Cuneo e valli - 18 ottobre 2024, 06:50

Inaugurata al Filatoio di Caraglio la mostra “Robert Doisneau. Trame di vita”

Oltre mezzo secolo di immagini, perlopiù in bianco e nero, ripercorrendo l'opera di colui che è considerato, insieme a Cartier-Bresson, il padre fondatore della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada

Al Filatoio di Caraglio è stata inaugurata la mostra “Robert Doisneau. Trame di vita”

È stata un’importante ed emozionante giornata quella di ieri, giovedì 17 ottobre, a Caraglio, dove presso il Filatoio si è inaugurata la mostra “Robert Doisneau. Trame di vita”, dedicata al grande maestro francese, uno dei massimi artisti della storia della fotografia del Novecento.

Si tratta di una selezione di un centinaio di fotografie originali, in otto sezioni cronologiche: oltre mezzo secolo di immagini, perlopiù in bianco e nero, ripercorrendo l'opera di colui che è considerato, insieme a Cartier-Bresson, il padre fondatore della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada.

L'esposizione, curata da Gabriel e Chantal Bauret, con il supporto di Francine Derouidille e Annette Doisneau, è promossa e realizzata da Fondazione Artea e Regione Piemonte in collaborazione con l'Atelier Robert Doisneau, il Comune di Caraglio e Alliance Française di Cuneo, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, il contributo della Fondazione CRC e della Fondazione CRT e il patrocinio della Província di Cuneo.

“È per me una grande emozione - ha detto il sindaco Paola Falco, lasciando trasparire tutta la sua gioia e commozione - Grazie alla collaborazione della Fondazione Artea l'antico setificio, location prestigiosa e ‘Bene Faro’ per tutto il territorio provinciale e regionale, accoglie la collezione delle fotografie di Robert Doisneau. Gran parte di esse ritraggono momenti di attività inerenti le manifatture tessili, il lavoro nelle fabbriche e le condizioni lavorative del dopoguerra. C’è quindi un significativo legame con questo luogo ma c’è anche in l'allestimento in contemporanea presso la Castiglia di Saluzzo della mostra di Elliot Erwitt. La visita ad entrambe le esposizioni permetterà non soltanto di ammirare la straordinaria bravura di questi due artisti legati da un’amicizia, ma di entrare all’interno di due siti che sono davvero un fiore all’occhiello del nostro territorio.”

A presentare l’importante mostra, oltre il sindaco, il direttore della Fondazione Artea Davide De Luca, il presidente della Fondazione Artea Marco Galateri di Genola, il curatore della mostra Gabriel Bauret e la responsabile dell’Alliance Fraçaise di Cuneo Manuela Vico. Molte le autorità che hanno tenuto ad essere presenti, tra cui della Regione Piemonte la direttrice della Direzione Cultura e Commercio Raffaella Tittone con Marco Chiriotti.

Ad Ugo Bertolotti si deve l’intuizione di associare la mostra con il Filatoio. Le fotografie esposte, a partire dalla prima scattata da Robert Doisneau nel 1929 quando aveva appena diciassette anni, bene riproducono lo spirito attento e curioso con cui ha saputo raccontare il mondo, immortalando per sempre frammenti di vita. Ribelle, poetico, anticonformista, nei suoi scatti racconta la Parigi della Liberazione e del Dopoguerra, le banlieue, i bistrot, ma anche la dura e complessa realtà del lavoro all'interno delle fabbriche.

“Questa mostra presenta infatti un’eccezionalità - ha spiegato il direttore della Fondazione Artea Davide De Luca - per la prima volta è presente una sezione specifica dedicata proprio ad alcuni scatti tratti dal reportage del 1945 sulla celebre manifattura di Aubusson, che documentano il lavoro degli artigiani e le varie fasi della catena di produzione degli arazzi. Si trova all’interno della seconda sala espositiva, in perfetto dialogo con l'anima e con gli spazi dell'antico setificio che la ospitano. Il progetto espositivo ha permesso, inoltre, di indagare e approfondire alcuni dei lavori documentaristici di stampo industriale del maestro francese, un aspetto poco conosciuto della sua opera che viene presentato in esclusiva nel volume ‘Robert Doisneau. Le monde du travail, edito per l'occasione’. Questa pubblicazione e la mostra a lui dedicata sono la chiave per intendere il grande impegno della Fondazione Artea che, anche grazie a collaborazioni e progetti di respiro internazionale come questi, si adopera da anni per la valorizzazione, la conservazione e la promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale".

Quel file rouge così importante tra gli scatti di Robert Doisneau e la sede espositiva, particolarmente significativa ed evocativa, è stato sottolineato anche dal presidente di Fondazione Artea Marco Galateri di Genola che, profondamente ammirato, ha detto: “Gli scatti narrano storie di operai e operaie al lavoro che riecheggiano la storia del Filatoio, il più antico setificio d'Europa ancora esistente e importante testimonianza di archeologia industriale. La memoria storica del luogo, così come gli spazi che ospitano la mostra, entrano potentemente in dialogo con le fotografie di Aubusson, intrecciando testimonianze e saperi.”

Il presidente Galateri di Genola si è inoltre soffermato sulla straordinaria capacità del celebre fotografo nel cogliere, soffermarsi e raccontare la quotidianità. In mostra a Caraglio non mancano le fotografie che raccontano un altro grande tema che ha sempre affascinato Robert Doisneau: l'infanzia. Di significato sono gli scatti che ritraggono bambini a scuola oppure in scene di vita comune e di gioco: sono immagini colme di tenerezza e vitalità.

Ad essere coinvolta nel progetto della anche l’Alliance Française di Cuneo. “Da tempo collaboriamo con il Comune di Caraglio ed per quest’occasione così importante avere l’opportunità e collaborare anche con la Fondazione Artea è un grande onore” ha detto la responsabile Manuela Vico. Del progetto ne ha sottolineato l’importanza, annunciando che per la durata della mostra sono anche in progetto varie attività tutte da scoprire.

Prima di mostrare ai visitatori l’esposizione, importante e di utile dettaglio è stata la presentazione da parte del curatore della mostra Gabriel Bauret: “La selezione delle opere presentate in questa mostra è stata curata in gran parte dall'Atelier Robert Doisneau e ci tengo per questo a ringraziare molto le figlie Annette Doisneau e Francine Deroudille che si impegnano alla conservazione ed alla diffusione dell’opera del padre. Ringrazio inoltre mia moglie Chantal che con me cura questa esposizione.

L'allestimento segue un criterio cronologico, nel cui contesto si inserisce appunto anche la sezione inedita dedicata a un reportage realizzato da Robert Doisneau nel 1945 sui laboratori di arazzi di Aubusson, completata  dell'estratto di un film documenterio girato nel 1993 da Patrick Cazals, in cui vediamo Robert Doisneau fare ritorno a Aubusson.Non manca lo scatto del famoso bacio a Parigi, che in realtà non è uno scatto rubato ma commissionato. Si alternano in mostra foto commissionate ad esempio per alcune riviste con quelle che possiamo definire ‘della domenica’, ossia scattate non su richiesta ma per quella passione e desiderio di Doisneau di cogliere e raccontare.

Il percorso espositivo si chiude con opere e servizi fotografici risalenti all'ultimo periodo della carriera dell'artista. Un suggestivo montaggio fotografico e un plastico in scala progettato personalmente da Robert Doisneau contribuiscono a dare una nuova dimensione al suo lavoro, così come l'ingrandimento di alcuni dettagli fotografici che punteggiano l'allestimento e invitano i visitatori a entrare quasi nella trama dell'immagine. Le stampe, in bianco e nero ai sali d'argento su carta baritata, sono per lo più molto datate, alcune realizzate dal fotografo stesso hanno pertanto un valore inestimabile; quanto alle stampe recenti, una parte è stata prodotta dal suo stampatore storico e viene presentata qui per la prima volta. Da notare che le didascalie virgolettate poste sulle targhette sono state ideate dallo stesso Robert Doisneau.”

La mostra "Robert Doisneau. Trame di vita" al Filatoio di Caraglio sarà visitabile fino al 23 febbraio 2025, aperta il giovedì ed il venerdì dalle ore 15 alle ore 19, mentre il sabato, la domenica e nei festivi dalle ore 10 alle ore 19.

Ingresso ridotto per chi esibisce il biglietto della mostra "Elliott Erwitt. L'ideale fuggevole" che si inaugurerà oggi, venerdì 19 ottobre, alla Castiglia di Saluzzo e sarà visitabile anch’essa fino al 23 febbraio 2025.

L'esposizione, curata da Biba Giacchetti, è promossa e organizzata dal Comune di Saluzzo e Fondazione Artea e realizzata in collaborazione con la Fondazione Amleto Bertoni e Orion57. Ed è un pensiero colmo di ammirazione ed affetto quello che proprio Elliott Erwitt dedicò all’amico Robert Doisneau: “Si dice che i francesi siano il popolo più intelligente al mondo. Non sono però famosi per il loro senso dell'umorismo, in particolare non brillano per autoironia. I francesi sono un popolo di parole. Il loro straordinario talento per la logica e l'argomentazione è in grado di tramutare il nero in bianco e il bianco in nero, come se nulla fosse, costringendo i loro malcapitati interlocutori a cedere su tutta la linea! Timidezza e ritrosia sono caratteristiche raramente associate ai francesi. Robert Doisneau rappresenta una luminosa eccezione.

Perché nessuno potrebbe essere più francese, più intelligente, più a suo agio con le parole, e allo stesso tempo più gentile, visivo e ironico, più timido e riottoso, più capace di trasformare il bianco e il nero nelle immagini più straordinariamente divertenti e poetiche che si possano immaginare.Doisneau è una splendida contraddizione nonché un tesoro nazionale. I temi e i soggetti a lui cari sono modesti, locali, affatto drammatici, e sono i primi a perdere nella dura competizione per la pubblicazione. Sono però quelli che durano a lungo, migliorando a ogni visione, mentre i vincitori mostrano tutta la loro caducità e noia non appena l'inchiostro si asciuga.

Le profonde visioni che Doisneau ci offre sono quelle di un mondo che va rapidamente svanendo e che lui conosce bene: l'idea romantica della Francia affermatasi attraverso il grande cinema francese dalla fine degli anni Trenta agli anni Cinquanta... ma si trattava solo di film, con tanto di set e attori. Il mondo di Doisneau è immaginario ma reale, serio ma divertente, vero ma romantico e, soprattutto, umano e toccante.”

Beatrice Condorelli