Attualità - 02 dicembre 2024, 12:05

Predazioni da lupo, CONAPI e ADIALPI portano le istanze degli allevatori al Ministero

Giovedì 28 novembre l'incontro tra i rappresentanti nazionali delle due associazioni, il vice capo gabinetto generale Massimiliano Conti e il consulente del Ministro Pichetto Fratin Marco Visconti

Nel mese di aprile di quest’anno è stato siglato un accordo tra sette associazioni di pastorizia per la costituzione del primo Coordinamento Nazionale Allevatori di Montagna e Pastori D’Italia (CONAPI) con l’obiettivo comune di risolvere problematiche che riguardano gli allevatori dediti all’allevamento estensivo nelle diverse aree del nostro Paese, dal Piemonte all’Abruzzo e al Molise, dalla Toscana al Lazio e alla Campania. 

Una delle problematiche maggiori riguarda sicuramente le continue predazioni da parte del lupo e degli ibridi da lupo ormai diffuse in quasi tutte le Regioni italiane, sempre più frequenti con l’aumento della popolazione di questo predatore e, con il progressivo avvicinarsi ai centri abitati, una reale minaccia anche per l’uomo. Il lupo è ormai diventato un problema sociale e quindi va gestito. Proprio per questo motivo, nella giornata di giovedì 28 novembre, una delegazione di allevatori rappresentanti le principali associazioni di pastori d’Italia ha raggiunto il Ministero dell’Ambiente a Roma per discutere della problematica lupo; presenti all’incontro il Vice Capo di Gabinetto Generale Massimiliano Conti e Marco Visconti, consulente del Ministro Gilberto Pichetto Fratin. 

E’ stato un incontro molto costruttivo - spiega Giovanni Dalmasso presidente dell’Associazione per la Difesa degli Alpeggi del Piemonte (ADIALPI) – in cui abbiamo elencato non solo le problematiche ma abbiamo anche avanzato le azioni necessarie per risolvere almeno in parte la situazione. Ormai è chiaro a tutti che il lupo non sia soltanto un pericolo per i nostri allevamenti ma sia diventato un problema sociale: anche la popolazione è a rischio non solo in montagna ma anche vicino ai grandi centri abitati delle pianure. Al Ministero ne sono consapevoli e il dialogo con le nostre associazioni è stato molto collaborativo e aperto a trovare delle soluzioni.

Tra le azioni che riteniamo indispensabili e urgenti - continua Dalmasso che all’incontro era in veste di presidente del Coordinamento Nazionale Pastori d’Italia (CONAPI) – ci sono quelle di evitare l’approvazione del Piano Lupo attuale ma rivedere tale piano in seguito alle nuove direttive europee e al Declassamento della specie, che le Regioni applichino fin da subito le deroghe di abbattimento previste dalla Direttiva Habitat, la possibilità a pastori e margari in possesso di porto d’armi e dopo aver partecipato a un corso di formazione di difendersi con arma da fuoco in caso di attacco da lupo (come già avviene in altri Paesi europei) e infine il contenimento della specie con abbattimenti pari alla percentuale di riproduzione annua del lupo (25-30 %) come avviene in altri Paesi europei come ad esempio la vicina Francia.

Indispensabile poi – conclude Dalmasso - istituire dei tavoli di lavoro in cui il nostro Coordinamento possa partecipare in quanto interlocutore autorevole con il mondo della Pastorizia e le Istituzioni, in particolare con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dell’Agricoltura. Questo incontro deve essere solo l’inizio per poter collaborare in modo costruttivo ad una risoluzione di uno dei maggiori problemi del pastoralismo degli ultimi anni che, se non gestito in modo adeguato, porterà alla scomparsa di questo lavoro millenario fatto di tradizioni, cultura e tutela ambientale. Al Ministero ci sono sembrati molto attenti all’argomento, speriamo si possa continuare su questa strada.

comunicato stampa