del Comitato No Biometano a Govone, sia la posizione dell’amministrazione comunale.
Tra le motivazioni inserite nel documento di 14 pagine reso pubblico dal TAR Piemonte, la principale sembra riguardare il "difetto di legittimazione e di interesse" del Comitato, così come evidenziato dai soggetti resistenti al ricorso: “L’accertamento dei presupposti individuati dalla giurisprudenza – si legge nel documento – è finalizzato all’esclusione della legittimazione ad agire in giudizio per le cosiddette associazioni di comodo, organizzazioni sociali meramente occasionali, prive del carattere della stabilità e della rappresentatività degli interessi di cui si affermano portatrici” concludendo che “le eccezioni (dei resistenti, ndr) sono fondate e il ricorso, per i motivi di seguito esposti, deve essere dichiarato inammissibile”.
La delicata questione, che nell’estate del 2023 portò alle dimissioni dell’allora sindaco Elio Sorba e al commissariamento del Comune roerino fino al maggio 2024, sembra avviarsi verso una conclusione sicuramente difficile da accettare per gli abitanti della frazione situata in prossimità dell’impianto, non del tutto rassicurati sulla sua sicurezza, sul suo impatto in termini di emissioni in atmosfera e su altri possibili problemi legati a trasporti e infrastrutture.