Economia - 03 ottobre 2024, 10:00

Allarme lavoro in Piemonte, dopo la disoccupazione il problema diventa la mancanza di persone da assumere

Confindustria accende un faro sullo scenario futuro. Accanto al tema delle competenze e degli effetti delle transizioni digitali (intelligenza artificiale compresa), inizia a pesare il calo demografico: non nascono più bambini

Lavoro e scenari futuri al centro del dibattito per Confindustria Piemonte

Una giornata per fare il punto della situazione sul Lavoro, perché in Piemonte (ma non solo) si rischia il ribaltamento della situazione: dal rischio disoccupazione, infatti, si sta passando al rischio di non trovare aspiranti lavoratori da assumere.

Le cause sono tante, alcune peraltro già approfondite in questi anni e legate soprattutto a una carenza di competenze: un po' perché le scuole non formano profili adeguati alle necessità delle aziende, un po' perché la transizione digitale (intelligenza artificiale in testa) propone sfide del tutto nuove e rivoluzionarie.
Ma a queste se ne aggiunge un'altra: esterna, latente, ma che nel corso degli anni ha preso forza tanto da apparire, al momento, irresistibile. Il calo demografico: non nascono più bambini, quindi ci saranno meno lavoratori in futuro.

Calo demografico e cambiamento di priorità

Se n'è parlato alla Città Studi di Biella con un evento organizzato da Confindustria Piemonte. Uno scenario che registra anche un cambiamento di "valori" da parte di chi cerca lavoro (o un impiego ce l'ha già). "Se dieci anni fa le priorità erano sicurezza e stabilità occupazionale - spiegano gli organizzatori -, oggi al primo posto troviamo l’equilibrio lavoro-vita privata, poi un’atmosfera piacevole, retribuzione e benefit interessanti e solo al quarto posto quelle che erano le priorità del 2014. È in corso un evidente cambiamento nel modello di società occidentale, dove spesso la domanda di lavoro supera l’offerta. Perciò le imprese devono comprendere ed interpretare nell’organizzazione aziendale questa mutazione, solo così saranno in grado di attrarre e trattenere, talenti e competenze".

Sei su dieci vogliono un datore di lavoro "resopnsabile"

E il cambiamento di valori non riguarda solo la vita privata, ma anche il modo in cui l'azienda si pone nel contesto generale. "Già oggi il 64% dei millennials non lavorerebbe in un’impresa non socialmente responsabile e con forti valori sociali, in grado di coniugare flessibilità e cambiamento". Di qui la necessità per le imprese di gestire con sempre maggiore attenzione il senso di quanto viene richiesto alla forza lavoro, unito ad un giusto riconoscimento salariale e un buon bilancio tra lavoro e vita privata.

"Da capitale umano a patrimonio umano"

Stiamo passando dal capitale umano al patrimonio umano. Il mercato del lavoro è diventato infinitamente più sofisticato, una mutazione tanto più complessa per un Paese come il nostro in cui le imprese hanno dimensioni ridotte, rispetto alle altre grandi potenze economiche - dice Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte -. Il modello organizzativo verso cui tendere deve esser quello dell’auto-direzione e della responsabilità verso i risultati. È questa una prima risposta possibile anche all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che cambierà l’attuale equilibrio nel mercato del lavoro”. 

Rischio neet e abbandono

Ma potrebbe non bastare, poiché l’Italia si trova ad affrontare anche un drammatico e rapido calo demografico, che si somma al tema dei Neet e all’elevato tasso di abbandono scolastico. "Servirebbero quindi percorsi tecnico/professionali terziari e ITS più attrattivi per giovani e famiglie, anche tramite un orientamento attivo a partire già dal 2° anno delle secondarie inferiori e dal 4° anno delle superiori. E poi un ulteriore sviluppo delle Accademie di Filiera del Piemonte come punto unico di contatto con le imprese. Altrettanto urgente è poi la valorizzazione del lavoro Stem, specialmente quello femminile poiché in Italia il 63% dei laureati è donna, ma solo una su tre di loro sceglie le materie Stem. Infine, il tema immigrazione per cui è necessario un contesto ordinamentale, con la ricerca di collegamenti con scuole estere e gestione della formazione, così da poter poi «importare» immigrati pronti al mercato del lavoro".

"Il futuro del lavoro richiede un cambiamento profondo nelle nostre politiche e strategie, un passaggio che può essere affrontato solo con una visione precisa e coraggiosa. Il Piemonte, con il suo tessuto industriale, la sua capacità manifatturiera e il dinamismo delle sue esportazioni, deve continuare a puntare su percorsi formativi innovativi per rispondere alle richieste di un mercato in costante evoluzione. Parallelamente, non possiamo ignorare il problema della denatalità, che rappresenta una delle maggiori sfide per il nostro futuro sociale ed economico. Come Regione, stiamo definendo politiche di welfare aziendale: abbiamo ampliato oraria degli asili nido e avviato le Accademie di Filiera, misure volte ad attrarre e trattenere sempre più persone e famiglie sul territorio”, spiega la vicepresidente e assessore all’Istruzione e al lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino

Formazione, competenze e welfare

Formazione, competenze e welfare sono gli elementi su cui puntare per intraprendere la sfida tecnologica e green che le imprese hanno di fronte e che deve essere affrontata partendo proprio dalla valorizzazione del capitale umano. Per Intesa Sanpaolo l’attenzione alle proprie persone è un fattore chiave e questo tema è inserito anche nell’offerta che la banca propone alle imprese clienti, con l’obiettivo di aiutarle a restare competitive attraverso corsi digitali, aule virtuali e progetti pratici che puntano a transizione sostenibile, soluzioni ESG, cybersecurity e strategie d’innovazione”, conclude Stefano Cappellari, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo.

Massimiliano Sciullo