Attualità - 04 novembre 2024, 06:34

Bra, giovani insieme all’arcivescovo monsignor Roberto Repole per “Vedere la Parola”

Al via venerdì 8 novembre il terzo ciclo di catechesi sul tema “Che cosa è l’uomo, perché te ne curi?”

Monsignor Roberto Repole con giovani braidesi

La luce dei doni dello Spirito e la gioia incontenibile di sentirsi amati da Dio. La bellezza di affacciarsi alla vita, che si esprime nel condividere con gli amici una festa fatta di dialogo, preghiera e tanta musica.

L’arcivescovo monsignor Roberto Repole si rimette in cammino per incontrare i giovani della Diocesi torinese che abbraccia anche Bra, con il terzo ciclo di catechesi sul tema “Che cosa è l’uomo, perché te ne curi?”.

Il percorso «Vedere la Parola» torna, dunque, nella chiesa del Santo Volto di Torino (via Val della Torre, 3) con il primo appuntamento previsto l’8 novembre, alle ore 21, dal titolo: Essere creati (“Dio creò l'uomo”. Gn 1,26; 2,1-25).

L’itinerario pone al centro gli incontri di Gesù per scoprire o riscoprire alcuni elementi centrali della fede e per cogliere più in profondità la ricchezza della vita di Cristo, come risposta alla sete di verità e alla ricerca di senso presente nel cuore di ciascuno, in particolare dei ragazzi e delle ragazze.

Animano i canti il Coro Hope e il Coro del Sermig - Arsenale della Pace, presenti anche ai successivi incontri in calendario: venerdì 13 dicembre (titolo: Figli nel figlio - “Ti rendo lode Padre”. Lc 10,17-22) e poi nel 2025 venerdì 7 febbraio (titolo: Il respiro dell’anima - “Voi pregate: Padre nostro”. Mt 6, 9), venerdì 7 marzo (titolo: Una vita beata - “Beati voi”. Mt 5, 1-12), venerdì 4 aprile (titolo: L’uomo e il suo destino - “Vado a prepararvi un posto”. Gv 14,1-12), sabato 3 maggio incontro dei giovani per la festa della Sindone “Segno di speranza”.

L’invito è rivolto a tutti indistintamente: a chi frequenta gli oratori, i gruppi giovanili, le associazioni, i movimenti ma, anche, a chi è curioso di sperimentare una novità, a tutti i ragazzi e le ragazze in cammino che guardano l’orizzonte.

Silvia Gullino