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Attualità | 18 ottobre 2024, 18:28

Musica, cultura materiale e lingua occitana: al via a Saluzzo l’ottava edizione dell’Uvernada

Da venerdì 1 a domenica 3 novembre a Saluzzo oltre 10 appuntamenti attraverso i quali conoscere le sonorità delle Terre del Monviso e viaggiare oltre le montagne, in cerca di ciò che ci accomuna

Musica, cultura materiale e lingua occitana: al via a Saluzzo l’ottava edizione dell’Uvernada

Da venerdì 1° a domenica 3 novembre Saluzzo accoglie l’ottava edizione di Uvernada, evento che si conferma come pilastro della tradizione musicale e culturale occitana. Questo lungo fine settimana, che segna simbolicamente il passaggio verso la stagione invernale, offre oltre 10 appuntamenti musicali grazie ai quali il pubblico può immergersi nelle sonorità tradizionali delle Terre del Monviso e viaggiare oltre le montagne, alla scoperta di ciò che unisce le diverse comunità occitane. A fianco della musica, i temi collaterali dell’evento sono l’artigianato, la liuteria e la coltelleria, la sostenibilità ambientale e gli approfondimenti linguistici e culturali.

Uvernada rappresenta il culmine e la chiusura di Occit’amo Festival, la rassegna itinerante che porta le sonorità popolari nelle valli delle Terre del Monviso. Quest’anno, il festival si è mosso tra le stagioni, sviluppandosi nell’incontro di persone, strumenti musicali, danzatori e liutai in un unico grande palcoscenico che abbraccia vie, piazze e luoghi storici di Saluzzo e delle valli circostanti. L’edizione 2024 di Uvernada si propone come un vibrante mix di tradizione e innovazione e offre una piattaforma per gruppi emergenti che si sono formati nel corso degli anni nell’ambito delle esperienze locali. Questi artisti, da comprimari diventano protagonisti in un ideale percorso di crescita collettiva che valorizza la gioventù e la freschezza delle loro proposte. Parafrasando un celebre brano dei Lou Dalfin, gruppo-icona e faro imprescindibile che illumina tutto il movimento di conservazione e rinnovamento della cultura musicale occitana, Uvernada “è ancora qui” e si ripropone come momento in cui la tradizione si rinnova, con una chiave di lettura sempre capace di guardare al contemporaneo. La partecipazione è gratuita per tutti gli eventi.

"Il bello dell’Uvernada è la sua capacità di proporsi agli amanti della musica occitana, nei suoi diversi aspetti – ricorda il direttore artistico della rassegna e leader dei Lou Dalfin Sergio Berardo : c’è chi ama il ballo, chi predilige l’ascolto e chi ricerca l’innovazione. A Uvernada c’è tutto questo, in una modalità che coniuga il folk classico e le sue più audaci contaminazioni con altri generi, primo fra tutti quest’anno l’elettronica. Le chiavi di lettura sono molteplici, non si organizza questa manifestazione con l’intento di venerare un altare della tradizione ma lo si fa per divertirsi tutti insieme nel presente: la nostra musica è popolare e come tale deve stare nel mondo, entra negli spazi del quotidiano, li contamina e si lascia contaminare".

Durante i tre giorni dell’evento i partecipanti potranno scoprire le proposte gastronomiche nei locali saluzzesi e assaporare i prodotti del territorio e delle vallate, per un’autentica immersione nel gusto occitano.

Venerdì 1 novembre c’è il primo appuntamento della rassegna: alle 18 negli spazi de Il Quartiere (piazza Montebello 1), il DAD - Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino presenta, in una sorta di evento nell’evento che riannoda i fili con appuntamenti precedenti e che introduce i temi – molto vicini al “sentiment” di Occit’amo e di Uvernada – della cultura e dell’ambiente, gli esiti della residenza interdisciplinare G.Y.M. – Growing Youthful Material “La via dell’acqua: tra sostenibilità e cultura occitana” che ha coinvolto 10 studenti e studentesse di arti contemporanee, architettura, design e ingegneria e si è svolta sul finire dell’estate concentrandosi su due diversi percorsi, il primo relativo al territorio e all’arte, il secondo incentrato sulla narrazione della storia occitana. 

Sabato 2 novembre la musica è protagonista assoluta, con la novità della “12 ore di musica occitana”. La giornata inizia alle ore 10.30 presso il mercato cittadino con il passa-charriera, un momento di incontro musicale itinerante con giovani musicisti delle vallate alpine. Jean Paul Faraut, ospite tradizionale di Occit’amo e Uvernada con i suoi musicisti nizzardi, viene accompagnato dalla Grande Orchestra Occitana in un’esibizione in cui i veri protagonisti saranno i tanti strumenti tradizionali suonati: galobet e fifre provenzale, organetti, ghironde, cornamuse, fisarmonica e percussioni.

Dal pomeriggio il centro cittadino - il rialzo di piazza Garibaldi, corso Italia e l’ala di ferro di piazza Cavour - si anima con stage di danze occitane e una vera e propria maratona musicale che si concluderà a notte fonda dopo aver visto l’esibizione di 8 diverse formazioni su tre diversi palchi. Dalle ore 16 Daniela Mandrile guida uno dei suoi seguitissimi stage di danza, insegnando borreias e correntas per preparare il pubblico alla serata danzante. Alle ore 17.30 si esibiscono sul palco dell’Ala di Ferro Lhi Viatjaires e Le Randouline, due gruppi che si sono formati nel corso degli eventi formativi organizzati nelle varie edizioni di Occit’amo. Alle ore 19.30 ci si sposta in corso Italia presso la statua di Silvio Pellico per il concerto dei Lou Pitakass, mentre alle ore 20.30 sul rialzo di piazza Garibaldi si esibiscono i Quba Libre. La serata vive il suo gran finale di nuovo all’Ala di Ferro, dove dalle 21.30 salgono sul palco i Mistralkizz, i Lindal di Roby Avena e Chiara Cesano e Madaski, che mescola il suo reggae-dub con la musica tradizionale in un appuntamento “chicca” che rappresenta l’essenza della musica popolare, capace di accogliere, di capire, di intrecciare ispirazioni e sonorità per creare qualcosa che è più bello e inclusivo delle singole parti. La musica prosegue fino a notte inoltrata con un coinvolgente Gran Bal Dub.

Domenica 3 novembre l’Ala di Ferro di piazza Cavour accoglie dalle ore 10 e per tutta la giornata una mostra mercato di liuteria, coltelleria e artigianato delle valli occitane e delle Terre del Monviso, con numerosi espositori e incontri con gli artigiani a cura di Aldo Papa, che da anni collabora con Uvernada. Dimostrazioni pratiche di forgia e d’arrotino, assieme a 22 “maestri di lama” provenienti da altrettante vallate sono la proposta del sesto appuntamento con le “Lame, coltelli e ferri taglienti delle Alpi Occitane” progettato dal giornalista Aldo Papa che conduce anche l’incontro col pubblico, dedicato quest’anno alle Falci di Dronero. L’appuntamento è per le ore 11 presso Lo Caire, l’angolo della cultura occitana a cura di Espaci Occitan nel quale intervengono Ivana Mulatero direttrice del Museo Mallè di Dronero, la ricercatrice Stefania Riboli dell’Associazione Prometheus, l’imprenditore del ferro Carlo Pedretti, Franco Baudino storico e “montanaro” di Elva e Rosella Pellerino direttrice scientifica di Espaci Occitan e padrona di casa.

Nel pomeriggio la musica torna protagonista sotto l’Ala di Ferro: alle 15 si esibiscono i nizzardi Dous de Dous: la cantante Julie Là e il suonatore di fifre e polistrumentista Xavier Borriglione, alias Toinou dau Gourc, propongono una versione contemporanea del tradizionale “baleti” in cui l’elettronica e i suoni campionati si accompagnano alla musica live. Alle ore 15.45 spazio al grande momento conclusivo della rassegna con il concerto dei Lou Dalfin: il gruppo guidato da oltre 40 anni da Sergio Berardo si presenta in una formazione allargata e spettacolare, per riproporre un’esibizione molto simile al grande concerto di Ferragosto al Santuario di San Magno in valle Grana, luogo simbolico per il gruppo e per buona parte del movimento di rinascita musicale occitana.

Nel pomeriggio viene inoltre assegnata, come da tradizione, la Targa Mestre, il premio che ogni anno Lou Dalfin consegna a personalità della politica, della cultura e della società per sottolineare l’attenzione nei confronti dell’Occitana e della tutela, valorizzazione e promozione della lingua occitana: il riconoscimento di quest’anno è stato attribuito all’attrice e grande occitanista di Frassino Dominique Boschero.

c.s.

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