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Attualità | 02 dicembre 2024, 07:41

Mondovì, "Donne in cammino per la pace" hanno avviato il progetto "I lenzuoli della memoria"

Un’iniziativa nata al tempo della pandemia per ricordare il massacro dei 72 migranti centroamericani a Tamaulipas, in Messico, in occasione del 10° anniversario dell’evento

La serata "Lenzuoli per la pace" di Mondovì

La serata "Lenzuoli per la pace" di Mondovì

Venerdì 29 novembre al Caffè sociale le DONNE IN CAMMINO PER LA PACE DI MONDOVÌ hanno lanciato un nuovo progetto, I LENZUOLI DELLA MEMORIA, coordinato da Margherita Dardanelli, conosciuta per la sua esperienza nel campo del ricamo. 

Ѐ un’iniziativa nata al tempo della pandemia per ricordare il massacro dei 72 migranti centroamericani a Tamaulipas (Messico), in occasione del 10 anniversario dell’evento. Una suora scalabriniana ha fornito 72 nomi documentati che sono stati ricamati sul primo lenzuolo.

Ha raccontato il progetto Daniela Gioda, attivista del collettivo torinese CAROVANE MIGRANTI, che ha fatto rete da tempo con attiviste e attivisti spagnoli, mostrando una carrellata delle lenzuola realizzate sulle altre frontiere. La frontiera canariana, per esempio, è poco conosciuta, ma è la più pericolosa: i migranti arrivano dal Senegal su barchini da pesca per niente affidabili. Un altro lenzuolo è quello su Lampedusa, frutto della trasformazione del dolore della perdita da parte delle madri tunisine, diventate ora attiviste sul tema della migrazione.

Un nuovo lenzuolo sarà portato a Cutro a febbraio. Ce n’è uno nel Montenegro, grazie a chi aiuta i migranti con le sole proprie forze, ospitandoli in casa e rifocillandoli. A Trieste Lorena Fornasir ne ha iniziato uno nella cosiddetta “piazza del mondo” dove, insieme al marito, tutte le sere da anni si occupa di curare i piedi piagati dei migranti della rotta balcanica, fornendo loro anche indumenti puliti, scarpe e cibo. 

Altre lenzuola sono state ricamate in Honduras e Guatemala e sono state esposte davanti alla Casa Bianca. Un ricamo per la pace è, infine, l’iniziativa in atto ad Asti.

Intorno a CAROVANE MIGRANTI ruotano tante storie che vale la pena raccontare, come quella di Ana Enamorado, madre honduregna che cerca il figlio disperso da 14 anni. Anche la messicana Socorro Guzman cerca il figlio scomparso da 4 anni, scavando in quelle che potrebbero essere fosse comuni. Daniela ha portato tre lenzuoli della memoria: da Torino, da Valencia e da Minorca, e ne sottolinea un aspetto importante, parlano si assenze che diventano memoria. 

"Questo è l’aspetto che a Noi Donne in cammino per la pace di Mondovì importa sottolineare del nostro lenzuolo sui bambini e le bambine di Gaza - dicono le partecipanti -. La testimonianza che abbiamo intenzione di avviare, infatti, vorrebbe lasciare traccia di ciò che di orribile e inumano è stato, per un debito che si deve saldare nei confronti di chi lo ha subito. Non vogliamo sposare, però, il paradigma vittimario, anzi, chiediamo che i nomi dei bambini e delle bambine di Gaza siano qualcosa di più, che diventino, cioè STORIA. La nostra proposta prevede che la creatività e la fantasia di tutte le persone che si avventureranno in questo progetto di ricamo collettivo si liberino con parole, disegni, collage".

Mercoledì 4 dicembre ci sarà il nostro consueto incontro alle 17.30 al Caffè Sociale:  le organizzatrici invitano le persone interessate al progetto ad intervenire per organizzare le sedute di ricamo collettivo. 

Un’attività parallela a I LENZUOLI DELLA MEMORIA, inoltre, è IL FILO DI ROBERTA, che vuole dare conto della persistenza della violenza di genere. In questo caso i lenzuoli verranno composti da tanti triangoli fucsia o bianchi che saranno, poi, uniti per formare un’unica testimonianza. 

cs

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