Politica - 13 dicembre 2024, 11:35

Unione montana Valle Po, 30 dipendenti tornano alle dipendenze dei rispettivi Comuni

Modificato lo statuto dell’ente nella speranza di poter ripartire su basi associative condivise. Solo quattro resteranno in capo all’ente valligiano. Il sogno è riuscire a portare dentro anche Barge e Bagnolo

L’Unione montana valle Po, forse una delle più disastrate della provincia, si “auto smantella” per provare a ripartire. Mercoledì sera il Consiglio dell’Unione, riunitosi a Paesana, ha approvato la modifica dello statuto dell’ente, in particolare per ciò che riguarda il conferimento ai Comuni del personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

La modifica avrà decorrenza dal primo gennaio del nuovo anno. Una trentina gli impiegati comunali che torneranno ai rispettivi municipi, mentre in capo all’Unione ne resteranno solo quattro.

Ridotte anche le funzioni dell’ente che, spera – dopo questo “alleggerimento” – di ampliare le adesioni dei Comuni, in questo momento ridotte ai minimi termini.

Un lavoro al quale ha messo mano il sindaco di Paesana, Emanuele Vaudano, subentrato nell’incarico di presidente a Emidio Meirone, ex sindaco di Sanfront, il cui Comune è ora affidato alla gestione del commissario prefettizio Marinella Rancurello. A dargli manforte nel progetto, il suo vicesindaco, presidente del Bim del Po, in questa fase considerato l’uomo politico “forte” della valle.

L’intento è quello di rimettere in sesto un’Unione più snella ma più efficace, nella speranza di riuscire a convincere quei sindaci, finora mostratisi riottosi, a tornare sui loro passi.

Il sogno è irrobustire l’Unione portando dentro i due grandi Comuni dell’Infernotto, Barge e Bagnolo.

In attesa di una riforma della legge regionale alla quale ha iniziato a mettere mano l’assessore alla Montagna Marco Gallo.

Gpt