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Attualità | 06 novembre 2024, 16:02

Contrordine caccia, Tar accoglie richiesta della Regione: si torna a sparare a coturnice, fagiano di monte e moretta

L’assessore Bongioanni: «Soddisfazione per una decisione tempestiva che conferma le scelte della Regione e va incontro al mondo venatorio»

Contrordine caccia, Tar accoglie richiesta della Regione: si torna a sparare a coturnice, fagiano di monte e moretta

Via libera alla caccia in Piemonte anche a tre specie in precedenza bloccate: due di fauna tipica alpina, la Coturnice e il Fagiano di monte, e all’acquatica Moretta. Resta invece il divieto per la specie alpina Pernice Bianca. Lo ha stabilito oggi con l’ordinanza 6/11/2024 n. 430 il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, che ha respinto per 3 specie su 4 la domanda di sospensiva presentata dalle associazioni ambientaliste e accogliendola per la sola pernice bianca.

La Regione Piemonte potrà quindi a breve riaprire la caccia al fagiano di monte e alla coturnice, mentre la caccia alla moretta sarà possibile senza attendere alcun provvedimento regionale. L’attività venatoria per tutte le altre specie prosegue secondo le modalità indicate nel calendario venatorio regionale 2024-25.

Soddisfazione da parte dell’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni: «Ringrazio il Tar per aver esaminato in tempi celeri la questione e per aver assunto una decisione che ci dà ampiamente ragione e restituisce ai cacciatori la possibilità di cacciare specie sulle quali la posizione regionale era stata più che motivata».

Il ricorso della Regione – argomenta infatti il Tar - «sembra presentare parziali profili di fondatezza. Con riferimento alle specie coturnice e fagiano di monte, le prescrizioni regionali appaiono conformi alle indicazioni di Ispra, sicché pare priva di fondamento la censura in base alla quale la Regione si sarebbe discostata immotivatamente dal parere di Ispra. Quanto alla specie moretta, pare che la Regione abbia argomentato in modo adeguato le ragioni per le quali ha preferito discostarsi dal parere di Ispra».

C. S.

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