Attualità - 26 dicembre 2024, 09:10

Santo Stefano: chi era e perché festeggiamo il 26 dicembre

Storia e tradizioni che si accompagnano al primo martire della cristianità

Santo Stefano, dipinto a tempera e oro su tavola di Giotto (Museo Horne, a Firenze)

Dopo Natale in calendario c’è Santo Stefano, questo lo sanno tutti. Ma forse non tutti sanno perché questa ricorrenza cade proprio il 26 dicembre, subito dopo Natale. E perché in Italia è un giorno festivo. Ecco qualche curiosità.

Chi è Santo Stefano
Stefano (morto a Gerusalemme nel 36 d.C.) è stato il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana, perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede. Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Saulo di Tarso che in seguito si convertì lungo la via di Damasco e diventerà San Paolo. Il martirio viene raccontato così negli Atti degli Apostoli: Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato». Detto questo, morì.

Perché si festeggia il 26 dicembre
La celebrazione liturgica di Santo Stefano è fissata per il 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti la nascita di Gesù, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio. La Chiesa ha infatti deciso di far seguire alla festa per la venuta del Cristo, quella dei cosiddetti suoi “compagni”, cioè coloro che lo hanno seguito da vicino, sia nella vita che nella morte. Così il 26 dicembre c’è Santo Stefano primo martire della cristianità, il 27 San Giovanni Evangelista, poi il 28 i Santi Innocenti, in ricordo dei bambini vittime della strage ordinata da Erode nel tentativo di uccidere il neonato Gesù.

Perché in Italia è un giorno festivo
Stefano viene ricordato dalla Chiesa cattolica per essere stato in grado di perdonare i suoi aguzzini, porgendo loro l’altra guancia e ricordando quindi il martirio di Cristo. Per lo Stato italiano è diventato festivo nel 1947, non su richiesta della Chiesa, ma principalmente per motivi di praticità: l'obiettivo era prolungare la festività natalizia in maniera che ci fossero due giorni consecutivi, così come è stato fatto per il Lunedì dell'Angelo, cioè la Pasquetta.

Dove è festeggiato e di chi è patrono
Il giorno di Santo Stefano è festeggiato pure in Austria, Città del Vaticano, Germania, Irlanda, Danimarca, Catalogna, San Marino, Svizzera italiana, Serbia, Montenegro (ne è il patrono), Croazia e Romania. Protegge diaconi, fornai, mal di testa. Il suo emblema sono palma e pietre.

Come si festeggia Santo Stefano in Italia
La cristianità ha dato molta importanza al culto del protomartire, in Italia esistono 14 Comuni che ne portano il nome e sono numerose le Chiese, Basiliche e Cappelle tributate in suo onore, solo a Roma se ne contavano una trentina tra le quali la più celebre è quella di Santo Stefano Rotondo al Celio, costruita nel V secolo da papa Simplicio. Nelle raffigurazioni artistiche indossa la veste liturgica dei diaconi (la dalmatica) e il suo attributo sono le pietre della lapidazione. Un esempio importante è il ritratto di Giotto, uno dei più raffinati dipinti su tavola superstiti risalente al periodo tra il 1330 e il 1335. Santo Stefano appare nella sua preziosa dalmatica mentre regge un libro ben rilegato con una mano lunga, snella, geometrica e sul suo capo sono poste le due pietre che lo hanno ucciso di cui pare non avvertire alcun peso dolore.

Le tradizioni in Italia
Una delle tradizioni più note legata al 26 dicembre è quella della Festa delle propaggini, a Putignano, in Puglia, che dà inizio al “Carnevale più lungo del mondo”. Nel corso delle celebrazioni, nella piazza centrale del paesino coinvolto, viene allestito un palco dove si esibiscono diversi artisti di strada. Si tratta di una festa le cui origini risalgono al lontano 1394, anno in cui, secondo i racconti, le reliquie di Santo Stefano conservate nell’Abbazia di Monopoli vennero portate a Putignano, dove ancora oggi sono conservate, nella chiesa di Santa Maria La Greca.

E nel mondo
Un’altra tradizione curiosa è quella dell’Irlanda, dove il giorno di Santo Stefano viene ricordato come “festa dello scricciolo”. Secondo una delle versioni della leggenda, Santo Stefano sarebbe infatti stato catturato a causa del canto di uno scricciolo. Nel cosiddetto “wren day” gli irlandesi, in tempi antichi, mettevano quindi in scena una sorta di “vendetta” nei suoi confronti, andando a caccia e poi sfilando con le prede in bella mostra. Oggi si tratta di un momento di gioia: le persone vanno di casa in casa cantando canzoni, ballando e portando con loro le immagini di uno scricciolo.

Boxing day
Nei paesi anglosassoni non è il giorno di Santo Stefano, ma il boxing day. L’origine della giornata viene dalla tradizione di regalare qualcosa ai poveri. Il nome verrebbe dalle cassette per le elemosine fuori dalle chiese, non alle scatole dei doni lasciate fuori dalle porte nel giorno che segue il Natale. Se il 26 dicembre è domenica si sposta al giorno successivo e sempre più spesso è associato all’inizio dei saldi. La vecchia Inghilterra aveva questa giornata come quella privilegiata per la caccia alla volpe.

Silvia Gullino