Il direttore della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle, dottoressa Roberta Rossini, è a Washington insieme al collega Giorgio Baralis, responsabile dell’Emodinamica.
Si trovano al TCT, il congresso mondiale di cardiologia interventistica, dove, il 30 ottobre, la dottoressa Rossini sarà impegnata in una moderazione.
Intanto oggi c’è un’anticipazione che è anche una notizia confortante da Agenas, in tema di Piano Nazionale Esiti. L’Azienda Ospedaliera di Cuneo consegue la più alta performance di miglioramento clinico-organizzativo nella gestione dello STEMI, che rappresenta il quadro di infarto più grave; è causato da ischemia miocardica acuta, associata a necrosi a tutto spessore del miocardio, con innalzamento significativo degli indici di necrosi.
Livio Tranchida, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, commenta soddisfatto: “Ancora una volta la nostra Azienda, nel momento in cui è rappresentata nell’ambito di un congresso a livello internazionale, nella fattispecie al più prestigioso simposio di cardiologia interventistica, riceve un riconoscimento di eccellenza per il livello di miglioramento della performance clinico-organizzativa nella gestione della più grave forma di infarto miocardico acuto. Una notizia importante che premia l’impegno dei nostri professionisti per garantire i massimi livelli di qualità e sicurezza nelle cure. Il mio plauso va a tutta l’équipe della Cardiologia.”
Questo risultato è frutto dell’introduzione di nuovi modelli clinico-organizzativi, che hanno interessato anche altre specialità e percorsi e che si potranno approfondire nei prossimi giorni.
Il Programma nazionale esiti 2024-Report su dati 2023 di Agenas è stato presentato oggi a Roma. Sono stati valutati 1.363 tra ospedali pubblici e privati.
Il PNE valuta l’efficacia nella pratica, l’appropriatezza clinico-organizzativa, la sicurezza e l’equità di accesso alle cure, mediante lo studio della variabilità (analisi comparativa) dei processi e degli esiti dell’assistenza sanitaria garantita dal SSN nell’ambito dei LEA.
Questo rapporto, che non vuole dare premi o punizioni né essere una mera classifica, si pone l'obiettivo di essere una bussola per analizzare gli 'esiti' e valutare e misurare le performance, in base a 8 diverse aree cliniche, delle strutture sanitarie. Uno strumento che evidenzia anche dove la sanità raggiunge livelli di qualità e dove invece ci sono margini, anche ampi, di miglioramento.
Nell'area cardiovascolare sono migliorati i risultati raggiunti da 21 ospedali con alti volumi di attività, che nel triennio 2020-22 non garantivano l’angioplastica coronarica entro 90 minuti ad almeno il 60% dei pazienti, invece nel 2023 hanno raggiunto o superato questa soglia. Tra questi c'è l'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, che in un anno è arrivato al 74%, l'incremento più alto registrato, grazie ad un'importante riorganizzazione.