Lunga udienza quella che ieri mattina, martedì 3 dicembre, presso il palazzo di giustizia di Asti, ha visto proseguire il dibattimento del processo che vede ex amministratori, professionisti e funzionari chiamati a rispondere di presunte malversazioni nella gestione di tre municipi del Roero.
Il procedimento è quello nato sulla scorta dell’inchiesta Feudo II, secondo capitolo dell’indagine con la quale la Procura della Repubblica astigiana ha messo sotto la lente l’operato delle amministrazioni di Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Montaldo Roero e dell’Unione dei Comuni della quale i tre municipi erano parte.
Dodici i soggetti che in forza di ventiquattro capi d’imputazione vennero rinviati a giudizio dalla Gip Beatrice Bonisoli su richiesta del sostituto Davide Lucignani, pubblico ministero rappresentante l’accusa anche nel processo scaturito dal filone dell’indagine riguardante il solo Comune di Santo Stefano Roero, arrivato nelle scorse settimane alla requisitoria con richieste di pene per complessivi 27 anni [leggi qui].
Questa mattina ad Asti, di fronte alla presidente Elisabetta Chinaglia, giudici a latere Matteo Bertelli Motta e Roberta Dematteis, era fissata l’audizione di alcuni testimoni delle difese dell’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo (con gli avvocati Roberto Ponzio e Pierpaolo Berardi), dell’ex prima cittadina di Vezza d’Alba Carla Bonino (difesa dagli avvocati Elisa Anselmo e Marco Calosso), dell’ex collega di Montaldo Roero Fulvio Coraglia e dell’ex vicesindaco vezzese Giuseppe Steffanino (difeso dalla legale albese Silvia Calzolaro).
Mentre la difesa di Coraglia ha rinunciato a sentire i propri testi, per il proprio assistito Renato Maiolo l’avvocato Roberto Ponzio ha chiamato a deporre due testimoni: l’ex segretaria comunale di Santo Stefano Roero e dell’Unione di Comuni Anna Maria Di Napoli, e un ex assessore dello stesso Comune. I due sono stati interpellati in merito alla contestazione mossa a Maiolo e ad altri imputati riguardante nella fattispecie l’ipotesi secondo la quale gli stessi avrebbero usufruito di un secondo finanziamento pubblico per opere in realtà già realizzate.
"Nell’ambito del troncone processuale cosiddetto Feudo 2 la posizione di Renato Maiolo è marginale – rileva l’avvocato Ponzio –. A fronte di capi d’imputazione che riportano un totale di oltre venti contestazioni, nei confronti del mio assistito si procede per una sola ipotesi di reato, peraltro in concorso con altri tre soggetti. Un’ipotesi accusatoria che riteniamo insussistente".
Il processo proseguirà il prossimo martedì 17 dicembre coi testimoni chiamati a comparire dalle difese di Cinzia Gotta e Valter Peisino. Il 23 gennaio 2025 si proseguirà con l’audizione di testimoni e consulenti. Le successive udienze sono state fissate nei giorni dell’11, 18 e 25 febbraio 2025 per la requisitoria del pubblico ministero, le repliche delle difese e la sentenza.