Attualità - 02 novembre 2024, 10:16

Il settore alimentare spinge la fiducia delle aziende cuneesi

Dall’analisi del Centro Studi di Confindustria Cuneo per l’ultimo trimestre dell’anno emerge un quadro complessivamente positivo

Immagine di repertorio

Le prospettive dell’industria cuneese sono generalmente positive. Lo dice l’indagine previsionale per gli ultimi tre mesi dell’anno realizzata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo sulla base delle valutazioni di circa 300 imprese, 200 delle quali della manifattura e 100 dei servizi. L’analisi congiunturale fa emergere un approccio di prudenza, in linea con le tendenze regionali, evidenziando però una fiducia nel complesso favorevole, grazie al consolidamento dei servizi e alla spinta del settore alimentare, anche se il manifatturiero mostra indicatori tendenti al raffreddamento.

Analizzando proprio il manifatturiero, a fronte di un saldo ottimisti-pessimisti negativo per ordini ed export, quello sulla produzione recupera rispetto a giugno e si attesta a +7,3%. In parallelo cresce il tasso di utilizzo di impianti e risorse, che sale dal 75,8% di giugno al 78,8%. Nonostante un ciclo economico dal passo incerto, il mercato del lavoro rimane solido. Accanto a un tasso di disoccupazione che continua a scendere, prosegue la crescita dell’occupazione. È infatti espansivo il saldo occupazionale delle imprese manifatturiere della Granda (6,2%), pur cedendo quasi cinque punti percentuali rispetto al terzo trimestre. Il ricorso alla cassa integrazione si mantiene a livelli storicamente bassi (7,3%). Gli investimenti di un certo impegno sono previsti dal 23,7% delle aziende manifatturiere cuneesi, in lieve diminuzione rispetto al 27,2% di giugno. È invece in crescita (da 48,4% a 49,7%) la percentuale di imprese che prospetta investimenti di portata media. Qualche preoccupazione riguardo i prezzi dell’energia: salgono da 15,4% (dato di giugno) a 24,4% le imprese che ne temono la risalita.

Guardando ai singoli settori, la metalmeccanica è sempre più orientata alla prudenza, mentre migliorano le indicazioni provenienti dal comparto alimentare, dove il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli produttivi, sceso a -6,1% a giugno, balza a +21,6%, così come quello relativo ai nuovi ordini totali passa da -3% a +10,8%. L’alimentare si configura come l’unico settore manifatturiero in cui le previsioni relative agli ordini dall’estero sono espansive (5,9%). Guadagna quasi dieci punti il saldo sull’occupazione (da 9,1% a 18,9%). Si mostra inoltre favorevole il clima tra le imprese di edilizia e dell’indotto; si rafforzano le attese pure delle aziende della chimica e della gomma-plastica, mentre si raffredda la fiducia tra quelle della cartaria-grafica e dell’estrazione e della lavorazione di minerali non metalliferi.

Nell’ambito dei servizi, resta favorevole la fiducia, anche se quasi tutti gli indicatori mostrano un raffreddamento. Tolto il saldo sulle vendite all’estero, ancora negativo e in frenata, gli altri indicatori anticipatori sono positivi: saldo dei livelli di attività e degli ordinativi al 7,2%, prospettive occupazionali al 14,4%. Si azzera la quota di aziende di servizi che prevedono il ricorso alla cassa integrazione.

Per quanto riguarda i singoli settori, si mantengono espansive le attese nel terziario innovativo e sono in ripresa quelle delle imprese delle utilities; qualche segnale di indebolimento del sentiment proviene dal comparto trasporti e logistica, mentre non sono buone le aspettative tra le aziende dei servizi commerciali e turistici, anche se comunque nessuna impresa del comparto intende ricorrere agli ammortizzatori sociali.

«Le valutazioni delle nostre imprese sono caute, in linea anche con quanto già emerso nel terzo trimestre - commenta il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna -. L’aspetto positivo è che le previsioni restano complessivamente favorevoli. Si ravvisano differenze importanti tra i vari settori di attività, con un manifatturiero un po’ in sofferenza e un terziario che, meno influenzato dalle dinamiche internazionali, consolida il proprio ciclo».

«La tendenza cuneese è in linea con quella registrata a livello piemontese - precisa la responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, Elena Angaramo - con le attese per il quarto trimestre dell’anno che si mantengono improntate alla prudenza, anche per via dell’incertezza legata alla domanda globale e agli effetti della nuova Legge di bilancio, in questo momento all’esame della Camera».

«In ambito manifatturiero - osserva il direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio - si pone la questione della polarizzazione tra mansioni manuali e poco specializzate e quelle molto specializzate nell’Ict e nelle discipline Stem. Occorre quindi favorire le condizioni perché persone attualmente inattive entrino nel mercato del lavoro e, in parallelo, attivare azioni di formazione e reskilling rivolte a chi non possiede le competenze appropriate, a partire dai giovani prossimi al completamento degli studi».

comunicato stampa