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Attualità | 27 novembre 2024, 14:45

Cuneo, le ombre di un assetto societario mai comunicato al Comune si allungano sulla caserma Cantore

Otto anni fa la società cuneese che sino a quel momento deteneva il 5% della Exin Cantore è passata ad acquisirne il 100%. La questione è stata dibattuta in Consiglio comunale, con un botta e risposta tra Boselli (Indipendenti) e l'assessore Spedale

La caserma Cantore di Cuneo

La caserma Cantore di Cuneo

All’8 luglio 2014, ovvero la data della sottoscrizione del contratto d’appalto per la progettazione, realizzazione e gestione della caserma Cantore di Cuneo, al Comune non risultavano morosità di sorta in riferimento ai soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera stessa.

A riferirlo l’assessore Alessandro Spedale che lunedì 25 novembre ha risposto all’interpellanza del consigliere comunale Giancarlo Boselli (Indipendenti).

Interpellanza che verteva proprio sul chiarire alcuni elementi specifici di quella che lo stesso consigliere ha indicato come la seconda direttrice di una delle manovre più importanti degli ultimi anni: la rigenerazione dell’area di piazza Foro Boario tramite il progetto Pisu, che ha portato alla realizzazione dell’attuale tettoia Vinaj e (appunto) della caserma Cantore. 

E abbiamo visto quali conseguenze, e di quale complessità, ha generato il primo progetto – ha commentato Boselli -. Ci chiediamo quindi se il Comune abbia operato almeno sul secondo progetto il controllo necessario a chiarire se nella società Exin Cantore, costituita da Consital nel 2016 proprio per gestire il contratto d’appalto affittato dal consorzio emiliano-romagnolo ideatore del progetto, ci fossero soggetto morosi: la situazione grave del debito sulla tettoia Vinaj era conosciuta, a quell’epoca, da almeno due anni”.

Il riferimento va inevitabilmente alla Dama sas di Dario Dalmasso, protagonista delle alterne vicende della tettoia Vinaj. 

Alcuni assessori di questa giunta sedevano già in quella che non si accorse e non volle agire con prontezza rispetto al debito sulla tettoia” ha aggiunto Boselli.

Quell'assetto societario mai comunicato al Comune
Come detto l’assessore Spedale si è occupato della risposta, ripercorrendo anche i punti salienti degli anni dal 2011 al 2014, che in materia hanno visto l’ottenimento dei due milioni di euro come finanziamento del Pisu, la ricezione della proposta del consorzio e il riconoscimento dell’interesse dell’ente pubblico, e la pubblicazione del bando di gara. Ma anche la cessione a Consital e la successiva nascita della Exin Cantore, che vedeva la stessa Consital socio al 95% e la Dama sas per la restante parte della percentuale: “Con la seconda – ha chiarito Spedale – il Comune non aveva alcun rapporto contrattuale”.

È qui, però, che la situazione si complica. Perché per stessa ammissione dell’assessore ufficialmente non sono mai state comunicate modifiche all’assetto societario della Exin Cantore ma dopo alcuni approfondimenti è emerso che una visura del 28 novembre 2016 aveva rilevato una variazione nelle quote che poneva la Dama sas al 100% della partecipazione della Exin Cantore. 

Variazione mai comunicata all’ente pubblico.

La cosa non ha stupito il consigliere Boselli. Un po’ perché secondo i documenti da lui richiesti dagli uffici, la cosa già risultava, e un po’ perché a suo parere la responsabilità ricadrebbe sull’amministrazione stessa, rea di non aver operato controllo. In un modo che – al consigliere – ha ricordato gli atteggiamenti assunti dalla precedente giunta nei confronti dell’affaire Tettoia Vinaj srl.

Appare chiaro, ormai, che le due realtà e vicende siano strettamente legate – ha aggiunto in conclusione -, un’operazione unica realizzata su due percorsi diversi. Ma soprattutto balza all’occhio l’eventualità assurda secondo la quale un soggetto che stipula contratti così importanti, il Comune, senza sapere chi occupa le società con cui li realizza. Chiediamo alla sindaca e al presidente del Consiglio di trasmettere queste nuove informazioni alla Procura Generale della Corte dei Conti, che valuterà se il Comune abbia o meno proseguito nel realizzare atti con soggetti morosi, e se le risposte date dall’assessore siano effettivamente sufficienti”.

Simone Giraudi

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