Dopo la mostra "Merlo. 60 anni di storia", inaugurata giovedì 12 novembre a palazzo Samone e visitabile fino al 12 gennaio, arriva anche il libro.
Nell'ambito della nuova edizione di Scrittoricittà è stato presentata la pubblicazione dedicata ai 60 anni dell'azienda cuneese leader per i sollevatori telescopici. Il volume di 194 pagina dal titolo "Merlo “Il coraggio di osare" è stato pubblicato da Rizzoli, al suo interno numerose le fotografie esplicative della crescita e sviluppo dell'azienda, dalle sue origini ad oggi.
E' stato illustrato personalmente dal presidente e amministratore delegato della Merlo spa, Paolo Merlo in dialogo con Giuliana Cirio, direttore di Confindustria, nella Sala Ferrero dove è stato ospitato l'evento alle 18.30 di oggi, venerdì 15 novembre.
Il libro trasmette una storia di eccellenza, conquistata grazie a valori come lo sviluppo della conoscenza, della competenza interna e l’impegno costante nella ricerca e nello sviluppo.
Una storia di una bottega nata a Cuneo 60 anni fa e diventata una multinazionale con 1700 dipendenti, 7 filiali all'estero, 80 importatori e 600 concessionari.
A quasi due anni dalla sua scomparsa il figlio, Paolo Merlo ricorda il padre Amilcare e il suo legame con la città e la visione che li ha portati alla ribalta mondiale.
"La Merlo spa deve molto alla città di Cuneo – spiega l'ad -, dove ha molto nostro indotto. E' un'estensione naturale della nostra attività. Mio padre era internazionale, ma aveva questa radice piemontese che usava nel mondo, nelle fiere, in famiglia e con le persone a cui era legato in tempi in cui tutto era più distante.
Il suo coraggio di osare – prosegue Paolo Merlo - ha portato a una realtà produttiva il cui cuore è a Cuneo e che è arrivata anche in Australia e negli Stati Uniti, che parla molte lingue straniere. Siamo in tutto il mondo. Circa 200 sedi all'estero. Un'azienda da oltre 700 milioni di euro di fatturato”.
Una storia quella della Merlo spa che inizia nel 1911 grazie a Giuseppe Merlo.
“Nonno Pinin – racconta il nipote - era un fabbro e ha aperto un laboratorio in via Amedeo Rossi, dove c'erano gli strumenti di lavorazione del ferro, materia prima che ha accompagnato anche le generazioni future.
Il rosone del portone del cimitero di Cuneo, per esempio, è stato proprio uno dei primi lavori eseguiti da lui e mio papà lo ha sempre aiutato dopo la scuola.
A mio padre Almicare gli hanno conferito la laurea honoris causa in ingegneria dal Politecnico di Torino, ma lui era soprattutto un ingegnere del fare, partito dal basso come garzone. E con l'esperienza e determinazione ha approfondito gli studi evolvendo la produzione. A mio padre dobbiamo l'intuizione, la scintilla di copiare e fabbricare un Dumper. Da qui il coraggio di osare.
Negli anni '50 il primo trasferimento dell'azienda di famiglia alla periferia di Cuneo, in via Castellani, dove è rimasta per una decina d'anni e poi nel '64 il trasferimento a San Defendente di Cervasca, dove è rimasta ed ha trovato la sua massima espansione.
Dal primo tornio a manovella manuale l'evoluzione è arrivata grazie a una nuova intuizione di mio padre, che si è sempre distinto per la sua curiosità e intelligenza. Ha sempre effettuato test per migliorare.
La gamma dei prodotti si espande fino agli anni '80, quando è stato creato il sollevatore telescopico, che è ha segnato una rivoluzione prestandosi a settori dall'agricoltura all'edilizia.
Negli anni 2000 altra rivoluzione con il multifarmer, un connubio tra sollevatore telescopico e trattore, che è ancora brevettato e unico sul mercato.
Altro fattore distintivo è il contatto diretto con tutti i clienti, anche all'estero.
Fa parte della genialità di mio padre anche il metodo di produzione, la scelta di produrre le macchine con componenti autoprodotti. Tutta la lavorazione è interna, sviluppando così competenze uniche. Questo ha rappresentato un vantaggio competitivo, logistico e per il controllo del processo produttivo, che garantisce la qualità.
Anche nella formazione ci siamo impegnati con la nascita del centro di formazione e ricerca in collaborazione con gli ingegneri del Politecnico di Torino. L'Academy, nata l'anno scorso, per formare tecnici ultra specializzati e meccanici è indispensabile per mantenere la catena di distribuzione delle macchine.
Mia mamma si occupava della parte commerciale e insieme a mia zia si avviava alla riscossione delle fatture, anche in Francia, per pagare gli stipendi al lunedì mattina.
Natalina è stata la prima donna a prendere la patente D in provincia di Cuneo. Portava gli operai sul pullmino in cantiere.
Per il futuro – conclude Paolo Merlo - continuerò ad ispirarmi al motto di mio padre, di osare e aver coraggio, ritornando a rendere il lavoro una soddisfazione personale".
Nonostante l'ampio sviluppo le radici della Merlo spa restano solide nel quartier generale a San Defendente di Cervasca. Una crescita che risponde alle esigenze contemporanee a cui la filosofia aziendale si è adeguata con la realizzazione di un sito da cui è possibile scaricare un estratto sintetico del libro, che consente di ottenere una panoramica generale dei suoi contenuti, presentati in forma riassunta e tradotti nelle lingue ufficiali di ciascuno dei Paesi in cui Merlo ha una presenza diretta tramite le sue filiali, garantendo così un accesso facilitato e comprensibile a un pubblico internazionale.