La primavera è risveglio con Prima d’Oc. L’estate ha la forza di far danzare la vita. L’autunno è il tempo dei racconti e degli incontri attorno a Uvernada. E poi? E poi c’è Occit’Amo d’inverno: un momentoper stringersi forte, per esserci. Ancora una volta. La comunità di Occit’Amo Festival è un insieme di persone che si sentono parte di un modo di intendere la cultura e la musica, un’attitudine che non è occupare uno spazio di tempo libero, è un modo di vivere.
E così, come già l’anno scorso in una prima edizione “zero”, Occit’amo regala al suo pubblico un’occasione di condivisione anche a Natale per la quale va, ancora una volta, un grande grazie alla “grande famiglia” della Grande Orchestra Occitana e al suo instancabile faro, Sergio Berardo. Il 24 dicembre è una notte di attesa, di preghiera per chi crede, di presenza. Può essere un momento di partecipazione collettiva.
Martedì 24 dicembre si terrà la "Novè Occitan", la grande fiaccolata occitana invernale. Si parte alle 21 da borgata Chiappi con arrivo al santuario di San Magno alle 21.30 pere la S. Messa: suoneranno i musicisti della Goo- Grande Orchestra Occitana. Magnolocanda e Maramàn saranno aperti per servizio bar e ristorante.
Il Festival Occit’Amo sarà in Val Grana, nella stessa valle che ogni Ferragosto si popola per il grande concerto dei Lou Dalfin. Una fiaccolata, gli strumenti tradizionali che risuonano, il desiderio di camminare insieme verso il Santuario di Castelmagno, la bellezza di ritrovarsi ancora insieme, e danzare, e cantare, aspettando la messa di Natale. È una luce che squarcia il buio, un momento suggestivo perché autentico, in cui sentirsi a casa grazie a melodie che hanno radici solide e lontane, che sono state in grado di attraversare confini e incontrare genti e popoli lontani. Non c’è messaggio più bello, in un tempo di conflitti ed equilibri fragili, di quello di una ghironda in una notte d’inverno.