Sono ore di fibrillazione, a Cuneo, alla vigilia dell'incontro tra l'assessore regionale alla Sanità e i sindaci dell'Asl Cn1. E, soprattutto, lo sono dopo la notizia del ricorso presentato dalla Inc Spa, che chiede circa 11 milioni alla Regione per le spese sostenute in due anni di progettazione.
A ottobre, proprio Riboldi aveva annunciato che il nuovo ospedale di Cuneo non si sarebbe realizzato con il partenariato pubblico privato, il PPP, proposto dalla Inc spa e bocciato perché risultato troppo oneroso. Nel PPP, la proponente si assume gli oneri del progetto e, in caso di approvazione, può avanzare il diritto di prelazione sulla realizzazione dell'opera. In caso di respingimento, invece, non può avanzare pretese se non nel caso in cui ritenesse, come evidentemente in questo caso, che non sia stata rispettata la normativa.
Il ricorso è stato recapitato all'Azienda ospedaliera Santa Croce e Carle lo scorso 31 ottobre, da qui trasmesso poi alla Regione. Saranno quindi gli uffici dell'ospedale a dover agire per difendersi, benché sia stata in realtà la Regione ad esprimere il parere finale, vincolante. Paradossalmente, se l'ospedale di Cuneo avesse ritenuto di accettare la proposta di INC ma la Regione no, avrebbe avuto valore la decisione di quest'ultima.
In questo caso, il no è stato unanime.
Si sono persi due anni e si è scelto di optare per i fondi dell'Inail, strada mai totalmente accantonata.
Adesso, il cronoprogramma - l'ennesimo - presentato proprio da Riboldi prevede che entro il mese di dicembre si vada a gara proprio per la progettazione, ma i soldi, circa 20 milioni di euro, al momento non sono stati deliberati. Per cui non è possibile bandire la gara e, soprattutto, non è chiara la cifra a disposizione per la realizzazione, basandosi sulla quale si dovrà procedere con la progettazione.
Insomma, nulla di chiaro.
Domani si parlerà anche dell'ospedale di Savigliano, su cui fin da subito si era deciso per i fondi Inail. E si parlerà di tagli ai servizi socio assistenziali da parte dell'Asl Cn1, tagli che preoccupano i sindaci, perché finiranno per ricadere sulle casse dei Comuni.
Ma è sul nuovo ospedale che è intervenuta la prima cittadina di Cuneo Patrizia Manassero, più volta tirata per la giacchetta proprio su questo argomento che sta diventando, di mese in mese, sempre più spinoso e oggetto di numerosi interventi e attacchi al suo indirizzo, da parte delle minoranze, anche in sede di consiglio comunale.
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Questo il suo intervento sul tema
Attendiamo con una certa trepidazione la visita dell’Assessore regionale alla sanità Federico Riboldi domani a Cuneo.
Dopo l’ultimo passaggio cuneese, abbiamo visto l’imponente piano regionale per la sanità che l’Assessore ha presentato poche settimane fa ai direttori sanitari del Piemonte. Ascolteremo gli aggiornamenti rispetto a quel piano, consapevoli del fatto che – come ho già detto - saranno solo delibere e atti amministrativi a rasserenarci. Invece fino a qui non abbiamo visto niente, nemmeno lo stanziamento indispensabile per dar corso alla gara per una nuova progettazione che dovrà per forza ripartire da zero.
Questo evidentemente ci preoccupa parecchio e ci fa dire che stiamo quindi già registrando un ritardo alla seconda partenza. Perché la prima, con il PPP, si è rivelata una falsa partenza.
Accanto a questo, abbiamo appreso del ricorso al TAR della Inc Spa, rispetto a un percorso su cui gli atti non sono ancora disponibili. Abbiamo anche appreso della costituzione di un gruppo di contrasto alla illegalità e questo ci interroga, data l’esistenza di una Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), preposta a quel compito.
Possiamo dire che tanto si muove, ma nulla cambia e non è ancora avvenuto nulla di significativo che dia il via a un nuovo percorso per l’ospedale del territorio cuneese. Non vorrei che si tentasse di fare il gioco delle tre carte per poi lasciare alla fine Cuneo con un pugno di mosche. Sarebbe di una gravità inaudita.