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Copertina | 28 novembre 2024, 00:00

Barolo en Primeur: la concretezza del dono

L’edizione 2024 dell’asta benefica è un record. Quando donare significa dar vita a progetti solidali in tutto il mondo.

Barolo en primeur sono due parole e una preposizione. 

Barolo è termine universale: un vino, un paese, un “brand” si direbbe oggi, conosciuto ovunque.

Il vocabolario francese dice che “primeur” sta per primizia, ma nel mondo dell’enologia l’espressione cambia leggermente, così il significato complessivo è di “acquisto di vino in affinamento”.

Il vino in barrique diventa dunque un bene in fase di costruzione, un investimento garantito. 

Il tempo lo modella, lo struttura, come un progetto su cui si lavora giorno per giorno, lo migliora fino al risultato finale, che nel caso dei vini di Langa è straordinario.

Barolo en primeur è un originale progetto benefico, che negli ultimi quattro anni non ha solo affinato e portato a maturazione completa dei vini particolarmente pregiati (perché ricordiamolo, oltre al Barolo c’è anche il cugino Barbaresco), ma ha portato a compiersi progetti solidali in tutto il mondo, e qui sta la sua forza.

“Donare” diventa un gesto che fa bene a chi dona e a chi riceve, la vite e il lungo lavoro indispensabile per ottenere vini eccezionali si completano nella promozione e nel sostegno a progetti importanti, che mettono al centro l’umanità, la bellezza, l’istruzione, la salute, l’arte e la cultura. 

Fondazione CRC Donare ETS e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, hanno “affinato” finora ben 73 progetti solidali in tutto il mondo, raccogliendo in quattro anni un complessivo di quasi 3,4 milioni euro.

Nell’ultima edizione, il 25 ottobre scorso, nel castello di Grinzane Cavour, sono stati battuti 24 lotti, fra cui 14 barrique di Barolo Vigna Gustava e 10 lotti comunali con bottiglie donate dai produttori del Consorzio. L’incasso complessivo è stato di 987 mila euro, a cui si è sommato il ricavato del lotto abbinato alla quindicesima barrique, battuta il 10 novembre all’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, in live streaming con Hong Kong. Si sono aggiunti dunque altri 40mila euro portando la cifra complessiva a 1 milione e 27mila euro, che andranno a finanziare ulteriori 18 progetti solidali. Quali? Eccoli:

Fondazione Augusto Rancilio (35 mila euro)

Peking University China-Europe Philanthropy Innovation Research Center (80 mila euro)

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (72 mila euro)

Istituto comprensivo "Luigi Bartolini" di Cupramontana (35 mila euro)

Castello di Rivoli - Museo d'arte contemporanea (35 mila euro)

Progettualità in corso di individuazione (37 mila euro)

Maggie Foundation (42 mila euro)

IESE Business School (100 mila euro)

CPD - Consulta per le Persone in Difficoltà (34 mila euro)

Fondazione Ospedale Cuneo (45 mila euro)

Bottega del Terzo Settore di Ascoli Piceno (70 mila euro)

Biblioteche civiche torinesi (35 mila euro)

Progetto "Borsa di studio Turin Humanities Programme" (30 mila euro)

Progettualità nel campo della didattica e dell’educazione a livello internazionale (250 mila euro)

Fondazione Ospedale Alba-Bra (10 mila euro)

Mother’s Choice Foundation (40 mila euro)

Scuola Enologica di Alba e altri progetti del territorio (97 mila euro)

Quanto raccolto invece dai lotti comunali sarà devoluto a favore della Scuola Enologica di Alba, fucina dei futuri enologi ed enotecnici, e altri progetti del territorio. 
Folto il gruppo dei benefattori di questa edizione di Barolo en primeur: Palladium Italia, Asja Ambiente Italia, Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Maurizio Montagnose, Ceresio Investors, Milan Huaxia Group, Banca Sistema, Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo, un gruppo di imprenditori cuneesi e tanti altri che hanno preferito rimanere anonimi.

Perché Barolo en primeur ha tanti protagonisti, ognuno con il suo ruolo e ognuno parte di una squadra vincente. 

Fondazione CRC Donare ETS ha compattato intorno a sé un team in cui ognuno mette la propria esperienza al servizio della solidarietà concreta, quella che individua, segue e porta a termine i progetti finanziati dalla generosità delle persone.

Al termine dell’edizione 2024 il Presidente Giuliano Viglione ha dichiarato:  “La quarta edizione di Barolo en primeur conferma il grande successo di questa iniziativa: non solo per il nuovo record di fondi raccolti, ma soprattutto per il trend di crescita che viene confermato e che, di edizione in edizione, regala risultati sempre più significativi. Il dono chiama il dono, come mi piace dire: uno degli aspetti che rende unico Barolo en primeur è proprio la pluralità dei soggetti che contribuiscono, ottenendo in cambio un vino straordinario, e dei progetti sociali che vengono sostenuti grazie a questi fondi.

La Fondazione Donare è nata nel 2021, con l’obiettivo di proseguire e sviluppare, a livello nazionale, un lavoro avviato da Fondazione CRC nel 2017 in provincia di Cuneo. Vuole rafforzare nelle comunità lo spirito di solidarietà e condivisione, raccogliendo donazioni di privati da mettere a patrimonio comune attraverso attività di sviluppo e valorizzazione”.

E bisogna dire che lo scopo lo sta perseguendo, con una crescita, di anno in anno, dei ricavi, quasi raddoppiati rispetto alla prima edizione, e della partecipazione dei produttori, guidati dal Presidente Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani Sergio Germano, uomo del territorio, che conosce bene la predisposizione di chi lavora queste colline a sostenere col cuore progetti solidali.

Dunque la formula funziona.

La squadra di Fondazione CRC Donare si avvale inoltre delle competenze di Donato Lanati, l’enologo a cui sono affidate le cure della Vigna Gustava (che fu di Cavour), da cui nasce il Barolo delle barrique all’asta, del critico enologico di fama mondiale e CEO di Vinous Antonio Galloni e del direttore di Christie’s Italia, Cristiano De Lorenzo

La solidarietà si innesta nell’arte, così i nuovi proprietari delle bottiglie, al termine del periodo di affinamento di 38 mesi per i Baroli e 26 mesi per i Barbareschi, le troveranno etichettate con l’opera “Broken Token”, dell’artista scozzese di Susan Philipsz.

Squadra che vince non si cambia o per il 2025 sono previste sorprese?
Il lavoro di squadra che abbiamo messo in atto in queste quattro edizioni ha sicuramente pagato” risponde Giuliano Viglione. Barolo en primeur ha dato il via a un circuito virtuoso di collaborazione tra fondazioni, produttori e professionisti del settore, imprenditori, enti e scuole, che sta facendo del bene su tantissimi fronti. I risultati eccezionali ottenuti sono sotto gli occhi di tutti e per il 2025 puntiamo a sostenere un numero sempre maggiore di progetti: la solidarietà non basta mai”.

Silvano Bertaina

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