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Attualità | 20 novembre 2024, 20:27

Levaldigi è sostenibile? Conitours: "L’aeroporto non è un costo, ma un investimento per la Granda"

L'appello del presidente Carlevaris, dei vicepresidenti e di tutto il Consiglio di Amministrazione: "Lo scalo ha le potenzialità per diventare un punto di riferimento per il Nord-Ovest italiano, ma ha bisogno del sostegno e della visione strategica di tutti gli attori coinvolti”

L'aeroporto di Cuneo Levaldigi

L'aeroporto di Cuneo Levaldigi

Molto più di una semplice infrastruttura per il trasporto aereo, ma simbolo di connessione, sviluppo e servizio per un territorio che ha sempre sofferto di problematiche infrastrutturali e logistiche”. Così inizia l’appello a firma di presidente e vicepresidenti di Conitours, il Consorzio degli operatori turistici della provincia di Cuneo, che suona come grido di allarme su quella che da sempre è la spada di Damocle sull’aeroporto di Levaldigi: lo scalo è sostenibile?

Lo spunto per ribadirne le innegabili difficoltà sono stati gli impietosi numeri riportati dalla giornalista Milena Gabanelli nella rubrica Dataroom sul Corriere della Sera, che indicano in 9 aeroporti italiani vere e proprie idrovore per soldi pubblici. Numeri inconfutabili: basta consultare ogni mese il report di Assoaeroporti per rendersi conto della continua emorragia di passeggeri negli scali citati. Tra i quali, purtroppo, c’è anche Cuneo.

L’aeroporto non è un costo, ma un investimento per la Granda – sostengono il presidente di Conitours Giuseppe Carlevaris, i Vice Presidenti Michele Pianetta, Cinzia Daniele, Bruno Alesso e l’intero CDA -. Le infrastrutture non possono essere valutate solo in termini di bilanci economici. Lo scalo consente collegamenti rapidi verso destinazioni nazionali e internazionali, favorendo non solo il turismo, ma anche le attività economiche”. 

Il problema è la capacità del territorio, e di conseguenza dello scalo, di attrarre le compagnie aeree: troppo spesso sono state attivate tratte dimostratesi non sostenibili per i vettori, i quali hanno fatto marcia indietro. Per esempio il collegamento con la capitale, più volte attivato da molteplici compagnie (l’ultima anche con un certo successo in termini di riempimento) e abbandonato. O l’annunciato volo su Monaco di Baviera, che nelle intenzioni doveva collegare la Granda con il mondo attraverso uno dei più importanti Hub europei. Mai decollato. Ora si spera nelle due nuove destinazioni invernali di Aeroitalia, Trapani e Comiso: previste per il 3 dicembre prossimo, subiranno un leggero spostamento: primi voli il giorno 14.

Il presidente Carlevaris e tutto il CDA di Conitorus si è espresso in favore dell'aeroporto

L’aeroporto di Cuneo rappresenta una delle poche vie di collegamento rapido ed efficiente con il resto del Paese e dell’Europa – dicono a Conitours -. Non possiamo permetterci di perdere questa risorsa, tanto più in un momento in cui il rilancio delle infrastrutture è al centro delle politiche nazionali ed europee”. Aggiungendo: “Le continue azioni del suo screditamento rischiano di portare a una spirale negativa. La riduzione del traffico aereo e delle compagnie disposte a investire su Cuneo potrebbe causare una perdita progressiva di rilevanza. Un evento del genere avrebbe conseguenze drammatiche per il territorio, sia dal punto di vista economico che sociale”. 

Di qui l’appello per un sostegno che dicono debba essere “incondizionato. È necessario che la comunità locale, le istituzioni e gli operatori economici si schierino in modo compatto a sostegno dell’aeroporto”. La ricetta? Campagne di promozione del territorio, incentivi per attrarre le compagnie e ovviamente nuove rotte. Ma anche la necessità di “fare sistema”, come ribadito per altro dalla Gabanelli, “attraverso collaborazioni con enti pubblici e privati per sviluppare progetti integrati di mobilità che rendano lo scalo un nodo centrale nel sistema infrastrutturale della provincia ed infine investimenti mirati per migliorare i servizi e l’esperienza dei passeggeri, rendendo l’aeroporto sempre più competitivo”. 

Secondo Conitours Levaldigi ha le potenzialità per “diventare un punto di riferimento per il Nord-Ovest italiano, ma ha bisogno del sostegno e della visione strategica di tutti gli attori coinvolti”.

Un appello, l’ennesimo, che si spera non cada nel vuoto.


 


 


 

Cesare Mandrile

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