Dopo 11 anni di lavori, uno scandalo con materiale sottratto e una tempesta che si è messa di mezzo spazzando via cantiere e speranze, il Tunnel del Tenda continua dunque a restare chiuso. Per quanto tempo ancora non si sa. Forse a marzo 2025, più probabilmente a giugno, ma al momento nessuno si sbilancia più.
È il momento di gridare allo scandalo. Con un coro che si alza unanime: è tutta colpa di quei cattivoni dei francesi.
Il sindaco di Limone si dice "indignato per il loro comportamento", mentre il vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi dopo aver bevuto l'amaro calice tronca ogni altra apertura verso i cugini: "La seconda canna non la facciamo, ci pensino loro se la vogliono visto che di noi non si fidano". Pietra tombale sul rifacimento e tanti saluti.
C'è chi minaccia di adire a vie legali, aprendo quasi a un caso diplomatico. Il governatore del Piemonte non ha dubbi: "Avrei chiesto di pagare le conseguenze della mancata riapertura a chi di dovere da noi - dice Alberto Cirio -, non vedo perché non possa farlo con la Francia visto che sono loro a non volerlo fare". Sottolineando: "Nonostante i criteri di sicurezza".
A dargli man forte l'amministratore delegato di Anas, Aldo Isi, che ai microfoni di Targatocn ha spiegato con candore che "da noi è una cosa che si fa". Come dargli torto? Con i tempi di attesa dei cantieri nel Bel Paese, non avessimo la "modalità cantiere" resteremmo bloccati per decenni.
Ciò che nessuno (forse) aveva messo in conto, è che il "da noi si fa" non vale altrove. Il caso francese, ma potremmo enunciare qualunque altro Paese europeo nel quale succede la stessa, banalissima cosa: un'opera è finita quando è terminata. Con ogni crisma, collaudi compresi. Altrimenti resta un'incompiuta, buona solo per qualche taglio di nastro. E lì sì che stiamo davvero un passo davanti gli altri.
Su fronte istituzioni locali, ancora una volta la voce è apparsa timida. Assente all'incontro di lunedì pomeriggio al cantiere, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero ha parlato della questione ieri sera, martedì 17 dicembre, in Consiglio Comunale, avvalorando l'intervento del consigliere degli Indipendenti Paolo Armellini: "Negli ultimi anni siamo stati assenti, poco incisivi, poco attenti ai rapporti di vicinanza e poco diplomatici”. La prima cittadina: “Condivido il pensiero. Il mancato via libera della Francia era già arrivato, proprio mentre andavamo a Nizza per sottoscrivere il nuovo accordo di fratellanza". Dalla Provincia, invece, tutto tace.
Ma come si difendono in Francia? Non ci stanno a passare per coloro che rompono le uova nel paniere quando questo è pieno. O, peggio, per gli assassini di quello che da tempo hanno battezzato "le tunnel de la honte". E che sia una vergogna non c'è dubbio, in qualunque modo la si veda.
Il giornale di riferimento del territorio più significativo, Nice Matin, ieri ha dato la parola al sindaco di Tenda, Jean Pierre Vassallo. Uno che non le manda dire, anche se spesso non ci azzecca fino in fondo.
E Monsieur le Maire va giù duro nei confronti di Anas: "Non gli importa di niente e di nessuno. Hanno chiamato i pompieri e quando hanno provato a collegarsi al sistema non c'era acqua. Dei 13-14 by-pass, solo tre sono pronti". Espressione forte, che se corrispondesse a verità, e non vogliamo neppure pensare che un sindaco dica cose non vere, da sola basterebbe a stoppare ogni dubbio circa la possibilità di aprire al transito la galleria.
Jean Pierre Vassallo affonda il coltello, "è rivoltante, ci prendono per degli idioti", poi fa poi la cronistoria del cantiere: "All'inizio si trattava di un lavoro da 175 milioni di euro, che comprendeva la nuova galleria e il ripristino della storica. Oggi siamo arrivati a 255 milioni di euro solo per la nuova canna. E la società chiede altri 6 milioni di euro per i collegamenti sul lato francese, invece dei 3 che erano stati previsti. Era sufficiente fare come nel 1882, con i mezzi del tempo avevano finito il tunnel storico in quattro anni".
Quel che è certo è che intanto un altro inverno, il quinto, trascorrerà senza la possibilità per nessuno di recarsi al di là di una o dell'altra parte della frontiera.
A Limone mancheranno i turisti francesi e monegaschi, cuore pulsante dell'economia dello sci, così come in Valle Roya i pendolari dovranno continuare a sperare che le navette ferroviarie istituite dalla Regione Piemonte funzionino meglio rispetto alla scorsa stagione.
E c'è anche chi aveva deciso di scommettere sulla Valle Roya. A Tenda, ad esempio, il sindaco aveva convinto cinque commercianti a trasferirsi all'inizio del 2024 con la promessa che avrebbero approfittato dell'afflusso di turisti italiani.
Invece, niente. Tout est la faute des français... .