Riceviamo e pubblichiamo la visita dell'ex senatore Guido Brignone alla nave della Marina militare italiana Amerigo Vespucci, per la prima volta a Phuket (Thailandia)
Gentile Direttore, buongiorno da Phuket (Thailandia).
Le mando una notizia che non ha alcun riferimento alla Granda, ma forse La può interessare, perché è raro poter calcare il suolo italiano a 12000 km dall'Italia; ma è suolo della Patria anche una nave militare.
La Amerigo Vespucci, vanto della Marina italiana ed esempio della "bellezza" del nostro Paese, nel suo secondo tour annuale intorno al mondo è giunta per la prima volta a Phuket, dove mia moglie ed io siamo soliti trascorrere parte dell'inverno.
Nei quattro giorni di sosta è stata visitata da decine di migliaia di persone, con grande risalto sui mezzi di informazione locali ed anche nazionali.
Ovviamente la visita non si è limitata al ponte superiore, ma a tutta la nave, che conserva arredi e particolari d'epoca originali e stupendi, in particolare nell'area ufficiali e in quella riservata all'Ammiraglio.
È incredibile che ancora oggi la Vespucci procede con le sue 25 vele, dispiegate e ammainate a mano con 8 km di funi, e vira grazie a tre grandi ruote di timone.
Nella zona riservata ai pasti, alla sera gli allievi ufficiali del primo corso sospendono le amache per il riposo notturno. Per le lunghe tratte di navigazione, sino a 28 giorni ininterrotti, i dissalatori forniscono l'acqua per ogni necessità.
Visitare in un Paese lontano la nave più bella del mondo accompagnati dal suo Capitano in seconda, in mezzo a una folla incredibile di thailandesi e turisti affascinati di ogni parte del mondo, che in questi mesi affollano Phuket, è un'esperienza da ricordare.
Qui in Thailandia l'immagine dell'Italia è molto alta. La gente è gentile e sempre sorridente.
Però Phuket è la Thailandia turistica, delle isole e del mare da sogno, delle spiagge ombreggiate dalle palme e dalle mangrovie. L'antico Siam, nel nord est verso il Laos, da dove proviene mia moglie Suchanan, è ben diversa. In quella realtà i villaggi sono di case di legno di tek, ognuna con la sua casetta degli spiriti, risaie a perdita d'occhio dove pascolano i bufali, donne che filano e tessono la seta a mano, bellissimi templi buddisti con le loro statue dorate, naga colorati e i cimiteri intorno, cerimonie religiose partecipatissime, nelle quali non mancano reminiscenze induiste ed anche animiste.
Se non fosse per i diffusi pickup, i telefonini e le motorette, sembrerebbe di essere ritornati indietro nel tempo di almeno un secolo, quando nelle nostre campagne e montagne nessuno chiudeva la porta a chiave, come non la chiudiamo tutt'ora qui nell'Issan io e mia moglie.