Economia - 28 novembre 2024, 17:35

Il banchiere e scrittore Ghisolfi con Peter Gomez: "Opportuno che la politica stia fuori dalle banche"

Convergenza speciale fra il cofondatore del Fatto Quotidiano e Ghisolfi nel corso della odierna puntata mattutina di "Restart/Italia Riparte" in onda su Rai 3 a partire dalle 9 e 30

Da sinistra: Gomez e Ghisolfi

Il Banchiere scrittore ospite questa mattina su Rai 3 nel popolare studio condotto da Annalisa Bruchi che ha posto al centro delle discussioni gli effetti della possibile fusione del banco popolare BPM in Unicredit e le conseguenze della transizione digitale del credito sulla presenza territoriale degli istituti un tempo di prossimità

È stata una convergenza speciale quella che si è creata fra Peter Gomez, cofondatore del Fatto Quotidiano, e il Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi, nel corso della odierna puntata mattutina di Restart/Italia Riparte, il programma di analisi dell'attualità politica e socio economica in onda su Rai 3 a partire dalle 9 e 30. Al centro del confronto, l'offerta pubblica di scambio azionario, percepita come ostile da BPM, che il Gruppo Unicredit ha lanciato per incorporare il Banco popolare di Milano, suscitando le perplessità, se non qualche esplicita pesante contrarietà, in aree della maggioranza del Governo Meloni il quale da sempre non fa mistero di immaginare lo stesso BPM coprotagonista di un terzo polo creditizio in fusione con il Monte dei Paschi di Siena (quest'ultimo controllato temporaneamente dal dicastero dell'economia e delle finanze).

È stato pensiero condiviso che la Politica dovrebbe il più possibile collocarsi al di fuori del perimetro privatistico del settore bancario, poiché - dal punto di vista sia delle nomine che delle regolamentazioni - non di rado ha conseguito o fatto conseguire risultati diversi da quelli auspicati: basti pensare alle crescenti condizioni burocratiche e patrimoniali, molto onerose, che hanno accomunato piccoli, medi e grandi Istituti, finendo con il penalizzare le banche a più spiccata vocazione locale, dalle casse di risparmio alle banche popolari.

Se da una parte la formazione di gruppi a vocazione globale e continentale è una necessità per un Paese che deve basare la propria crescita economica sulle esportazioni, dall'altra una realtà come quella Italiana, con un ampio e diffuso indotto di micro e piccole aziende e municipalità - sempre più bisognoso di liquidità per garantire il capitale circolante e la gestione ordinaria -, necessita di banche presenti nei singoli territori con propri sportelli fisici oltre che semplicemente telematici o virtuali.

La geografia creditizia del Belpaese constava in effetti di 500 casse di risparmio, adesso quelle autonome sono ridotte a cinque, mentre le banche popolari sono state trasformate in società per azioni fin dalla riforma dell'allora Governo Renzi, sulla cui base si fonda l'iniziativa di Unicredit verso BPM.

comunicato stampa