Spunta un’altra testimonianza nella vicenda che riguarda Elisa Tarasco ed il marito Gabriele Genre, entrambi iscritti nel registro degli indagati in tribunale a Cuneo per corruzione elettorale.
La vicenda prende le mosse da un presunto scambio di buoni benzina in cambio di voti per le elezioni regionali. Come riportato dall’edizione di mercoledì 4 dicembre dal quotidiano “La Stampa”, sembrerebbe che durante la campagna elettorale condotta dalla candidata per Fratelli d’Italia , Kanti Fadelli e Diego Brezzo, residenti a Crissolo, non sarebbero stati gli unici elettori ad aver ricevuto “qualcosa in più” oltre ai santini elettorali.
A raccontarlo nella video intervista pubblicata è un allevatore di Crissolo, Luciano Mobiglia, nonché vicino di casa dei due coniugi che resero pubblica la vicenda di fronte alle telecamere della trasmissione della Rai "Report".
Mobiglia sostiene che, dopo aver visto la trasmissione, se si fosse tenuto tutto dentro "sarebbe stato 'mangiato' dal rimorso" e, pesando la questione, ha deciso di raccontare: "Poco prima delle elezioni – racconta – ho incontrato Genre. Lui stava chiacchierando con altri e mi ha chiesto di aspettare un attimo. Poi mi ha raccontato della moglie, candidata, chiedendomi una mano, e mi messo 50 euro in tasca".
Oltre ai cinquanta euro che l’allevatore ha ammesso di aver utilizzato, Genre gli avrebbe dato un passaggio per andare a votare: "Un gesto insolito. Sa che non ho la patente, ma quando ho avuto bisogno lui non è mai venuto".
Nel frattempo, la Procura sta procedendo per il reato di cui all'art. 86 del Dpr n. 570/1960 che punisce "chiunque che, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, il voto elettorale o l'astensione, da, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori, o per accordo con essi, ad altre persone". Alla stessa pena, prevede il decreto, soggiace anche l'elettore che "per dare o negare la firma o il voto, ha accettato offerte o promesse".
La Tarasco, assistita dal legale saluzzese Chiaffredo Peirone, in una replica in forma scritta alla trasmissione, aveva dichiarato che quella consegna di buoni non fosse assolutamente collegata alla campagna elettorale: “È stato un gesto di amicizia nei confronti di una famiglia del nostro paese, - scrive- alla stessa stregua di due bottiglie di buon vino. Tengo a precisare inoltre che ho sostenuto la campagna elettorale rendicontando a norma di legge tutte le spese, che sono state inviate agli uffici di competenza per un totale di circa 30mila euro”.
Allora perché quei buoni intestati alla Sipre? "Un omaggio alla Fandelli, in quanto ex dipendente di Genre", si sono giustificati gli indagati. Ma, sempre secondo la trasmissione Report, la donna avrebbe però concluso il suo rapporto di lavoro già nel 2022. Nel caso dell’allevatore, invece, non munito di patente, quel passaggio datogli da Genre, non potrebbe essere stato una semplice cortesia?