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Economia | 31 ottobre 2024, 19:12

Ex Ilva, verso la richiesta di un tavolo anche su Racconigi dopo il confronto Governo-sindacati

Nello stabilimento cuneese autunno all’insegna di un sensibile incremento del ricorso alla cassa integrazione

Ieri a Chigi il punto sulle attività dei vari stabilimenti del gruppo siderurgico

Ieri a Chigi il punto sulle attività dei vari stabilimenti del gruppo siderurgico

Due ore di confronto – dalle 19 alle 21 – per fare il punto sul futuro del più grande polo siderurgico d’Europa.

E’ quanto tenuto nella serata di ieri (mercoledì 30 ottobre) a Palazzo Chigi, dove Governo e sindacati si sono confrontati sulla situazione degli stabilimenti ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia.

Tra quelle presenti, collegate da remoto col tavolo riunito nella Capitale, anche le rappresentanze sindacali che da anni vivono con apprensione il destino dello stabilimento di Racconigi, sito produttivo che conta ancora un centinaio di dipendenti e che insieme a Novi Ligure, nell’Alessandrino, compone la presenza piemontese del colosso un tempo controllato dalla famiglia Riva.

"Si è trattato di un incontro nel quale abbiamo segnalato le questioni che riteniamo fondamentali", spiega il sindacalista della Cgil Fiom cuneese Domenico Calabrese, che rimarca come il confronto abbia evidenziato la presenza di "alcune luci al fianco di tante ombre".

Tra le prime la ripartenza di uno dei forni del grande sito di Taranto e la notizia riguardante la prossima ripresa produttiva del secondo.  "Questo significa arrivare alla produzione di un maggior numero di tonnellate di prodotto e quindi la prospettiva di una ripartenza delle attività anche a Racconigi", spiega Calabrese.

A livello nazionale le richieste che le sigle di settore hanno avanzato al Governo riguardano il mantenimento dell’occupazione in un gruppo che possa rimanere unico, evitando le ipotesi di "spezzatino" che continuano a circolare con riguardo al suo destino, e la pianificazione della sua decarbonizzazione, così da difendere l’occupazione in un contesto rispetto di ambiente e sicurezza.

Un’altra questione posta da Fim, Fiom e Uilm riguarda la richiesta che all’interno dell’azionariato di Acciaiere d’Italia il Governo mantenga una partecipazione: "Un’assicurazione sulla vita del gruppo. Viste anche le negative esperienze del recente passato, serve un impegno in questa direzione", dice Calabrese.

Dalle rivendicazioni del livello nazionale si passa all’analisi di quello locale. Nel polo attivo lungo la Strada Regionale 20 il ricorso alla cassa integrazione è da tempo una costante, ma dopo l’estate il numero di ore richieste dall’azienda è andato crescendo, al punto che dopo alcuni mesi inizia a pesare in modo gravoso sui redditi dei dipendenti, pesantemente decurtati.  "Abbiamo la necessità di capire come mai i reparti a freddo abbiano subito una contrazione così importante delle attività con un utilizzo sempre più ampio della cassa integrazione", conferma l’esponente della Fiom Cgil.

Il tavolo nazionale si aggiornerà il prossimo 22 novembre con un nuovo incontro in plenaria, presente anche la delegazione racconigese.

"Dopo quella data chiederemo un incontro anche a livello locale  – dice Calabrese –. Il nostro auspicio è che l’azienda possa recuperare terreno nella ricerca di ordinativi, così da evitare che questa fase abbia come conseguenza quella di addormentare l’attività dello stabilimento di Racconigi, ma che conduca a un suo rilancio. Servono interventi in questa direzione ed è quello che intendiamo chiedere all’azienda sul piano locale".

Ezio Massucco

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