Attualità - 26 novembre 2024, 09:00

La nuova Pet per il Santa Croce, il direttore Tranchida: "Il nostro è un ospedale tecnologico e sicuro. Ma ciò che ci distingue è l'umanità"

Ieri, intervenuto all'evento di inaugurazione del macchinario, ha sottolineato come sia questa la grande forza del nosocomio di Cuneo. Silvia Merlo ha "lanciato" il nuovo progetto della Fondazione ospedale Cuneo, quello del Campus Tomasini

Ieri, a Cuneo, è stata inaugurata la seconda PET-CT High-Tech. Due anni per arrivare ad un risultato a cui, forse, nessuno credeva. Ma che ha visto il territorio coeso e determinato nel raggiungere un obiettivo che è primariamente di salute. Silvia Merlo, presidente della Fondazione ospedale onlus, che ha gestito tutta l'operazione, ieri ha ricordato il cammino per arrivare al taglio del nastro. La prima donazione importante da parte della CR Savigliano, poi via via il contributo delle otto banche di credito cooperativo del territorio fino alla donazione che ha determinato davvero la svolta: 1,5 milioni di euro da parte di Ibtesa Sanpaolo e Fondazione CRC. 

Ma non sono mancate iniziative varie a sfondo benefico, dalle cene ai concerti. E la generosità di tanti privati, per arrivare a 3,2 milioni di euro e all'acquisto di questo straordinario macchinario. Già in questi giorni si procederà con il rodaggio, per iniziare ad utilizzarla già dalla metà di dicembre. "Abbiamo fatto tutto in tempi record - ha voluto evidenziare la Merlo. Che, soprattutto, ha avvisato gli stakeholder del territorio  e in particolare il presidente della Fondazione CRC Mauro Gola: "Non ci fermiamo. Questo è solo l'inizio", facendo riferimento al grande progetto del Campus Tomasini, che diventerà una residenza per specializzandi e un luogo di crescita cultuale in ambito sanitario. E per la quale la Fondazione tornerà a battere cassa.

Livio Tranchida, direttore generale dell'ospedale Santa Croce e Carle, è sempre stato al fianco di Silvia Merlo in questo grande progetto della Pet. "Tecnologia e struttura fanno un ospedale moderno, vero. Due condizioni necessarie ma non sufficienti. Ciò che deve fare un ospedale moderno è ascoltare e comunicare. Lo dico perché oggi riceviamo in dono un macchinario di ultimissima generazione, che da solo non fa nulla. Ciò che gli darà valore è il modo in cui noi lo utilizzeremo".

Il direttore ha poi sottolineato come quella che dirige sia "l'unica azienda in Italia ad aver completato gli acquisti di macchinari del PNRR e tutto è stato già installato. Il macchinario più vecchio dell'ospedale ha qualche mese di vita e per i prossimi cinque anni saremo all'avanguardia. Questo è baluardo di sicurezza. I cittadini vanno dve c'è sicurezza e il nostro è un ospedale sicuro. Grazie alla tecnologia e a chi ci lavora. La cosa che fa la differenza? Il rapporto umano.Quando ci si ammala si entra in uno stato di fragilità e in quello stato una parola vale come una terapia". 

Non è mancato un passaggio sul nuovo ospedale, che la città e l'intera provincia attendono. Ma nel frattempo il Santa Croce deve continuare a funzionare nel migliore dei modi per rispondere oggi ai bisogni di salute. Può farlo anche grazie al supporto della Fondazione Ospedale e del territorio.