Dovrà pagare una multa di 600 euro e corrisponderne a suo figlio mille come risarcimento. Questa la condanna inflitta dal giudice del tribunale di Cuneo a S.R., un uomo di Tarantasca, che si trovava a processo con l’accusa di diffamazione.
Tutto nacque nel settembre 2021 quando il figlio, costituitosi parte civile nel procedimento con l’avvocato Flavio Silvestro, era stato avvisato da un suo amico che sulla pagina di un gruppo Facebook di autotrasportatori suo padre lo aveva accusato di avergli rubato alcuni deambulatori elettrici per disabili. “Alla sera ho saputo che stava insistendo a scrivere le stesse cose anche sulla pagina di Tarantasca - aveva spiegato il figlio al giudice-. Voleva che lo contattassi perché, secondo lui, gli dovevo 3.000 euro. Gli mandai un messaggio dicendogli di smetterla, ma lui disse che tutti dovevano sapere. Prima di questo lo avevo aiutato quando aveva litigato con la sua compagna, ma quando si sono rimessi insieme abbiamo interrotto i rapporti”.
Come emerso in istruttoria, il padre non denunciò mai il figlio per quel presunto furto, ma fu lui stesso a doverlo querelare quando quelle voci arrivarono alle orecchie dei suoi datori di lavori, che vollero spiegazioni. Presente in aula, la parte civile, alla domanda del pubblico ministero su cosa volesse da suo padre per ritirare la querela, ha risposto che gli sarebbero bastate le scuse e il pagamento delle spese processuali.
Attraverso le indagini dei Carabinieri, si è riusciti a risalire che quei commenti su Facebook appartenessero realmente al profilo social dell’imputato che, ancora, nel mese di novembre aveva pubblicato altri post diffamatori nei confronti del figlio aggiungendo di essere stato querelato.
Sentito come testimone, un amico del ragazzo ha dichiarato in tribunale che in uno degli ultimi post S.R. aveva anche pubblicato la foto di suo figlio scrivendo che gli aveva portato via i deambulatori e le carrozzelle, con tanto di numero di telefono per essere contattato.