Economia - 11 ottobre 2024, 09:15

Fotovoltaico in agricoltura: miti da sfatare e opportunità da scoprire

Perché l’integrazione tra energia solare e terreni agricoli non è una minaccia, ma un’opportunità sostenibile.

Il dibattito sull’uso dei terreni agricoli per installare impianti fotovoltaici è spesso alimentato da disinformazione. La credenza diffusa che il fotovoltaico sottragga risorse all'agricoltura e danneggi l'ambiente non rispecchia la realtà. In questo articolo, esploreremo i principali falsi miti legati all’integrazione del fotovoltaico e dell’agrivoltaico, mostrando come possano essere una risorsa preziosa per chi cerca di valorizzare i propri terreni in modo sostenibile.

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Falso mito 1: Il fotovoltaico ruba terreni all’agricoltura

Uno dei timori più diffusi è che gli impianti fotovoltaici sottraggano ampie porzioni di terreno all’agricoltura, compromettendo così la produzione alimentare. Tuttavia, questa affermazione è errata.

La verità è che l'Italia ha bisogno di incrementare la propria capacità fotovoltaica di 50 Gigawatt (GW) entro il 2030, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Questo richiederà circa 80.000 ettari di superficie, ma è importante considerare che:

Il 50% di questi impianti può essere installato sui tetti degli edifici, senza impattare sulle aree agricole.

La superficie agricola effettivamente necessaria sarà di circa 40.000 ettari, che corrispondono solo allo 0,2% della superficie agricola totale italiana.

Inoltre, l'1% della superficie agricola non utilizzata potrebbe ospitare impianti fotovoltaici, evitando così di compromettere terreni attivamente coltivati.

Quindi, è falso affermare che il fotovoltaico minacci seriamente le risorse agricole del Paese.

Falso mito 2: il fotovoltaico danneggia il paesaggio e compromette la biodiversità

Si sostiene spesso che gli impianti fotovoltaici abbiano un impatto visivo negativo e che compromettono la biodiversità. Tuttavia, queste preoccupazioni sono infondate.

I limiti paesaggistici

In Italia, le aree protette da vincoli paesaggistici o naturalistici sono tutelate e non possono ospitare impianti fotovoltaici a terra. Pertanto, i progetti fotovoltaici vengono realizzati solo in aree compatibili, senza compromettere i paesaggi di valore.

Biodiversità e fotovoltaico

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la presenza di pannelli fotovoltaici non danneggia la biodiversità. Alcune colture specifiche, come le piante aromatiche, foraggere e medicinali, possono essere coltivate tra le file di pannelli. Questo approccio crea habitat favorevoli per insetti impollinatori, migliorando la biodiversità locale.

Quindi, è falso che il fotovoltaico danneggi l’ambiente naturale o comprometta la biodiversità.

Falso mito 3: il fotovoltaico impedisce l’uso agricolo e zootecnico dei terreni

Un altro mito riguarda la presunta impossibilità di utilizzare i terreni per scopi agricoli o zootecnici se ospitano impianti fotovoltaici. In realtà, i terreni possono essere utilizzati in modo sinergico.

L’agricoltura sotto i pannelli fotovoltaici

L'agrivoltaico, un modello di sviluppo integrato, permette di coltivare tra le file dei pannelli fotovoltaici o di mantenere attività zootecniche. Questo approccio ha dimostrato di migliorare il benessere degli animali grazie all’ombreggiamento fornito dai pannelli, riducendo anche il consumo idrico. Considerando l’aumento delle temperature e la scarsità d’acqua dovuta ai cambiamenti climatici, questa soluzione rappresenta un vantaggio per gli agricoltori.

Quindi, è falso che il fotovoltaico impedisca l'utilizzo agricolo e zootecnico dei terreni.

Falso mito 4: la realizzazione di impianti fotovoltaici causa l’esproprio di terreni agli agricoltori

Un ulteriore mito è che i terreni agricoli vengano espropriati per la realizzazione di impianti fotovoltaici. La realtà è ben diversa. La legge italiana non consente l'esproprio di terreni per l’installazione di impianti fotovoltaici. Eventuali espropri possono avvenire solo per opere di rete, come la posa di cavi interrati, che non interferiscono con le attività agricole.

I proprietari terrieri sono liberi di decidere se vendere o concedere in affitto i propri terreni a chi installa gli impianti, oppure possono stipulare accordi che mantengono l’attività agricola mentre si produce energia rinnovabile.

Quindi, è falso che vi siano espropri forzati per gli impianti fotovoltaici.

Falso mito 5: l'agrivoltaico impoverisce economicamente il territorio

Contrariamente all'idea che l'agrivoltaico sia un danno economico per le comunità locali, questa soluzione può generare nuove opportunità di crescita economica per i territori rurali.

Benefici economici per gli agricoltori

Gli introiti generati dall'affitto di terreni per impianti fotovoltaici possono essere reinvestiti in miglioramenti fondiari, come:

Sistemi di raccolta e captazione delle acque per l’irrigazione a basso consumo.

Costruzione di stalle moderne.

Creazione di laboratori per la trasformazione dei prodotti agricoli.

Acquisto di nuovi macchinari per migliorare la produttività.

Questo tipo di investimento locale contribuisce a uno sviluppo sostenibile e alla crescita economica delle aree rurali, creando un circolo virtuoso tra energia rinnovabile e agricoltura.

Quindi, è falso che l’agrivoltaico impoverisca il territorio; al contrario, può rappresentare una grande opportunità di crescita.

Va tenuto presente, infine, che le energie rinnovabili permettono di ridurre il prezzo dell’energia elettrica, riducendo anche la dipendenza da fonti di energia non nazionali in maniera non impattante sull’ecosistema.

Se possiedi terreni agricoli o non utilizzati e desideri esplorare le possibilità di affitto o vendita per installazioni fotovoltaiche, contattaci all'indirizzo e-mail media@morenews.it.



 

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