Alba, città del tartufo bianco e dei vini pregiati, ha anche un'altra anima, profonda e coraggiosa. Era il 1949 quando Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica italiana, consegnò la più alta onorificenza militare italiana a questa città. Un riconoscimento che celebrava il coraggio e la determinazione dei suoi cittadini durante la Resistenza.
Oggi 13 novembre, la sala storica del Teatro Sociale "G. Busca" è stato il palcoscenico di un partecipato evento aperto al pubblico e organizzato in collaborazione con il Centro Studi “Beppe Fenoglio”, con la conduzione di Paolo Tibaldi. A introdurre la celebrazione il sindaco Alberto Gatto, che ha dichiarato: “La Medaglia, assente per troppo tempo, torna oggi a occupare il suo posto d'onore e a placare il senso di smarrimento che mi aveva lasciato non averla più. Il ritorno della Medaglia celebra la nostra storia e riafferma i valori fondanti della nostra comunità: libertà, giustizia e democrazia”.
Il Consigliere provinciale Massimo Antoniotti subito dopo ha speso parole toccanti: “La libertà è un dono prezioso che dobbiamo tutelare e trasmettere alle nuove generazioni. È nostro dovere aiutarle a comprendere il valore della Resistenza e a diventare i protagonisti di un futuro ancorato ai principi di democrazia e libertà”.
La serata è proseguita con la lezione “Una Medaglia che resiste” a cura di Marco Revelli, presidente della Fondazione Nuto Revelli e figlio di Nuto. Marco Revelli nasce nel 1947 ed è stato allievo di Norberto Bobbio. Marco Revelli, con la sua profonda conoscenza della storia, ha guidato il pubblico in un viaggio nel passato, ricordando i sacrifici e le speranze di coloro che lottarono per la libertà. La sua lezione è stata un invito a riflettere sul significato attuale di quella onorificenza. “Beppe Fenoglio, con la sua prosa cruda e autentica, ha saputo restituirci la Resistenza nella sua complessità, lontano da ogni retorica, facendocene rivivere l'epopea con una forza e una verità uniche”, ha concluso Revelli.
La Resistenza è parte indissolubile della storia di Alba, un valore che trascende gli schieramenti politici. A ribadirlo sono saliti sul palco gli ex sindaci Ettore Paganelli, Tomaso Zanoletti, Giuseppe Rossetto, Maurizio Marello, Carlo Bo e l'attuale sindaco Alberto Gatto, uniti nella lettura della lettera del 2 ottobre 1945, indirizzata al Ministero della Guerra, per chiedere il riconoscimento di Alba e dell'albese nella Lotta di Liberazione. A firmare il documento era Teodoro Bubbio Presidente del CLN e Sindaco di Alba Libera dal 26 aprile 1945. Si è poi proceduto alla lettura della motivazione ufficiale con cui il Presidente della Repubblica conferì la Medaglia d'Oro alla città. Un riconoscimento, purtroppo, sottratto alla sua teca nel Palazzo comunale albese la notte tra il 5 e il 6 maggio 2023, suscitando profonda indignazione a livello nazionale.
Partendo dal teatro sociale, un lungo corteo ha accompagnato la nuova Medaglia coniata dalla Zecca di Stato, prima nella Chiesa di San Domenico e poi in Municipio. Il percorso si è concluso con la sua solenne deposizione nell'ufficio del Sindaco, un atto simbolico che ribadisce il profondo legame tra la città e la sua storia. Per dare maggior risalto all’evento, è stata allestita al primo piano del Comune una mostra documentale dedicata alla storia di questa prestigiosa onorificenza.
La celebrazione è stata preceduta da un incontro rivolto agli studenti delle scuole superiori, un modo per coinvolgere le nuove generazioni nella commemorazione di un momento fondamentale della storia cittadina. La lezione di Paolo Borgna sui 23 giorni di Alba Libera ha dimostrato come la Resistenza sia un pilastro fondamentale dell'identità albesi, un lascito che continua a vivere nel presente.