È stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno, presentato al consiglio comunale di Ormea, riguardante la possibile realizzazione di una diga sul Tanarello.
L'ipotesi era emersa, lo scorso 5 ottobre, nel corso in un convegno organizzato dall’Associazione Costruttori Edili di Imperia (leggi qui).
"Considerato che un tale progetto, se fosse realizzato, avrebbe un impatto rilevantissimo sul territorio del Comune di Ormea, di tutta l'Alta Valle e sull'intero bacino del Fiume Tanaro - evidenziano dall'amministrazione di Ormea - il consiglio chiede di essere portato a conoscenza dei contenuti tecnici del progetto e la realizzazione di un approfondito studio geologico sulla Valle del Tanarello e di uno studio preliminare sull’impatto ambientale, economico e sociale di una tale opera".
Il progetto, presentato Rivieracqua, società per azioni a capitale interamente pubblico creata per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale dell’Imperiese, è stato inserito nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed è attualmente in attesa di finanziamento.
Sul sito della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture del Ministero risulta un progetto dal titolo “Diga sul Tanarello e opere di derivazione verso il versante imperiese” che, per un costo complessivo di 108 milioni, prevede la “realizzazione di un invaso artificiale nel fondovalle del torrente Tanarello, con capacità di regolazione idrica stagionale, (volume utile circa 3 milioni di metri cubi) alimentato dallo stesso torrente Tanarello e da una presa sussidiaria sul torrente Negrone”, delle successive gallerie di adduzione e della costruzione di “una centrale idroelettrica principale a Cosio d’Arroscia e relativo bacino e di due centrali elettriche secondarie a Pieve di Teco e a San Lazzaro Reale”.
Ad esporre le proprie preoccupazioni non era stato solo il sindaco di Ormea e presidente dell'Unione Montana Alta Valle Tanaro, ma anche il presidente del Consorzio Irriguo Alto Tanaro Cebano, onorato Lingua.
"Da questa sintetica descrizione - scrivono gli amministratori valtanarini nell'ordine del giorno - è evidente che si tratterebbe di un’opera molto complessa, che prevede la realizzazione, nel Fondovalle del Tanarello, di un grande bacino in grado di contenere tre milioni di metri cubi d’acqua, prelevata anche dal Torrente Negrone prima della confluenza dei due torrenti nel Fiume Tanaro, una decina di chilometri a monte del centro cittadino di Ormea e che per contenere la quantità d’acqua indicata è necessaria la costruzione di una diga che, in qualsiasi zona della valle si voglia collocare, dovrà essere alta più di 30/40 metri. La valle del Tanarello ha dimostrato in occasione dell’evento alluvionale del 2016 tutta la sua fragilità geologica, con le grandi frane che ne hanno coinvolto i versanti".
"Ho ricevuto la lettera del consorzio irriguo e ne condivido la preoccupazione così come condivido il pensiero del sindaco di Ormea - afferma il presidente della Provincia di Cuneo, -. Questo sarà uno dei temi che affronterò col collega Scajola nell'incontro che avremo il 29 prossimo a Nizza: è solo collaborando e confrontandosi che si trovano soluzioni. A mio avviso ci sono tante altre soluzioni per ovviare alla crisi idrica di quella parte della Liguria, ad esempio mi dicono che il traforo "pilota" dell'Armo-Cantarana abbia individuato una sorgente. Se è vero, perché non procedere con qualche studio in proposito? La Provincia di Cuneo è socia di maggioranza di ALAC, la società che gestisce già molte delle sorgenti della Granda e potremmo dare vita ad un percorso comune".