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Cronaca | 03 ottobre 2024, 07:11

Processo agli ex sindaci di Vezza, Montaldo e Santo Stefano Roero: in aula sfilano i primi testimoni

La fase dibattimentale aperta ieri con una prima lunga udienza. Alla sbarra in dodici tra ex amministratori, professionisti e funzionari chiamati a rispondere di presunte malversazioni nella gestione di tre municipi

Il Tribunale di Asti

Il Tribunale di Asti

Dopo quelle tenute nei mesi scorsi per l’ammissione delle prove e le eccezioni preliminari, si è tenuta impegnando l’intera giornata di ieri, mercoledì 2 ottobre, la prima udienza dibattimentale del processo che il Tribunale di Asti ha aperto sulla scorta dell’inchiesta Feudo II, secondo capitolo dell’indagine con la quale la Procura della Repubblica astigiana punta a fare luce sulle presunte malversazioni che negli anni passati avrebbero per lungo tempo contraddistinto l’operato di alcune amministrazioni comunali della Sinistra Tanaro con l’interessata complicità di professionisti e funzionari pubblici

In dodici vennero rinviati a giudizio dalla Gip Beatrice Bonisoli su richiesta del pubblico ministro Davide Lucignani

Tra questi anche gli ex sindaci di Santo Stefano Roero, Renato Maiolo, imputato pure nel processo legato alla prima parte dell’indagine, oltre che in un terzo procedimento per presunti maltrattamenti commessi a carico di una dipendente comunale - difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio e dal collega astigiano Pierpaolo Berardi; l’ex sindaca vezzese Carla Bonino col suo vice Giuseppe Steffanino (la prima difesa dagli avvocati Elisa Anselmo e Marco Calosso, il secondo dalla collega albese Silvia Calzolaro), sempre presenti alle udienze tenute finora così come il collega Fulvio Coraglia, ex primo cittadino di Montaldo Roero

Insieme a loro figurano tra gli imputati la 56enne architetto braidese Cinzia Gotta (difesa dall’avvocato Malerba di Torino), l'ex responsabile del servizio finanziario dell'Unione di Comuni Federica Borello, 51enne di Sommariva Perno (difesa da Cristina Preti), il 61enne geometra albese Giovanni Careglio (difeso dal legale astigiano Pier Mario Morra), il 61enne imprenditore di Cavallermaggiore Felice Scotta, il 73enne perito industriale di Castagnole delle Lanze Piermichele Gallo, il 66enne professionista carmagnolese Aldo Pugnetti, il 64enne di Cherasco, anche lui professionista, Valter Peisino, e il 55enne funzionario della Regione Gianluca Comba, residente a Demonte e difeso dall’avvocato cuneese Alessandro Ferrero.  

L’udienza di ieri è stata dedicata alla lunga audizione con la quale il presidente del tribunale Elisabetta Chinaglia e i giudici Bertelli Motta e Dematteis hanno potuto ascoltare la ricostruzione dell’inchiesta compiuta dal primo testimone dell’accusa, che ha chiamato a deporre il maresciallo della Guardia di Finanza Pasquale Moltelo

L’ufficiale, componente del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo, ha così iniziato a illustrare ai giudici e ai presenti le evidenze di un’indagine nata come coda della prima inchiesta di Santo Stefano Roero e che ebbe un’accelerazione, con perquisizioni, sequestri e misure cautelari disposte nei confronti di numerosi indagati, quando si verificò la difficoltà di ottenere i documenti necessari agli accertamenti. 

Proseguita anche nel pomeriggio, la lunga udienza non è stata sufficiente a esaurire, da parte del teste, la lunga serie delle 24 voci contenute nel capo d’imputazione alla base di un processo che ha visto il Comune di Vezza d’Alba costituirsi parte civile col patrocinio dell’avvocato Giulio Calosso

L’audizione proseguirà insieme a quelle degli altri testimoni del pubblico ministero nel corso delle udienze calendarizzate per le date del 15 e 29 ottobre prossimi. 

Ezio Massucco

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