Nel centenario della nascita di don Ettore Dao, avvenuta il 20 novembre 1924 a Elva, il Comune di Scarnafigi dedica due giornate per onorare la memoria di questo sacerdote e storico di grande rilevanza. L’iniziativa intitolata “Don Ettore Dao: l’uomo, il pastore, lo studioso” ripercorre la vita e le opere di una figura che ha lasciato un’impronta profonda nella comunità.
Due appuntamenti per celebrare una vita straordinaria
Il ricordo del sacerdote si aprirà mercoledì 20 novembre alle 20 al salone Lux di Scarnafigi, con un incontro moderato da Piero Cavigliasso. Durante la serata, Nico Testa presenterà il tema “Don Dao a Scarnafigi: 1971-2000”, evidenziando il suo contributo come pastore e guida spirituale della comunità di Scarnafigi.
Il professor Marco Piccat analizzerà invece il ruolo di don Dao come storico, con l’intervento intitolato “Don Dao: la vita di una comunità attraverso i suoi libri”.
Enzo Marinoni completerà la riflessione parlando di “Elva, un paese che era: Don Dao e il borgo natio”, ripercorrendo il legame tra il sacerdote e il luogo delle sue origini.
La serata sarà arricchita da intermezzi musicali a cura di Sandra Parola e Bruno Manassero, mentre Osvaldo Bellino condurrà le discussioni.
Il secondo momento di celebrazione si terrà sabato 23 novembre, con una messa nella parrocchia di Maria Vergine Assunta, animata dalle cantorie locali, alle 19,30.
Seguirà il concerto della corale “La Reis” di San Damiano Macra, un omaggio musicale alla memoria di Don Dao.
Un’esistenza dedicata al servizio e alla cultura
Don Ettore Dao nacque a Elva, cento anni fa, come quinto di dieci fratelli. Dopo essere stato battezzato da don Marchisio e cresimato dal vescovo Oberti nel 1936, iniziò il percorso religioso entrando nel seminario di Saluzzo nel 1938. Fu ordinato sacerdote nel 1949 dal vescovo di Saluzzo monsignor Egidio Luigi Lanzo e intraprese l’insegnamento nel seminario cittadino di San Nicola, dove divenne rettore nel 1958. Il suo percorso accademico fu altrettanto brillante: conseguì la laurea in filosofia a Roma nel 1954 e in teologia nel 1962.
Nel 1965 pubblicò l’importante opera “La Chiesa nel Saluzzese fino alla costituzione della Diocesi di Saluzzo (1511)”. Nel 1968 divenne canonico della cattedrale di Saluzzo, continuando a contribuire alla vita culturale e religiosa della diocesi.
La svolta arrivò nel 1971, quando il vescovo di Saluzzo monsignor Antonio Fustella lo nominò vicario della parrocchia di Maria Vergine Assunta a Scarnafigi.
Pur trasferendosi "per obbedienza", Don Dao si immerse completamente nella vita pastorale, dedicandosi alle confessioni, al triduo pasquale, alla benedizione delle case e alla gestione delle celebrazioni, delle messe feriali e domenicali fino a quelle nelle cappelle circostanti.
Nel frattempo, avviò importanti opere di restauro e valorizzazione culturale, tra cui la riapertura del salone Lux nel 1976 e il restauro della cappella del Santo Sudario.
Pubblicò anche numerosi testi storici e religiosi, come “La figura e l’opera di Giacomo Soleri” e i primi volumi della “Storia di Scarnafigi”.
Un pastore vicino alla comunità di Scarnafigi
Nel suo ministero a Scarnafigi, don Dao si impegnò attivamente in numerosi progetti di sviluppo e solidarietà. Sostenne le missioni in Camerun promosse da don Chiapello e don Audisio e si dedicò alla promozione della cultura, inaugurando opere come “L’Ultima Cena” di Piero Bolla nella parrocchiale e curando la pubblicazione di libri in collaborazione con studiosi come Marco Piccat.
Fu insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 1977 e, successivamente, del riconoscimento di Ufficiale "Al merito della Repubblica Italiana". Nel 1996 celebrò i 25 anni di servizio a Scarnafigi, lasciando un ricordo indelebile tra i fedeli.
Un’eredità viva nella memoria di Elva e Scarnafigi
Ritiratosi a Saluzzo, Don Dao morì il 21 luglio 2001 a seguito di un incidente domestico. Aveva 76 anni. Il suo corpo riposa nel cimitero di Venasca, ma il suo ricordo vive ancora oggi nelle comunità che ha servito con dedizione.
Le piazze principali di Elva e Scarnafigi portano il suo nome, a testimonianza di un’eredità di fede, cultura e amore per il prossimo.
La due giorni organizzata a Scarnafigi sarà un’occasione per rivivere la vita intensa e poliedrica di un sacerdote che ha saputo incarnare i valori della spiritualità e del sapere, lasciando un segno indelebile nella storia della Chiesa locale e nelle comunità che ha servito.