Partiamo dal dato fattuale: la proposta del Comune di Cuneo per il 2025 rispetto alla società partecipata MIAC SpA non è il mantenimento ma la razionalizzazione. O, meglio, la “ricerca del più efficace strumenti di razionalizzazione”, ricerca demandata a un advisor bolognese specializzato in gestione delle società partecipate (con un incarico del valore di 8.600 euro).
Se ne è parlato nella serata di ieri (giovedì 12 dicembre) in sala Consiglio, nell’occasione della riunione della I commissione consiliare precedente all’ultimo Consiglio comunale dell’anno in corso. Al centro, proprio la relazione delle partecipazioni societarie del Comune capoluogo e la loro conferma, razionalizzazione o dismissione prevista nei prossimi dodici mesi. Presenti la sindaca Patrizia Manassero, l’assessore al Bilancio Valter Fantino, il presidente di commissione Mario Di Vico e il dottor Carlo Tirelli.
"Lo studio dell'advisor definirà gli strumenti e le future decisioni"
Nella propria trattazione la sindaca ha elencato le società partecipate dall’ente per le quali viene indicato il mantenimento anche nel 2025: l’ACDA SpA (40,13% la quota di partecipazione del Comune), ACSR SpA (38,70%), ATL (7,41%), AFP Dronero (3,59%), Banca Popolare Etica (0,0017%) e Farmacie Comunali (100%).
Se per Fingranda SpA (2,33%) l’iter di dismissione iniziato nel 2018 risulta ancora in corso, per il MIAC (36,45%), come detto, viene proposta la razionalizzazione.
“Razionalizzazione o mantenimento non derivano da una valutazione di gradimento ma dal rispetto oggettivo dei parametri previsti dalle normative relativamente all’intervento o meno dell’ente sulla società partecipata – ha detto Manassero -. Da tempo discutiamo del MIAC ragionando su quale veste debba assumere dopo che, nel tempo, è venuta meno la qualifica come realtà di gestione del mercato alimentare all’ingrosso: gli ultimi aggiornamenti riguardano l’approvazione, lo scorso anno, di un nuovo piano industriale incentrato sul mantenimento del Polo Agroalimentare, della gestione e del miglioramento del patrimonio e dell’individuazione di una nuova mission di utilità politica, e il confronto in Regione con l’assessore Paolo Bongioanni nel quale è stato presentato un piano d’intervento sui Poli Agroalimentari del territorio”.
“Nei primi giorni di gennaio è in programma un nuovo incontro con l’assessore regionale – ha continuato la sindaca -. In contemporanea abbiamo avviato una valutazione di fattibilità delle opzioni di razionalizzazione. Lo studio è in corso, all’esito del quale si definiranno gli strumenti eventuali: possibile in egual misure, a questo punto dei lavori, il riassetto della società o la sua dismissione”.
Gli Indipendenti propongono la dimissione diretta
A prendere la parola dopo l’intervento della sindaca il capogruppo Giancarlo Boselli (Indipendenti), da sempre critico con l’attività del MIAC. Che è tornato a proporre – con forza e con un emendamento che presenterà anche in Consiglio comunale – la sua dismissione.
“Il punto rispetto alle partecipate è sempre lo stesso e cioè che il governo della città è scarso se non inesistente – ha detto -. Il Comune, come socio di riferimento della gran parte delle società più importanti, non si dimostra in grado di espletare il ruolo, di indicare la politica di settore delle partecipate: chi governa si limita a nominare l’esponente atto a presiederla e poi la società viene lasciata libera di operare come meglio crede, con pochi momenti di confronto successivi. Insomma, non si vuole o non si sa come fare, a imprimere un indirizzo”.
“La decisione presa dal piano di razionalizzazione sul MIAC non ci convince – ha proseguito Boselli, indicando anche come necessari futuri incontri di approfondimento su ATL, Artea, ACSR e CEC -. Perché manca di concretezza, specie ora che i passaggi societari ritenuti necessari sono stati realizzati e le promesse fatte da più parti non sono state mantenute. Proponete azioni di razionalizzazione sulle quali non c’è nemmeno un’idea, una decisione maturata dopo l’incontro con l’assessore regionale e basata unicamente su un sentimet. Che in economia e finanza non basta mai, specie quando si parla di soldi pubblici e del sostegno di una società storicamente in perdita”.
La sindaca, nella sua risposta, ha rifiutato il riferimento al sentiment: “L’affidarsi a un advisor va proprio in senso contrario e conferirà dati concreti sulla base dei quali prendere una decisione definitiva – ha detto -. Chiedere una liquidazione, questa sì per puro sentiment, danneggia la stessa società nel proseguire le sue attività. Servirebbe più cautela e attenzione. Il MIAC non vive una situazione facile da parecchio tempo e le responsabilità in merito si sono affastellate nel corso degli anni; siamo chiamati, però, a mettere un punto alla situazione. Chiedere un confronto ulteriore con la Regione per valutare i loro progetti è un passo in avanti, e non frutto di un atteggiamento ‘boccalone’”.