Ezio Barp è un nome che tutte le testate giornalistiche locali conoscono. Da anni, otto per l'esattezza, è la persona che più ha lottato per la realizzazione della variante di Demonte. Che ancora non c'è e, in molti lo pensano, non ci sarà mai.
Con buona pace di una valle, la Valle Stura, e di Demonte, un paese soffocato dal passaggio di migliaia di tir al giorno.
Barp ha fatto tutto quello che si può fare, e anche un po' di più, per sollecitare la realizzazione di questa strada che dovrebbe spostare il traffico pesante fuori dal centro abitato. Ha raccolto polveri, a dimostrare l'inquinamento che i tir creano, ha fatto raccolte firme, ha scritto a qualunque politico, di ogni colore e appartenenza, ha fatto salire in valle Striscia la Notizia e due volte Report.
Oggi ha annunciato le due dimissioni: non sarà più presidente e nemmeno componente del Comitato per la realizzazione delle circonvallazioni stradali di Demonte e Aisone (“Si D.A.VS”).
"Mollo la battaglia, mi sono stancato. Ho perso la fiducia e la pazienza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il comportamento del sindaco, che non ha invitato il Comitato all'incontro sul semaforo. Non solo, mi sono sentito dire che creo un danno al paese, avendo sempre informato i media della situazione quotidiana che lassù si vive. Non solo: ritengo un autogol quello di aver escluso Monica Ciaburro dalla Comunità montana. Lei è di Fratelli d'Italia, ma è soprattutto una parlamentare e una sindaca della valle. Chi, meglio di lei, avrebbe potuto fare qualcosa? C'è davvero interesse a realizzare la variante? Lo chiedo ai sindaci e a chi governa in valle da decenni. Io credo di no. Quindi mi faccio da parte", ci dice al telefono con l'amarezza di chi ha speso tanta energia per una battaglia che voleva essere a favore di tutti.
La variante di Demonte, se possibile, da oggi è ancora più un miraggio.