Attualità - 08 novembre 2024, 12:08

Al via la campagna di screening epatite C dell'Asl Cn1

Si parte con la promozione social e cartacea, per promuovere l'adesione nella coorte dei 110mila nati tra il 1969 e il 1989

La sede cuneese dell'ASL Cn1

Il dipartimento di Prevenzione dell’Asl CN1 ha avviato, attraverso l’Unità di Valutazione e Organizzazione dello Screening (U.V.O.S.), su indicazione della Regione Piemonte, una campagna di comunicazione sul territorio per promuovere lo screening di popolazione per identificare le infezioni del fegato causate dal virus dell’Epatite C (HCV). Da qualche giorno è stata avviata anche la campagna social sulle pagine Facebook e Instagram sia dell’Asl CN1 sia dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle; sono stati posizionati roll-up all’ingresso degli ospedali del territorio e in via Carlo Boggio a Cuneo per attirare l’attenzione dei cittadini e saranno distribuite locandine e brochure informative sia alle Farmacie, sia presso gli studi dei medici di medicina generale. 

Perché sono importanti i controlli
L’infezione in questione può guarire spontaneamente con l’eliminazione del virus in poche settimane, oppure può diventare cronica e provocare, se non trattata con una terapia specifica, seri problemi di salute. Il 20-30% dei pazienti con Epatite C cronica sviluppa, nell’arco di 10-20 anni, cirrosi e circa l’1-4% un successivo epatocarcinoma. Ad oggi non esiste un vaccino in grado di prevenire l’infezione da Epatite C, l’unica forma di protezione consiste nella riduzione del rischio di esposizione al virus.

Per diagnosticare le infezioni da Epatite C non note e intervenire precocemente con la terapia per evitare le complicanze della malattia è fondamentale eseguire un attento controllo della popolazione sana. 

Lo screening è volontario, gratuito ed è rivolto a tutte le persone nate tra il 1969 e il 1989, circa 1.160.000 piemontesi e 110.583 residenti in Asl CN1. 

Rientrano nei destinatari dello screening anche le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere, indipendentemente dal loro anno di nascita. 

Per aderire all’indagine occorre sottoporsi a un semplice prelievo di sangue (prelievo venoso o pungidito) per la ricerca degli anticorpi specifici contro il virus. In caso di positività al test di primo livello e al conseguente test di conferma Hcv-Rna, il soggetto interessato verrà preso in carico dal Centro specialistico di riferimento locale per concordare l’inizio della terapia antivirale.

Sul sito dell’Asl CN1 (che riporta anche a quello della Regione Piemonte) ci sono le informazioni sulla malattia e le modalità di prenotazione.

comunicato stampa