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Attualità | 26 dicembre 2024, 10:20

Bitumificio a Bene Vagienna, "L'altra Bene": "Ridicolo sostenere che la pizza bruciata sia cancerogena come le sostanze impiegate nella lavorazione"

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota del gruppo consigliare, che commenta il dibattito occorso in Consiglio comunale sul progetto

Bitumificio a Bene Vagienna, "L'altra Bene": "Ridicolo sostenere che la pizza bruciata sia cancerogena come le sostanze impiegate nella lavorazione"

Per rispondere alle interrogazioni della minoranza nel Consiglio comunale del 20 dicembre al sindaco di Bene non sono bastati l’autointervista sulla “Stampa” del 17 né la mezza pagina di “chiarimenti” della ditta Itinera sul bitumificio che intende realizzare in località Buretto né la telegrafica consulenza urbanistico-edilizia richiesta dall’Ufficio tecnico a uno studio legale torinese.

Le questioni sollevate dalla lista “L’altra Bene” riguardavano: 1) il giudizio negativo della Corte dei conti sulla fideiussione per 4 milioni prestata dal comune all’Agea (Ministero dell’agricoltura) a favore del Consorzio irriguo Bealera Maestra per il 1° lotto di lavori di intubazione, 2) la richiesta di un impianto fotovoltaico di ben 1400 kWh in località Buretto da parte della società Cascina Pessina, 3) il progetto del bitumificio e soprattutto i comportamenti del sindaco con l’opera di persuasione dei tecnici della società, mentre la partecipazione della minoranza all’incontro con i cittadini di Buretto è stata impedita. 

Così in apertura il sindaco Ambrogio ha fatto intervenire l’ex segretario comunale Vito Burgio e il chimico Paolo Renaudi, libero professionista, “responsabile aziendale settori ambiente - sicurezza”, reclutati come consulenti non si sa quando e a quale costo. Burgio ha affermato che la fideiussione era indispensabile per non perdere il finanziamento e che le norme europee permettono di sottoscriverla solo a un ente pubblico. Il fatto è che il primo lotto interessa il territorio di Castelletto: questo comune non è stato impegnato nella garanzia come nessuno degli altri 20 coinvolti nel progetto. Tutti assieme avrebbero presentato una mole di bilancio ben più solida e non sarebbero incorsi nella reprimenda della Corte dei conti, peraltro tenuta nascosta per oltre tre mesi.

Il sindaco ha definito la richiesta di fideiussione un’anomalia, anzi un errore del Ministero, tanto che per il finanziamento del 2°, 3° e 4° lotto basato su fondi PNRR non è stata rinnovata. A parte la diversità dei fondi, è bene ricordare che l’appalto del 1° lotto è stato aggiudicato (16 giugno 2020) a un’azienda con 39 addetti, per lo più amministrativi, e un capitale sociale di soli 100.000 euro, la quale svolge il ruolo di general contractor, ricorre cioè a vari altri operatori. A richiedere un anticipo di fondi pari a 4 milioni è stata la ditta appaltatrice stessa anziché procedere con gli stati di avanzamento lavori. La gara è stata vinta grazie a un ribasso d’asta che è stato divorato dalle revisioni, anzi con l’aumento dei costi dell’energia e dei materiali si è andati oltre. I lavori dovevano terminare entro 457 giorni. Forse il 1° lotto finirà a metà 2025. Per quelli finanziati con il PNRR la scadenza d’obbligo è dietro l’angolo, il 2026. 

La ditta che ha vinto l’appalto ha un capitale sociale molto più alto della prima e non ha chiesto alcun anticipo: per questo non c’è stato bisogno di fideiussione. Per completare l’opera ci vorranno ancora tre altri corposi lotti e altrettante centraline idroelettriche, che non si sa chi potrà realizzare. Poi gli agricoltori dovranno dotarsi dell’attrezzatura idonea per distribuire l’acqua a pioggia che arriverà sotto pressione fortissima e imparare a usarla. Non sarà facile, vista la parcellizzazione e l’intersezione delle proprietà.

Quanto al bitumificio, il sindaco per giustificare la cacciata della consigliera Adriana Costamagna dal municipio, dove era indetta una pubblica riunione, è ricorso a giustificazioni puerili. Non ha risposto sulla palinatura dell’area con invasione della fascia di rispetto della strada provinciale 206 né sul ritardo della Comunicazione di inizio lavori (CILA), arrivata in municipio solo il 10 ottobre, mentre le operazioni erano partite il 27 settembre. Neppure ha spiegato come dal semplice deposito di asfalto fresato presente nella variante al Piano regolatore di febbraio e approvato con i soli voti della maggioranza si sia passati a un impianto di riciclaggio e produzione di asfalto. 

Il dott. Renaudi, già cicerone nella visita al bitumificio Itinera di Quincinetto, organizzata in un giorno di prechiusura, cioè di lavorazioni a ritmo ridotto, ma non così tranquillizzante per tutti i visitatori, ha sostenuto che la voragine aperta dalle ruspe a Buretto con la adiacente piramide di terra non deve far pensare alle fondazioni di un edificio enorme, ma a semplici scavi geognostici e ha spiegato, dando per scontato che l’impianto sarà autorizzato, che esiste la tecnologia per controllare ogni forma di inquinamento. Quella del terreno rimane sepolta e può essere verificata in qualsiasi momento: peccato che solo un’autorità giudiziaria possa far aprire i cancelli di una proprietà privata! Quella delle falde acquifere o dei canali irrigui, facendo dei prelievi appena fuori della recinzione: Itinera però ha scritto che dallo stabilimento non uscirà una goccia d’acqua neppure piovana. Per abbattere i rumori esistono i pannelli fonoassorbenti. Agli odori e ai fumi si può mettere argine piantando degli alberi con funzioni di filtro: ma di piante ce n’erano già parecchie, ben cresciute e radicate. Sono state abbattute per rendere fattibili “i rilievi geognostici”.

A esplicita domanda non ha precisato la natura dei composti dell’asfalto riciclato o nuovo. Ha ammesso che gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) sono cancerogeni, ma, con sprezzo del ridicolo, ha dichiarato che anche la pizza o il pane bruciacchiati lo sono! Conoscere la natura delle sostanze è fondamentale, per poter sistemare i sensori giusti per misurare la fuoriuscita di gas o polveri sottili. Itinera ha anche scritto che l’impianto sarà alimentato a metano, definito energia rinnovabile. Non è da escludere che le venga concesso il fotovoltaico negato a Cascina Pessina nella Conferenza dei servizi tenuta il 27 settembre con delibera di Giunta del 28 novembre, con cui si approva il Parere urbanistico del 3 dicembre che fornisce le motivazioni del diniego, tutte legate al Piano regolatore. Per la Conferenza dei servizi il sindaco online aveva incece sostenuto che “essendo l’impianto superiore a 1,4MW non può essere inserito nella Comunità Energetica costituita dal Sindaco di Bene Vagienna, e pertanto non ci sarebbe nessuna ricaduta sul nostro Comune”: dunque una motivazione fra il personale e il politico.

“L’altra Bene” ha chiesto la riconferma e attualizzazione (se l’ordine logico e cronologico ha un senso) di quel parere e l’impegno di chiedere la Conferenza dei servizi anche per il bitumificio, appena arriverà una richiesta. Ci è stato risposto di sì. La promessa verrà mantenuta?

comunicato stampa

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