La Boman nasce nel 1999 dal sogno e dalla determinazione di Silvio Bonaudi, un imprenditore appassionato di meccanica che ha trasformato una piccola officina in un’azienda di rilevanza internazionale.
Situata oggi a Murello, l’azienda è specializzata nella progettazione e produzione di attrezzature per il sollevamento e componenti per gru, progettate su misura per rispondere alle esigenze specifiche dei clienti.
Dopo la tragica scomparsa del fondatore Silvio in un incidente stradale nel 2021, l’azienda è ora guidata dai figli Enrico e Clara Bonaudi, insieme all’amministratore delegato Alex Belforte.
Il ricordo di Silvio Bonaudi è sempre presente, in ogni angolo dello stabilimento, a partire dal grande murale che lo ritrae sulle pareti.
Questa straordinaria opera, realizzata dall’artista Mario Leuci, racconta non solo la sua vita, ma anche la passione e la visione che ha sempre avuto per la sua azienda e per il territorio. Ogni giorno, coloro che lavorano in Boman possono trovare ispirazione nel suo sguardo, nella sua determinazione e nel suo spirito lungimirante.
Il gruppo ha recentemente celebrato i 25 anni di attività, confermando il legame con i valori familiari e l’innovazione che contraddistingue l’eredità del fondatore.
Enrico Bonaudi, presidente di Boman, racconta il percorso dell’azienda, le sfide affrontate e gli obiettivi futuri.
Da dove deriva il nome "Boman" e quale è stata l’evoluzione dell’azienda nel tempo?
“Il nome ‘Boman’ deriva dalla fusione dei cognomi Bonaudi e Manfredi, quest'ultimo appartenente a mia madre, Denise.
L'azienda è stata fondata come officina meccanica, inizialmente focalizzata sulla produzione di contenitori metallici e carpenteria generica a Ceresole d'Alba.
Nel 2005, si trasferisce nella sua attuale sede a Murello, dove si specializza nella produzione di bisarche e contrappesi per gru nell’edilizia, per poi espandersi nella realizzazione di bracci di gru destinati ai principali marchi internazionali del settore”.
Partiamo dalle origini. Quali erano i valori che hanno ispirato suo padre Silvio nella creazione della Boman?
“Mio padre era una persona visionaria e appassionata. Ha fondato la Boman con l’idea di creare un’azienda che non fosse solo produttiva ma anche innovativa, incentrata sul valore umano.
Per lui, ogni prodotto doveva portare un beneficio concreto alla vita delle persone, rendendo il loro lavoro più sicuro ed efficiente.
Questo rispetto per il lavoro e per chi lo svolge è parte integrante del nostro Dna aziendale e un valore che ci impegniamo a mantenere vivo ogni giorno”.
Dopo la sua scomparsa, come è cambiato il vostro modo di gestire l’azienda?
“La scomparsa di mio padre è stata un momento molto difficile, sia personalmente che professionalmente. Ci siamo trovati improvvisamente a dover prendere il timone di una realtà complessa, che fino ad allora aveva sempre avuto la sua guida. Con mia sorella Clara e Alex Belforte, il nostro amministratore delegato, ci siamo concentrati sul portare avanti la sua visione. Abbiamo mantenuto la sua filosofia, puntando sempre alla qualità e alla sicurezza, ma abbiamo anche cercato di innovare, seguendo le esigenze di un mercato in continua evoluzione. In questo percorso abbiamo portato avanti anche un altro importante aspetto che appartiene alla filosofia di Boman: la prosecuzione di un cammino che ci vede al fianco dei nostri clienti e dei nostri fornitori che per noi sono veri e propri partner con cui costruiamo oggi come domani lo sviluppo della nostra azienda”.
Boman è conosciuta per l’attenzione alla sicurezza dei dipendenti. Come gestite questo aspetto?
Ogni operatore ha una divisa personalizzata e indossa dispositivi di sicurezza appositamente studiati.
Abbiamo anche un servizio lavanderia interno per garantire che ogni dipendente trovi la propria divisa pulita e pronta all’inizio del turno.
Tutti questi dettagli fanno parte di una politica di attenzione al benessere che crediamo sia fondamentale per lavorare bene e in sicurezza”.
Com’è il legame di Boman con il territorio?
“Boman è profondamente legata al Piemonte, alla Provincia di Cuneo e a Murello dove abbiamo la sede.
Molti dei nostri collaboratori sono di origine indiana, una comunità che mio padre ha sempre sostenuto grazie a un rapporto speciale con le suore di Pancalieri, che accoglievano giovani indiani.
Una testimonianza di questo legame è anche data dall’intervento recentemente attuato per l’installazione di un defibrillatore fuori dal cancello aziendale, perché, oltre a essere dei propri dipendenti, è a disposizione di chiunque ne abbia necessità, anche all’esterno. La decisione, seppur non obbligata da alcuna norma, è stata presa pensando a un’eventuale emergenza, il macchinario aumenta infatti del 10% la possibilità di salvare una persona, ed è una percentuale tutt’altro che trascurabile.
Abbiamo aderito a vari progetti locali, come il sostegno al Saluzzo Calcio e la piantumazione di alberi di Paulownia in collaborazione con l’associazione ‘Paulownia Piemonte’ per compensare la CO₂. Crediamo che, come imprenditori, abbiamo la responsabilità di contribuire attivamente al benessere della comunità”.
Perché avete deciso di piantare alberi di Paulownia e dove sono stati collocati?
“La decisione di piantare la Paulownia è nata per contribuire alla sostenibilità e migliorare il nostro territorio.
In particolare, abbiamo messo a dimora 50 piante al 'Centro Cinofilo 4 Zampe' di Pancalieri, con l’obiettivo di creare aree di ombra per gli animali.
Sono 2 piante per anno di attività della nostra azienda, ed è un modo simbolico per lasciare qualcosa di positivo per il futuro.
La Paulownia è perfetta per il nostro clima, cresce rapidamente e simboleggia per noi di Boman la capacità di adattamento e resilienza, valori che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro.
Piantare questi alberi è un gesto che riflette quello che vuole essere il nostro impegno verso la sostenibilità e il nostro amore per il territorio”.
A proposito di Pancalieri come ha contribuito Boman al progetto di statalizzazione della Scuola dell’Infanzia del paese e quale significato ha per l’azienda questo impegno verso il territorio?
“Con la nostra azienda abbiamo sostenuto attivamente questo progetto che riteniamo fondamentale per garantire l'accesso a un'educazione di qualità alle famiglie locali, in un periodo di difficoltà legato ai costi crescenti e al calo delle nascite.
Riteniamo sia importante fare la nostra parte come azienda, non solo per il benessere della comunità, ma anche per rafforzare il legame intergenerazionale che ci unisce al territorio.
Mio padre Silvio aveva frequentato l’allora Asilo Infantile di Pancalieri e, dopo molti anni, anche io e mia sorella Clara siamo stati alunni di questa scuola.
Per noi è una sorta di filo rosso che unisce le generazioni della nostra famiglia. Ritengo che sia fondamentale, come imprenditori, essere presenti in modo concreto su quel territorio che ci ha permesso di far crescere la nostra azienda”.
In un settore così competitivo, come riesce Boman a distinguersi sul mercato internazionale?
“Credo che la chiave del nostro successo stia nell’offrire prodotti su misura, progettati per le esigenze specifiche di ogni cliente.
Ogni componente che esce dalla nostra azienda è il frutto di uno studio attento, volto a garantire funzionalità e sicurezza.
Abbiamo creato mezzi innovativi come ad esempio i roto-sollevatori, che usiamo anche in azienda, e ci permettono di movimentare pezzi di grandi dimensioni e svolgere con efficienza e sicurezza operazioni di assemblaggio, saldatura e manutenzione.
Cerchiamo sempre di adattarci alle esigenze del mercato nazionale e internazionale cercando di innovarci costantemente”.
Quali sono i prossimi progetti per la vostra azienda?
“Desideriamo continuare a crescere sul mercato internazionale, consolidando la nostra presenza in Europa e negli Stati Uniti.
Crediamo che innovazione e responsabilità sociale debbano andare di pari passo, e lavoriamo ogni giorno per rendere la Boman un’azienda ancora più all’avanguardia, sicura e attenta al benessere delle persone”.
Cosa significa portare avanti l’eredità di suo padre?
“È una responsabilità grande, ma anche un grande onore.
Mio padre ha dedicato la vita a questa azienda, e sento il dovere di portare avanti la sua visione con lo stesso impegno.
Ogni volta che entro in azienda, e lo vedo raffigurato nel grande murale sulla facciata del capannone, ricordo le sue parole e i suoi insegnamenti.
Credo che, continuando a mettere la persona al centro, come lui avrebbe voluto, stiamo continuando il suo sogno”.
L’impegno e la dedizione di Enrico Bonaudi e della sorella Clara nel portare avanti la visione del fondatore sono un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere e sostenersi.
La storia della Boman continua, guidata dalla passione, dalla qualità e dall’intramontabile valore della famiglia e il rispetto del lavoro dei dipendenti.