Attualità - 05 novembre 2024, 07:03

Influenza, primi casi di australiana in Italia. Il picco sarà a fine novembre

Quanto è davvero pericoloso il virus H3N2, quali sono i sintomi e cosa fare

La chiamano variante australiana, ma è l’influenza di stagione causata dal virus H3N2. Si tratta di una malattia più aggressiva di quella che siamo abituati ad affrontare praticamente ogni anno, che in Australia ha causato la peggiore epidemia influenzale degli ultimi dieci anni. I primi casi sono stati registrati in Lombardia, Piemonte, Lazio e Liguria.

Sintomi

Indipendentemente dal ceppo virale, e quindi che sia o meno influenza australiana, i sintomi sono sempre gli stessi: febbre alta oltre i 38°C, brividi di freddo, dolori muscolari o articolari, inappetenza, stanchezza e sonnolenza in aggiunta ai classici sintomi respiratori come congestione nasale, naso che cola, tosse secca e mal di gola. In alcuni casi possono esserci anche sintomi a carico dell’apparato digerente, come mal di stomaco, nausea, vomito e diarrea. Ciò che rende la variante australiana particolarmente preoccupante è la sua capacità di colpire il sistema nervoso centrale, causando sintomi neurologici come la confusione mentale, mal di testa intensi e, in alcuni casi, deliri, encefaliti e convulsioni.

Durata

A meno di complicazioni, l’influenza stagionale dura per un periodo tra i 5 e i 7 giorni, anche se in alcune persone il decorso può essere più o meno lungo a seconda dell’età, della forma fisica e di problematiche pregresse. Nei bambini e negli anziani, ad esempio, la durata può essere maggiore e i sintomi più marcati.

Cosa fare

Come affrontare il picco di influenza atteso a fine novembre? La terapia di cura è quella applicabile alla normale influenza, con farmaci da assumere sempre tramite consulto medico. Invece, per quanto riguarda la prevenzione, il vaccino rimane l’arma migliore. L’Agenzia italiana del farmaco e l’Agenzia europea per i medicinali hanno autorizzato 8 vaccini antinfluenzali contro i ceppi virali aggiornati secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità basate sulle caratteristiche antigeniche dei ceppi virali circolanti nell’ultima stagione. In caso di sintomi, la raccomandazione può sembrare scontata, ma non lo è: mettersi a letto e non fare gli eroi.

Silvia Gullino