Una partecipazione corale e sentita quella che in questi minuti sta caratterizzato la manifestazione che anche quest’anno il collettivo Non Una Di Meno (NUDM) Alba ha organizzato in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne.
Una ricorrenza, quella del 25 novembre, che quest’anno ha assunto un significato ancora più forte, coincidente con due episodi simbolici: il recente anniversario del femminicidio di Giulia Cecchettin (di oggi la richiesta di condanna all'ergastolo per Filippo Turetta, così sempre nella giornata odierna anche la condanna di Alessandro Impagnatiello per l’uccisione e l’occultamento di cadavere della compagna Giulia Tramontano) e il processo per il caso di Gisèle Pelicot. Eventi che ricordano quanto la lotta contro la violenza di genere sia più urgente che mai. "Disarmiamo il patriarcato", lo slogan di quest'anno che accomuna tutti i cortei di NUDM .
Un corteo per ricordare e sensibilizzare
La manifestazione ha preso il via alle ore 18.30 dai Giardini Maestri del Lavoro in corso Piave, luogo che per Non Una Di Meno è divenuto un presidio permanente. Qui è collocata un’installazione artistica composta da 136 pañuelos fucsia, simbolo delle vittime di femminicidio dal 2023 ad oggi, che denunciano il dramma di chi ha perso la vita per mano di uomini incapaci di accettare la libertà delle donne.
Il corteo, animato da letture e interventi, ha attraversato la città per concludersi in piazza Risorgimento.
La moltitudine di persone è scesa in piazza per denunciare un sistema di contrasto alla violenza di genere giudicato inadeguato e lacunoso. Tra le principali richieste avanzate, figuravano l'introduzione di un'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, la problematicità dell’utilizzo del braccialetto elettronico e le sue conseguenze, il potenziamento della rete dei consultori con un approccio transfemminista e la riforma delle carceri femminili. I manifestanti hanno inoltre chiesto la depenalizzazione dell'aborto, il diritto alla casa per tutte le donne e una maggiore attenzione alla rappresentazione mediatica delle donne, spesso vittima di stereotipi e violenze verbali. Infine, è stata ribadita l'importanza di creare spazi sicuri e inclusivi, dove le donne possano organizzarsi e lottare per i propri diritti.
Numeri e simboli della violenza
Secondo l'Osservatorio di NUDM sono 104 le donne uccise in Italia tra il 1° gennaio e il 18 novembre 2024, confermando le dimensioni strutturali di un fenomeno che conta circa una vittima femminile di omicidio ogni tre giorni. I femminicidi, come sottolineato, non sono semplici omicidi: sono atti che trovano origine in dinamiche di controllo, stereotipi di genere e violenze fisiche o psicologiche.
Un messaggio di cambiamento
La manifestazione è stata una voce forte in una giornata internazionale che non è solo memoria, ma anche un invito all’azione.
“Se la violenza è strutturale, la reazione del Governo Meloni è chiara: la retorica della prima donna premier è facilmente contraddetta dagli atti. L’attacco è ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza e ai centri antiviolenza femministi, neutralizzati dal mercato dei bandi pubblici e trasformati in servizi socio-assistenziali che non puntano all’autodeterminazione e sull’autonomia economica di chi si sottrae dal ricatto dell’abuso”, spiega l’associazione.
NUDM, attraverso il proprio lavoro, continua a ribadire la necessità di combattere il patriarcato in tutte le sue forme e di costruire una società in cui nessuna donna debba più vivere nella paura.
Un messaggio chiaro, che Alba ha saputo portare nelle strade, trasformando la memoria in impegno concreto per un futuro migliore.