“Per chi come me lavora con degli animali domestici quel che sta succedendo è un disastro. Un disastro perché la situazione non mi rasserena, nell’immediato, e in prospettiva dovrò rivalutare l’intero sistema di prevenzione di cui sono attualmente dotata. Quale che sia la ragione, quale che sia la modalità, dei lupi si sono avvicinati alla zona abitata del Parco Fluviale e al suo percorso pubblico, e questo è un fatto”.
A parlare è una residente della zona del Martinetto, tetto Talun, della frazione di San Rocco Castagnaretta di Cuneo. Una delle diverse persone che – suo malgrado – nelle ultime settimane è stata protagonista dell’avvistamento di uno o più esemplari di lupo.
Le fototrappole 'pizzicano' il lupo
L’evento riportato dalla signora contattata dal nostro giornale risale a circa 20 giorni fa. La signora – che ospita nella propria proprietà asini e pecore abituati al pascolamento e dotati di un ricovero specifico – racconta di aver sentito verso le 2 di notte un raglio inaspettato e più forte del normale: “Presa dall’inquietudine ho acceso i fari e non ho visto nulla se non gli asini, in fila, che guardavano il campo lato Cuneo. Li ho immediatamente chiusi nel ricovero, cosa che ha impedito una predazione vera e propria in quel contesto, e continua a farlo visto che ad oggi proseguo nel realizzarla”.
La successiva installazione di una fototrappola che la signora solitamente utilizza per monitorare gli spostamenti di ricci o gatti selvatici ha poi permesso, il 5 dicembre scorso, di confermare la presenza di un singolo esemplare di lupo (quello in foto e nel video qui sotto), forse parte di un branco recentemente avvistato in zona tetto Dolce.
“Sono anche guida escursionistica, anche se non un’esperta di lupi, ma mi rendo conto del contesto – prosegue la signora -: sin dai tempi del Covid tra tetto David e via Mistral si era installato un branco di caprioli compreso di una manciata di elementi, che attualmente non ho più visto. I lupi scendono in pianura perché i territori soliti si stanno saturando e se in aree più elevate predano gli ungulati selvatici, quando lo fanno, si mettono alla ricerca di quelli domestici”.
"Territori comuni arrivati alla saturazione: ecco perché si spostano"
Anche il naturalista Dario Olivero ha confermato gli avvistamenti e il modus operandi: “Ormai i lupi sono un po’ dappertutto, stanziati anche in pianura in maniera stabile, e si muovono con una rapidità davvero sorprendente. Di veri e propri attacchi non abbiamo più avuto contezza ma è un dato il fatto che gli avvistamenti a maggior vicinanza si sono avuti in zone con presenza di ungulati domestici. Dove ci sono ovini, per esempio, e l’abbiamo visto, si avvicinano senza troppi problemi”.
Altra conferma da parte di Olivero la “responsabilità” dei caprioli nel fenomeno: “Sono tra le ragioni principali non solo dei loro movimenti più a valle, per cui è un fattore soprattutto il fatto che i territori siano arrivati alla saturazione assoluta, ma anche del loro sviluppo – ha detto -. Ma è chiaro con un ovino domestico rappresenta una preda generalmente molto più accessibile e semplice da colpire: un branco di lupi, e il Parco ne ha uno almeno sin dal 2020 (che si sposta molto e quindi spesso viene confuso per un soggetto nuovo), solitamente segue il corso di un fiume e poi realizza incursioni più all’interno”.