Il presidente dell'Associazione albergatori della provincia di Cuneo Giorgio Chiesa torna sul tema degli affitti brevi.
Un tema che avevamo già affrontato nei mesi scorsi a fronte di un provvedimento regionale.
Inevitabile con l'introduzione del decreto anticipi il commento di Chiesa che in una lettera aperta ribadisce la necessità di regolarizzare tali attività alla stregua di alberghi e hotel.
"Si legge dai media che finalmente si cerca di mettere un po' d’ordine, grazie al Decreto Anticipi, in un mercato, quello delle locazioni brevi a scopo turistico, che stava diventando anarchico. Da un lato la tutela della proprietà privata e della conseguente volontà del singolo di mettere a reddito una seconda casa poco utilizzata o quella ricevuta in eredità dalla zia. Dall’altro la necessità di normare in maniera rigida l’esercizio di fatto para-alberghiero che sta prendendo piede in maniera abnorme grazie a note piattaforme. Sebbene non si sia avversi all’esplosione turistica, consapevoli di come il turismo si possa articolare in diverse tipologie di offerta, se ne richiede almeno un’equiparazione alle normative legate alla “sicurezza” alle quali sono soggetti gli albergatori classici: HACCP se si serve cibo (anche la prima colazione dovrebbe rientrare tra queste), Vigili del Fuoco e Pubblica Sicurezza tanto per citare le maggiori. Ma non basta, oggi diventa sempre più difficile affittare nei centri storici poiché i proprietari immobiliari preferiscono optare per gli affitti brevi sia per una maggiore rendita mensile ma soprattutto per scansare rischi e pericoli derivati da conduttori che diventano “occupanti non paganti” gli affitti mensili frutto di contratti residenziali classici. Anche questo aspetto merita una profonda attenzione. Perché se non si paga qualche rata di un’auto presa a leasing questa viene sequestrata mentre se un affittuario decide di non pagare l’affitto il proprietario deve passare sotto le forche caudine di una giustizia lenta e quindi ingiusta? Il legislatore dovrebbe mettere mano al codice civile per rendere lo sfratto per morosità causa di recessione dal contratto dopo che per 6 mesi uno non paga la pigione. Con conseguente ed immediato rilascio, anche forzoso, dell’immobile ormai indebitamente occupato. Ciò aiuterebbe il mercato facendo diminuire, in parte, la corsa dei proprietari alla ricerca di affitti brevi.
Dal 1 gennaio vengono richieste ai locatari alcune disposizioni di carattere amministrativo alle quali tutti coloro che hanno intenzione di ospitare nel proprio appartamento dovranno attenersi. Pena sanzioni corpose che possono raggiungere i 10mila euro. Si va dalla presenza di estintori, uno ogni 200 metri quadri oppure uno per piano se l’appartamento è su più livelli. Di rilevatori di monossido di carbonio e di gas combustibili con tanto di segnalatore di allarme. Dell’obbligo derivato dai comma del TULPS 1938 circa la registrazione degli ospiti e la conseguente trasmissione telematica alle Questure. All’uopo non sono più ammessi i cosiddetti “self checkin” attuabili attraverso dei contenitori con codice numerico sparsi per le città. Questo poiché sul proprietario cade l’obbligo di verificare visivamente gli Ospiti ospitati. Resta comunque il fatto che questo da solo non basti per annullare l’utilizzo improprio dell’immobile poiché chi vuole sa come aggirare l’ostacolo in un appartamento che al contrario di un albergo non è presidiato da un servizio di reception/concierge. Ma non si tratta solo di aspetti legati alla sicurezza ma anche a quelli declinati dall’aspetto di natura fiscale. Un’equiparazione del gettito IVA, se uno rende la propria proprietà un’impresa è giusto che rientri nello stesso regime fiscale al quale sono assoggettati gli albergatori classici. La TARI tanto per citarne una: non si può pagare la stessa come se la casa fosse occupata dalla famiglia del proprietario. A questo scopo potrebbe servire il CIN, il Codice Identificativo Nazionale. Un adempimento che ha la scadenza al 31 dicembre 2024.
Oltre quella data coloro i quali si dovessero trovare nella condizione di affittare il proprio o i propri appartamenti senza averlo ottenuto andrebbero incontro a possibili pesanti sanzioni, fino a 8mila euro. Uso il condizionale e termino poiché quale presidente dell’Associazione Albergatori ed Esercenti Turistici della Provincia di Cuneo e quindi anche quale rappresentante di Federalberghi sul territorio plaudo al successo che questa associazione sembra avere ottenuto. Resta il fatto che mentre per un qualsiasi Istituto preposto al controllo delle norme di sicurezza è relativamente ed oggettivamente facile “mirare” ad un albergo tradizionale con le sue tante o poche camere altra cosa è “bussare ad un porta a porta” per effettuare verifiche che potrebbero diventare solo a campione con la conseguenza di avere identificato il problema, ricercato le soluzioni ma con una difficoltà di attuazione e verifica indubbia".