“L’annata agraria 2024 è stata difficile, in tutti i sensi. In primo luogo, i 1000-1200 ml di pioggia hanno reso molto complicata questa stagione. Gli estremi climatici si fanno sentire sulla qualità, sulla quantità e in generale sulla gestione agricola.
Nello specifico della viticoltura, c’è stata una grande differenziazione delle quantità prodotte, a seconda della zona e della capacità umana di portare in porto l’annata.
Buoni i risultati su bianchi e rossi di prima maturazione come, ad esempio, Dolcetto e Pelaverga, mentre sui vitigni tardivi ancora una volta l’organizzazione aziendale ha fatto grande differenza: chi ha dovuto raccogliere dopo il 15 ottobre ha perso, a causa delle piogge, molta qualità”.
È l'analisi di Claudio Conterno, presidente Cia Cuneo e barolista, co-titolare dell'azienda agricola Conterno Fantino, in occasione del bilancio sull'annata agraria fatto ieri dalla Confederazione Italiana Agricoltori.
Guarda la video intervista a Conterno:
Una buona annata nonostante le piogge
“Chi ha saputo lavorare in modo attento e professionale ha fatto una buona annata – commenta Conterno -. Bisognava eseguire interventi nei pochi momenti in cui si poteva intervenire. Poteva essere un'annata eccazionale se questi quindici giorni di bel tempo fossero stati a settembre”
Vista la qualità lievemente più bassa degli altri anni, i prezzi delle uve sono leggermente in calo, ma Conterno confida in una buona annata: “Abbiamo grandi colori e grandi profumi, un po' meno di alcol che è quello che oggi la gente vuole. In generale i mercati sono in ripensamento, occorre fare attenzione a come comunichiamo il vino, e a che tipo di pubblico ci riferiamo e magari pensare ai giovani proponendo anche cose nuove”.
Prodotto alcol free? Sì ma solo se ben disciplinato
Conterno non spara a zero sui prodotti alcol free:“La tendenza sembra andare verso l'alcol free anche se il consumo di alcol non è in diminuzione. Non sono contrario al prodotto non alcolico derivante da uva. Può trovare un suo spazio ma deve essere ben disciplinato. Poi ovviamente i grandi docg e i grandi vini del Piemonte devono rimanere nella tradizione e nei disciplinari. Ma si possono intercettare strade nuove”.
Il vino e l'export
Al momento l'elezione di Trump negli Stati Uniti non sembra preoccupare il mercato vitivinicolo italiano: “Il mercato USA è molto importante per il prodotto vino, ma è ancora molto presto per fare valutazioni. Nella sua passata legislatura Trump aveva messo i dazi sui vini francesi e non su quelli italiani. Bisogna aspettare. Poi tutto dipende dalla variazione finanziaria interna”.
Ma Conterno guarda oltre: “Io non disdegnerei di allargare gli orizzonti. Il mondo è grande. Allarghiamo orizzonti verso l'Asia, un paese immenso. Penso all'India, alla Cina. Speriamo che non ci siamo più guerre e magari di poter inseguire anche i mercati russi”.