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Cronaca | 11 dicembre 2024, 13:30

A Barge la camera ardente per Matteo Maranca. L'ultimo saluto nel giorno in cui avrebbe compiuto 33 anni

Il giovane base jumper è morto schiantandosi contro una falesia mentre affrontava un volo a Campione del Garda, nel bresciano

A Barge la camera ardente per Matteo Maranca. L'ultimo saluto nel giorno in cui avrebbe compiuto 33 anni

L'ultimo saluto a Matteo Maranca, sui social Mate_Charro, sarà celebrato il prossimo venerdì 13 dicembre presso il Tempio crematorio di Piscina, nel torinese, proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto 33 anni. E' morto a 32, lo scorso lunedì 9 dicembre, schiantandosi contro una parete di roccia mentre faceva base jump, uno sport con cui ci si lancia da un'altura indossando una tuta alare e librandosi nel vuoto prima di aprire la vela da parapendio e atterrare. E' successo a Campione del Garda, nel Bresciano, considerato un paradiso per chi pratica questi sport, ma, si apprende, interdetto da un'ordinanza proprio per la sua pericolosità. Emanata dal sindaco di Tremosine nel 2019, non è stata fin qui sufficiente ad evitare che il sito venga comunque frequentato da appassionati. La tragedia di lunedì, c'è da aspettarselo, porterà ad ulteriori provvedimenti restrittivi. 

Venerdì l'ultimo saluto. Domani, dalle 9 alle 17, sarà allestita la camera ardente alla Piccola casa della Divina Provvidenza di Barge, dove il giovane viveva, pur essendo originario di Bagnolo Piemonte

Matteo lascia i genitori Antonio (ex ufficiale della Taurinense) e Dilva e una sorella, Alessandra. Ma lascia anche tanti amici e compagni di avventure e di emozioni, che ben conosce chi pratica questi sport, per tanti incomprensibili. Era uno sportivo, praticava scialpinismo, bicicletta, arrampicata, come emerge dai social e come evidenziano le decine e decine di persone che hanno commentato la notizia della sua tragica morte. Inevitabile il dibattito tra chi, pur nel rispetto di quanto accaduto, evidenzia come, in fondo, "se la sia andata a cercare", praticando uno sport, quello del volo, molto pericoloso. Aveva già avuto un incidente, qualche anno fa, ma il richiamo verso quelle emozioni e quella gioia sono stati, è evidente, più forti della paura. 

"Quando mi parlavi del tuo sport ti si illuminavano gli occhi... vola alto fratello come hai sempre fatto". Chiudiamo l'articolo così, perché ci sembra il modo più giusto, nel rispetto di un giovane uomo che non c'è più, convinti che, se avesse potuto scegliere, avrebbe voluto andarsene proprio così. 

Barbara Simonelli

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