Gennaio 2026: è questa la data a cui il consorzio di gestione dei rifiuti Acsr e la ditta Entsorga Spa guardano per la conclusione dei lavori della riqualificazione dell’impianto di biodigestione di Borgo San Dalmazzo, nel sito dell’attuale discarica di San Nicolao. Conclusi i lavori, sempre nei primi mesi di quell’anno, si partirà con la fase di avviamento e con la marcia provvisoria del nuovo impianto a digestione anaerobica che tratterà un totale – tra compostaggio e sfalci del verde – di 45mila tonnellate di rifiuto totale.
Il progetto affidato a Entsorga – a cui l’assemblea dei sindaci ha recentemente dato il via tramite il recepimento delle autorizzazioni connesse alla compatibilità ambientale e che è stato premiato nel 2021 con un cospicuo finanziamento PNRR da 12.851.000 di euro – è stato al centro della commissione consiliare tenutasi ieri (martedì 19 novembre) all’impianto borgarino dell’Acsr. Presenti il presidente Giancarlo Isaia e il direttore generale Cristiana Giraudo per Acsr, la sindaca Patrizia Manassero, l’assessore Gianfranco Demichelis, la presidente dei commissione Alessia Deninotti e i commissari e consiglieri interessati per il Comune di Cuneo.
"Il rifiuto può diventare utile, senza inquinare"
Il progetto di riqualificazione vede come punto centrale la modifica del normale iter di trattazione del rifiuto conferito e raccolto con l’introduzione di una sezione di pretrattamento a digestione anaerobica e una struttura di upgrading per la realizzazione del biometano vero e proprio per l’immissione successiva nella rete del gas. I presenti sono stati guidati dallo staff Acsr proprio sul luogo in cui sorgeranno i nuovi impianti.
Secondo quanto riportato dall’ad Entsorga Pier Cella Mazzariol – presente alla commissione – l’impianto creerà una quantità di biometano capace sì di coprire il consumo energetico di circa 25mila famiglie, ma anche di interessare aziende e soggetti prontissimi a pagare un prodotto creato “in house” con i necessari certificati qualitativi. Questo, ovviamente, una volta arrivato a regime. Ma la quantità di rifiuto utile prodotto dall’intero territorio provinciale ci si sta avvicinando parecchio, e tocca ora quota 32mila tonnellate annue.
“Il nostro obiettivo è mettere a disposizione del concetto di riduzione dell’impatto ambientale le migliori tecnologie a disposizione – ha commentato Cella -. E oggi abbiamo la possibilità di trasformare davvero lo scarto in qualcosa di utile, senza inquinare; l’impatto vero del rifiuto urbano è dato dal biogas che ritorna in atmosfera: con un impianto di questo tipo restituiamo invece al terreno ciò che è suo. È giusto aggiornare l’impianto, oggi che le circostanze, specie economiche, lo permettono”.
L’ad Entsorga ha sottolineato come, dal punto di vista del Comune, il progetto debba essere visto con il senso della costruzione di un ponte o di una nuova strada, senza però dimenticare che un buon processo di trattamento del rifiuto permette anche decisi risparmi sul bilancio dell’ente stesso. “Le valutazioni politiche, ovviamente, stanno a voi – ha poi aggiunto -. Io posso assicurarvi sui dati scientifici, e cioè il nullo consumo di acqua nel processo, il minor utilizzo di energia (visto che per il 10% si userà quella prodotta dall’impianto stesso), la minore incidenza di problemi e rotture in un impianto così ampio, la perfetta circolarità dell’utilizzo di CO2, la scarsissima percentuale di inerti che finiranno in discarica a seguito di questo nuovo trattamento. Abbiamo prodotto più di duemila pagine di progetto per arrivare a questo punto, nelle quali trovano anche posto i temi ambientali e di viabilità, su cui tra l’altro è stato valutato un impatto risibile: ora serve non allontanare la fiducia dei cittadini”.
E ha concluso: “Abbiamo a disposizione un’alternativa migliore nel breve tempo? Questa è la domanda che dobbiamo porci. Non è certo la soluzione migliore o finale, ma ci evita l’utilizzo di combustibili fossili in un panorama in cui un mondo ‘zero waste’ pare ancora parecchio lontano. Serve essere pragmatici e guardare a soluzioni concrete; chi non fa nulla è in errore e perdente a prescindere”.
Il dibattito tra consiglieri
Proprio i consiglieri più dubbiosi sul progetto – presenti e intervenuti – sono stati indicati, direttamente o indirettamente, come colpevoli di minare la credibilità del progetto nei confronti dei cittadini. Per esempio da Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo): “Giusto non farsi intimidire da chi getta paura – ha detto -. Il progetto è stato da subito boicottato ma siamo ignoranti sull'argomento, tutti, e le voci contrarie hanno creato soltanto allarmismo”.
Anche gli altri due consiglieri di maggioranza intervenuti – Elio Beccaria e Mario Di Vico (Cuneo Civica) – si sono schierati a favore del progetto: “Giusto e sacrosanto, per degli amministratori, avere dei dubbi ma ricordo come l’impianto trivalente alla Michelin sia stato accolto allo stesso modo e ora permette l’utilizzo al territorio di una tecnologia all’avanguardia” ha detto il primo. “Partiamo subito, stiamo perdendo troppo tempo – ha rincarato la dose il secondo -. Questo nuovo progetto sarà positivo non solo per il nostro Comune ma per l'intero territorio provinciale”.
Di parere simile anche il membro della minoranza Franco Civallero (FI): “Questo impianto è stato osteggiato da molti ma è importante realizzarlo, anche per non destinare l'area al degrado e all'abbandono”.
Le altre forze di minoranza hanno tentato di difendersi dall’accusa, con Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) che è ritornato sul punto della discussione chiedendo un cronoprogramma e i numeri aggiornati in merito alla quantità di rifiuti necessaria per far funzionare l’impianto a regime. Domande sostenute anche da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Non siamo sicuri che la provincia riuscirà a sostenere la richiesta dell’impianto – ha detto -, quindi ci troveremo a intasare le strade di camion provenienti da altri territori o a indurre sostanzialmente i cittadini a realizzare più rifiuto da poter poi lavorare”. L’indipendente Paolo Armellini – che la commissione in questione l’ha sostanzialmente richiesta personalmente – ha sottolineato come quella dell’impianto non sia vera e propria economia circolare: “I dubbi sono sempre legittimi e stiamo capendo solo ora la portata e la bontà potenziale della tecnologia in questione, ma quando si inseriscono impianti nuovi come questo serve mantenere un equilibrio tra vantaggi e criticità. E secondo noi non è rispettato”.
Manassero e Demichelis: "Emissioni odorigene quasi azzerate"
Dubbi o non dubbi, la strada è stata ufficialmente tracciata sia con la decisione dell’assemblea dei sindaci che con l’affidamento a Entsorga. Ancor più dopo la visita della settimana scorsa – effettuata da diverse personalità del territorio cittadino e provinciale – all’impianto di biodigestione anaerobica presente in provincia di Siena e realizzato proprio dalla società affidataria.
“La struttura tratta tutto il rifiuto della provincia ed è un sito all'avanguardia in cui la ditta ha effettuato un intervento identico al nostro – ha spiegato la sindaca Manassero -. Posso assicurare che la lavorazione anaerobica ha garantito una visita senza odori. Cosa che sarebbe davvero un bel guadagno per Borgo e per i territori confinanti”.
“Dopo la visita non si può non sostenere l'utilità dell'impianto – ha aggiunto ancora Demichelis -. Ci siamo resi conto di come andrà a funzionare e davvero la componente odorigena è quasi del tutto azzerata, assieme all’impatto sul territorio. Non è un caso che l'impianto senese sia inserito in un sito patrimonio UNESCO”.