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Attualità | 11 dicembre 2024, 18:46

Cuneo, il Comune alza l'IMU sui contratti a canone concordato tra le critiche. Non solo della minoranza

Erio Ambrosino (PD) e Antonino Pittari (Gruppo Misto di Maggioranza) si sono espressi con forza in modo contrario all'adeguamento, in valore pari all'1 per mille, presentato dall'assessore Valter Fantino in I commissione

Il municipio di Cuneo

Il municipio di Cuneo

Le critiche, questa volta, non sono arrivate soltanto dai banchi delle forze di minoranza che compongono la I commissione consiliare della città di Cuneo (storicamente, quella afferente le questioni di bilancio), ma anche da due illustri rappresentanti della maggioranza: Erio Ambrosino (PD) e Antonino Pittari (Gruppo Misto di Maggioranza). Al centro del dibattito l’approvazione delle nuove aliquote d’imposta dell’IMU per i contratti a canone concordato, che sottolineano un aumento dell’1 per mille.

A presentare la variazione – che frutterebbe al Comune 171mila euro l’anno come gettito di recupero - l’assessore al bilancio Valter Fantino, che ha sottolineato come il prospetto delle aliquote derivi da un decreto del 2023 e che con questo adeguamento si dia semplice attuazione a un’indicazione derivante dal pareggio di bilancio dello scorso anno e dai dati contenuti nel Documento Unico di Programmazione: “Le aliquote vengono tutte confermate a pari livello, con quest’unica variazione che sarà concretamente irrisoria” ha specificato.

Irrisoria o meno, come detto, la modifica dell’aliquota ha portato i due esponenti di maggioranza ad assumere posizioni di netto contrasto. “Credo aumentare l’IMU dei contratti a canone concordato contribuisca a dare un segnale politico sbagliatissimo da parte della nostra maggioranza, al di là del valore dell’aumento in sé – ha detto Ambrosino -. Sono profondamente contrario a questa scelta, come lo sono stato rispetto all’aumento dello scorso anno”.

Nemmeno io condivido l’adeguamento – ha aggiunto Pittari -: aumentare l’IMU, anche di poco, è davvero un segnale politico negativo per l’amministrazione, specie in un momento storico come quello attuale in cui qualunque incremento nelle imposte minaccia di scatenare il panico. Proprio per il fatto che si tratta di una cifra limitata e ridotta si poteva probabilmente trovare una soluzione di diversa impronta politica”.

L’assessore Fantino si è detto bene informato rispetto ai pareri di tutti i membri della maggioranza, “ma le decisioni vanno prese sulla base dei numeri che abbiamo. E assicuro che redigere questo bilancio non è stato affatto facile: dovremo lavorare su base quotidiana, nel prossimo anno, per districarci nell’attività dell’ente”.

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Se parte della maggioranza ha osteggiato la decisione comunicata da Fantino, la minoranza ovviamente non si è dimostrata silente. E, anzi, ha colto la palla al balzo.

Il significato che assume un adeguamento di questo tipo, davanti a mancati incassi e sprechi clamorosi e ben conosciuti è davvero inaccettabile – ha detto Giancarlo Boselli (Indipendenti) -. Potevate evitare una mossa di questo tipo? Sì, anche solo per sollevare l’assessore da un imbarazzo vero e sincero: che due membri della maggioranza si esprimano contro con questa forza non era mai accaduto prima”.

Beppe Lauria ha riconosciuto stima – personale e politica – ad Ambrosino e Pittari per la posizione assunta: “Credo valga la pena finalmente aprire una discussione franca sullo stato della maggioranza perché è impossibile, ormai, tacere o continuare a sostenere che tutto vada avanti senza intoppi – ha detto -. Avete aumentato le tasse in maniera ripetuta, in tutti questi anni, pur anche di valori minimi. Certo ai servizi serve dare una risposta ma è anche vero che esistono spese che è possibile tagliare o procrastinare”.

Il nostro bilancio rende bene la situazione generale di un paese, l’Italia, che cerca costantemente di ‘galleggiare’ con piccoli movimenti, che non riescono però a bloccare la tensione a sprofondare – ha aggiunto ancora Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) -. Anche noi critichiamo questi aumenti, che vanno a coprire un deficit economico che deriva in parte dal peso della finanza nazionale e in parte dalla vostra mala gestione”.

Simone Giraudi

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