I biglietti che, non appena usciti, nel giro poco tempo erano andati esauriti, l’emozione ma soprattutto la consapevolezza di una serata capace di smuovere domande tanto scomode quanto assolutamente necessarie.
In occasione della nuova edizione del festival letterario diffuso Ponte del Dialogo, il CineTeatro Iris di Dronero ha ospitato ieri sera, lunedì 4 novembre, Sigfrido Ranucci. Il noto conduttore di Report e vicedirettore di Rai 3, ha presentato il suo libro intitolato “La scelta”, in un incontro condotto dal giornalista Massimo Mathis.
Dagli inizi al Tg3 alle le esperienze da inviato per Rainews24 nei Balcani, nonché a New York per gli attentati alle Torri Gemelle, in Iraq ed a Sumatra, nelle parole di Ranucci il ricordo dei luoghi, dei giorni impregnati di vicende ed immagini terribili:
“Gli odori non riesci a passarli nelle immagini - ha raccontato - gli odori dei corpi bruciati insieme sostanze di plastica all’interno delle Torri Gemelle è una sensazione che non riesci a dimenticare, che ti resta giorni e giorni. E lo stesso per lo tsunami a Sumatra, dove vicino all’epicentro il mare aveva invaso la terra per ben 7 km e l’acqua aveva inquinato tutti i campi e tutti i pozzi. Non c’era da mangiare e da bere. L’odore dei corpi dei bambini e degli anziani in putrefazione con l’odore della salsedine, anche quello è un odore che non ti levi di dosso. Ed ancora a Sarajevo, l’odore ad una certa ora della sera delle scarpe di cuoio bruciate dai bambini per mangiarsele, unico elemento organico di cui potevano nutrirsi, perché dopo i bombardamenti della NATO non c’era più nulla da mangiare nei supermercati e nei negozi. Sono sensazioni che non ti levi di dosso e che hanno un po’ un effetto Madeleine al contrario: quando rivedo le immagini delle Torri, quelle dei conflitti, mi tornano in mente quegli odori. Ma proprio quegli odori sono quelli che ti fanno appassionare, che ti spingono a seguire le vicende ed a farlo in un certo modo.
Per esempio, per le Torri Gemelle sono stati aperti due procedimenti, uno penale che vede quattro ipotetici imputati alla sbarra come complici degli attentatori, ma pochi sanno che a distanza di 23 anni non ci sono state ancora udienze. Zero udienze in tutto questi anni, perché i metodi per raccogliere le testimonianze sono metodi assimilabili alla tortura e non si sa se in giudizio reggerebbero il processo. Il dato più interessante è emerso però nel procedimento civile nel quale ad un certo punto è saltato fuori un documento della FBI nel quale emergeva la responsabilità dell’Ambasciata dell’Arabia Saudita, come finanziatrice e supporto logistico agli attentatori. Quando è emerso questo documento il governo dell’Arabia Saudita ha chiesto di segretarlo immediatamente ed il governo degli Stati Uniti ha incredibilmente accettato in nome di un accordo economico. L’Arabia Saudita ha investito 1,5 milioni in armamenti ed è stata definita da Israele come il Paese con cui fare i famosi accordi di Abramo che servivano per gli equilibri il Medio Oriente, poi saltati con gli attentati di Hamas il 7 ottobre scorso.”
L’accento ai due interventi anche dall’Italia, a quanto è accaduto in Afganistan ed in Iraq ed all’uso delle armi chimiche, in una guerra che non avrebbe dovuto impattare nelle coscienze dell’Occidente. Ed ancora bombardamento di Falluja, definita da Ranucci come la città martire e per la quale ha denunciato l'uso, da parte dell’esercito statunitense, del fosforo bianco nell’uccisione delle persone.
Accordi illeciti, meccanismi economici e complessi “giochi” politici. Nelle inchieste Report, programma ereditato nella conduzione da Milena Gabanelli, Ranucci ha sempre cercato di far emergere, tra querele ricevute (tra le tante quelle di Tosi e dei dossier falsi) e quell’etica che sente profondamente in se stesso, che rappresenta per lui prima di tutto fare i conti con la propria coscienza.
Così, per esempio, per l’Italia il caso Parmalat e le articolate indagini su Callisto Tanzi che hanno poi visto condannati anche i figli Stefano e Franci, ma anche le inchieste degli ultimi anni sul Covid, con la preparazione attraverso prima di tutto l’attuazione di tutte le misure di protezione per affrontare una pandemia e quel “Se lo facciamo lo facciamo alla Report!”. Inchieste, quest’ultime, che hanno visto al centro il ministro Roberto Speranza, la pericolosità legata alla formazione di trombi dovuti alla somministrazione del vaccino AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni di età e le normative decise sui tempi di rinnovo del green-pass.
Un fare giornalismo che ha portato Ranucci anche a dare un importante apporto alle indagini riguardo agli elementi della trattativa Stato-Mafia, che hanno poi condannato definitivamente Marcello dell’Utri come mediatore tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi. Nel 2000 l'allora direttore di Rai News24, Roberto Morrione, incarica i giornalisti Sigfrido Ranucci e Arcangelo Ferri di occuparsi dello speciale dell’ottavo anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Ranucci, scova la preziosa registrazione nell'archivio personale del giudice Borsellino, realizzata due giorni prima della Strage di Capaci e si rende conto del valore di quell'intervista inedita fino a quel momento (https://www.rainews.it/video/2022/05/lintervista-a-paolo-borsellino-due-giorni-prima-della-strage-di-capaci---video-91b4d59a-47b7-4cd2-bb96-cf7d5254c4e3.html).
Inevitabile da parte di Ranucci un commento sulla Legge Cartabia: “Dal 1 gennaio 2025, grazie al meccanismo della improcedibilità, qualsiasi imputato che per molti dei reati che impattano sulla collettività veda passare più di due anni dal processo in Corte d’Appello, un anno in Cassazione, scatta il meccanismo appunto della improcedibilità e questo imputato esce dal processo. Quello che pochi sanno è che la Legge Cartabia gli permette così di essere invisibile agli occhi della collettività. Il suo nome infatti sparisce dalle carte giudiziarie e quindi non solo ci sarà un danno alla collettività che ha subito il fatto, ma noi non potremo neanche raccontarlo, neanche fare il nome. Quindi ci sveglieremo dal 1 gennaio 2025 in un mondo apparentemente migliore, ma non abbiamo fatto un cazzo per meritarcelo questo mondo.”
Poche parole sul caso caso Antonella Giuli su richiesta di Massimo Mathis, caso sul quale si sta molto disquisendo in questi giorni: Ranucci ha tenuto a precisare che sono stati tirati fuori argomenti della vita privata che da Report non sono mai stati toccati.
Del suo percorso, Sigfrido Ranucci bene ricorda gli incontri, le persone che non soltanto gli hanno permesso di acquisire informazioni utili per le inchieste ma che hanno lasciato un segno nella sua vita. I valori, il ricordo dei suoi genitori, di quell’allenamento alla memoria grazie alla mamma e di quel senso di responsabilità trasmesso dal padre, nonché di quella particolare sedia della casa: ancora oggi è vita e morte, ma soprattutto legame affettivo, ricordo di un’eredità preziosa, quella lasciata dai suoi genitori, che lo motiva ogni giorno.
Oltre al sindaco di Dronero Mauro Astesano, con il vicesindaco Mauro Arnaudo e l’assessore Carlo Giordano, al direttore generale dell’AFP Ingrid Brizio, per l’importante serata di ieri sono state presenti molte autorità. Tra esse, il consigliere generale della Fondazione CRC Elio Lingua e la dirigente scolastica dell’IC di Dronero Vilma Margherita Bertola, entrambi impegnati a diverso titolo ma spesso in sinergia nel costruire il futuro partendo dai giovani.
Un libro, “La scelta”, da leggere con attenzione e con volontà di interrogarsi: “Io chiudo questo libro parlando dell’antologia di Spoon River - ha detto in conclusione Ranucci - Tra i personaggi c’è un bibliotecario che ha ideato la biblioteca circolare, quella del sapere. Con la sua morte questa biblioteca viene disgregata, mandata all’asta, e ci si chiede perché disperdere tanto sapere, tanta conoscenza… Quando essa è l’elemento fondamentale per distinguere il vero dal falso ed il bene dal male. È un requisito per il quale dobbiamo batterci per mantenerlo, perché ci da la consapevolezza che ci consente di fare scelte giuste. Perché non dobbiamo consentire a nessuno di renderci infelici.”