Attualità - 19 novembre 2024, 10:32

Tanta neve, troppo in fretta (e a volte rosso Sahara): il 2024 del Piemonte porta in quota l'allarme sul clima impazzito

Presentato il Rendiconto nivometrico 2024/2025 della nostra regione. Accumuli dal 20 al 40% in più, ma in meno giorni di precipitazioni. E che si sono sciolti tardi, ma velocemente

Neve al Colle dell'Agnello 2024

Tanta neve, spesso di colore rosso a causa del "contributo" arrivato direttamente dal Sahara. Ma anche situazioni di allerta dovute proprio alle precipitazioni così abbondanti e in tempi ridotti. Sono questi alcuni degli elementi che hanno caratterizzato la stagione scorsa per quanto riguarda la neve in Piemonte. E sono stati messi in luce in occasione del Rendiconto nivometrico 2023/2024 di Piemonte e Valle d'Aosta. E quella della neve "rossa" non è solo una curiosità: la sua presenza incide sui fenomeni di scioglimento del manto, con tutti i problemi che possono seguire.

Tanta neve in pochi giorni

I numeri relativi alla scorsa stagione parlano di un surplus di neve tra il 20 e il 40% rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Una novità soprattutto rispetto agli ultimi 5 anni, quando la neve era stata pochissima.

Tanta neve, ma caduta in meno giorni. Soprattutto nella zona Sud della nostra regione. Se a Nord ovest infatti i giorni in cui ha nevicato sono aumentati dal 20 al 40%, scendendo verso la Liguria si osserva un calo anche forte.

Due inverni diversi in uno

"Due inverni diversi", li hanno definiti gli esperti. Perché dopo un inizio con totale assenza di neve al suolo si è poi passati a nevicate abbondanti da marzo a maggio, quando i valori si sono portati molto sopra la media. Tutto, appunto, nel giro di pochi giorni. A Bardonecchia (Sommeiller, quasi 3000 metri) la neve è sparita solo il 13 luglio. A Macugnaga addirittura il 22 luglio, così come a Pontechianale.

Anche lo zero termico ha osservato andamenti curiosi, con picchi ad aprile che facevano pensare a un'estate anticipata, per poi tornare ad abbassarsi a maggio e giugno come nei mesi di fine inverno e inizio primavera. 

Allerta e incidenti 

Inevitabile che, proprio in base alla presenza di neve, anche le allerte si sono manifestate soprattutto tra febbraio e aprile, con gradazioni addirittura di tipo 4, ovvero "forte".

Sono state le settimane in cui si sono verificate molte valanghe: episodi che in 6 occasioni si sono trasformati in incidenti con 13 persone travolte, un ferito e due morti. Varie le casistiche: da scialpinismo a ciaspolatori, passando per sci in fuoripista, ma anche persone su vie di comunicazione. 

Arriva la prossima nevicata

"Ci stiamo preparando alla nuova stagione e abbiamo già qualche buona notizia sull'arrivo della neve sulle nostre montagne", dice Secondo Barbero, direttore generale di Arpa Piemonte. "La neve è importante per la disponibilità di acqua, ma anche per il turismo".

"Bisogna mettere a fattore comune tutte le professionalità che operano in montagna - commenta Valerio Cappello, Comandante regionale dei Carabinieri Forestali - e vogliamo dare un servizio al cittadino, insieme a sicurezza. Oggi la montagna è sempre più vissuta anche da appassionati e turisti, ma tende a crescere il tasso di incidentalità, forse anche per una minore preparazione. I cambiamenti climatici, poi, rendono difficile determinate previsioni degli eventi".

Oltre 1.300 km di piste da sci

"Il sistema neve è importante per il Piemonte, con 1300 chilometri di piste - aggiunge Marco Gallo, assessore regionale allo sviluppo e promozione della montagna -, ma molto dipende dal clima e dalle precipitazioni. La montagna pero è nche molto altro e i cambiamenti climatici incidono".

Il cambiamento climatico colpisce anche la montagna

"Il clima che cambia impone cambiamenti anche al paesaggio della montagna - sottolinea Luca Mercalli, Presidente Società Meteorologica Italiana -. E non sono d'accordo che siano così imprevedibili. Forse siamo sorpresi, dalla stagionalità e dell'intensità. Basti pensare alla nevicata che a marzo ha portato in pochi giorni quel che mancava da inizio stagione. E poi la primavera ha portato tanta neve che un tempo sarebbe bastata per anni. Ma il calore estivo li ha fatti sparire dai ghiacciai nel giro di un mese. E le prospettive per il futuro non sono rosee".

Massimiliano Sciullo