Eventi - 19 ottobre 2024, 07:02

Alla Fondazione Ferrero di Alba una mostra antologica con oltre cento opere di Giuseppe Penone

"Impronte di luce" il titolo della mostra curata da Jonas Storsve e dedicata all'artista nativo di Garessio, tra i più grandi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale

Dal 26 ottobre al 16 febbraio 2025 la mostra negli spazi di strada di Mezzo ad Alba

Da sabato 26 ottobre a domenica 16 febbraio 2025 la Fondazione Ferrero di Alba presenta la mostra "Giuseppe Penone. Impronte di luce", ampia antologica dedicata al lavoro di uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale, pensata appositamente per gli spazi della Fondazione e a cura di Jonas Storsve in collaborazione con l’artista.

L’esposizione riunisce oltre cento opere, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta in un racconto visivo che attraversa la ricca produzione di Giuseppe Penone (Garessio, 1947), dagli anni Sessanta fino alle più recenti sperimentazioni, individuando come filo rosso della narrazione l’elemento ricorrente dell’impronta.

Spiega l’artista: «L’impronta rivela la sezione aurea che ho nelle mani. Ad occhi chiusi il punto di contatto della mia pelle non ha confini. La mano che si appoggia alla superficie crea l’ombra che diventa luce quando si ritrae e appare il colore». 

Il tema dell’impronta, che innerva la carriera di Giuseppe Penone fin dai primi lavori, diviene metafora del legame indissolubile tra uomo e natura e strumento del profondo dialogo tra l’artista e l’ambiente che lo circonda, interpretato attraverso una vasta selezione di tecniche e materiali. Dal disegno alla fotografia, dall’intaglio alla scultura e alla pittura, il motivo dell’impronta diviene nella visione dell’artista sinonimo di contatto tra superfici differenti e trova una propria manifestazione ideale nella natura, intesa come ecosistema globale di cui ogni elemento è parte integrante, dall’essere umano alle foglie, dagli alberi alla terra.

LA MOSTRA

L’esposizione si articola in nove sale che ripercorrono la ricerca artistica di Giuseppe Penone a partire dalla fine degli anni Sessanta, in un itinerario caratterizzato dall’eco dell’impronta. 

Il percorso espositivo si apre con una prima sala che richiama l’idea della crescita naturale, rappresentata in opere come Alpi Marittime – Continuerà a crescere tranne che in quel punto (1968-1978) e Albero libro (2019). 

Si prosegue con uno spazio dedicato a opere fotografiche tra cui Svolgere la propria pelle – 10 giugno 1970 (1970) e la serie Coincidenza di immagini (1971), in cui il braccio destro dell’artista è stampato a grandezza naturale. Sopra la fotografia Penone ha incollato una lunga striscia di carta ritagliata con l’impronta di ciascun dito della mano e di una parte del braccio rilevati con l’inchiostro: la sovrapposizione perfetta ne afferma la coincidenza. Non mancano le sperimentazioni nel campo del disegno, restituite in mostra con lavori come Continuerà a crescere tranne che in quel punto (1968) e Sento il respiro della foresta (1968).

La terza sala accoglie la serie di sculture Avvolgere la terra – il colore nelle mani (2022), che l’artista realizza prendendo tra le due mani un pezzo di argilla, azione primordiale della scultura, e ricava il calco negativo della mano. Con il colore l’artista rileva l’impronta del gesto. 

Segue un affondo dedicato a installazioni come Spine d’acacia – occhio (2014), in cui l’artista utilizza spine d'acacia su tela per restituire impressioni visive che richiamano parti del corpo umano come gli occhi e le labbra. 

L’idea di un contatto diretto tra essere umano e natura prosegue nei lavori presentati nella quinta sala, tra i quali figurano opere a matita e inchiostro come In punta di spine la sensibilità della pelle (2001) e acquerelli su carta come Pelle di foglie. Sguardo all’orizzonte da terra (2004).

La sesta e settima sala accolgono una selezione di sculture monumentali, tra cui spiccano Pensieri di foglie (2014) e Soffio (1978), che restituiscono l’attenzione di Giuseppe Penone nell’utilizzo di materiali diversi spaziando dal bronzo alle pietre di fiume, dal marmo bianco di Carrara alla terracotta.

L’ottava e la nona sala sono riservate alla serie Impronte di luce (2022), per la prima volta presentata in Italia. Le opere, realizzate con olio su tela, rievocano nelle dimensioni e nei colori il Modulor dell’architetto francese Le Corbusier e raffigurano forme evocative del corpo umano, catturate a partire da ingrandimenti delle mani dell’artista.

Il percorso di mostra trova la propria conclusione nel giardino della Fondazione Ferrero, dove il visitatore incontra le opere in bronzo Equivalenze (2016) e i Gesti vegetali (1983).

Completa il progetto espositivo il catalogo illustrato edito da Skira, che riunisce le immagini di tutte le opere in mostra e vi affianca i saggi a firma dell’artista e del curatore, assieme ai contributi di Jean-Christophe Bailly, Olivier Cinqualbre, Carlo Ossola e Francesco Guzzetti, responsabile del coordinamento scientifico della mostra.

 

LA MOSTRA

Giuseppe Penone. Impronte di luce

A cura di Jonas Storsve

26 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025

 

Fondazione Ferrero

Strada di mezzo, 44, 12051 Alba (Cuneo) Italia

Ingresso gratuito. 

Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 15 – 19 / 

sabato, domenica e festivi 10 – 19

 

www.fondazioneferrero.it 

https://www.facebook.com/FondazioneFerrero 

https://www.instagram.com/fondazione_ferrero/ 

https://www.youtube.com/watch?v=07RB4i7qIqY 

Giuseppe Penone 

Nato a Garessio nel 1947, Giuseppe Penone vive e lavora a Torino, dove tiene le sue prime mostre tra il 1968 e il 1969, rivelandosi tra i protagonisti dell’Arte Povera. Nella sua arte, il processo di attuazione è parte integrante dell’opera e sono le azioni compiute dall’artista in rapporto dialettico con quelle naturali, che danno forma alla materia. L’albero, “idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Penone ha rappresentato l'Italia alla 52° Biennale di Venezia del 2007 e ha tenuto mostre personali in importanti istituzioni italiane ed estere, tra cui Stedelijk Museum (1980), National Gallery of Canada di Ottawa (1983),  Castello di Rivoli (1991), Toyota Municipal Museum of Art (1997), Centre Georges Pompidou (2004, 2022), Château de Versailles (2013), MART di Rovereto (2016), Rijksmuseum (2016), Galleria degli Uffizi (2021), Philadelphia Museum of Art (2022), Galleria Borghese (2023).

Jonas Storsve

Jonas Storsve è nato a Copenaghen nel 1956. Ha studiato storia dell’arte a Parigi, presso l’Ecole du Louvre e l’università La Sorbonne. Ha ricoperto la carica di curatore presso diverse istituzioni museali francesi, quali il Musées de la Ville de Strasbourg (1988-91) e il Musée des Beaux-Arts de Nantes (1991-95). Dal 1996 al 2006, è stato curatore presso il Cabinet d’art graphique del Musée National d’art moderne, Centre Georges Pompidou di Parigi. Nello stesso museo, è diventato curatore capo del dipartimento di arte grafica, dal 2009 al 2023. Ha curato numerose mostre e pubblicazioni su artisti moderni e contemporanei. Nel 1991 ha organizzato, insieme a Michèle Lavallée, la prima grande antologica dedicata al lavoro su carta di Giuseppe Penone (Giuseppe Penone. L’espace de la main, Strasburgo, Ancienne Douane, 26 ottobre 1991 – 19 gennaio 1992).  Più di recente, è stato il curatore, in collaborazione con Laetitia Pesenti, della mostra Giuseppe Penone. Dessins (19 ottobre 2022-6 marzo 2023) presso il Musée national d’art moderne, Centre Georges Pompidou, con la quale è stata celebrata la donazione dell’artista al museo francese di più di trecento opere su carta, realizzate nel corso di tutta la sua attività.

C. S.