Sanità - 23 settembre 2024, 16:53

Costi che superano il miliardo di euro: chi costruirà il nuovo ospedale di Cuneo?

Domani, in Prefettura, l'incontro con i rappresentanti del territorio. L'assessore Riboldi dovrà chiarire le indiscrezioni sulla non sostenibilità della proposta del partenariato pubblico privato. "Forte" di altri 400 milioni di fondi Inail, annunciati oggi

Costi che superano il miliardo di euro: chi costruirà il nuovo ospedale di Cuneo?

Domani, alle 15, in Prefettura a Cuneo, è in programma un vertice, la cosiddetta cabina di regia, per gli aggiornamenti sul nuovo ospedale di Cuneo.

Al tavolo dovrebbero esserci il presidente della Regione Alberto Cirio, l'assessore alla Sanità Federico Riboldi, dirigenti e funzionari dell'assessorato.

Convocati il presidente della Provincia Luca Robaldo, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, la sindaca di Borgo San Dalmazzo Roberta Robbione in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci dell'Asl Cn1; il suo omologo della Cn2, la sindaca di Santo Stefano Roero Facco Giuseppina. Ci saranno poi il direttore generale dell'Asl Cn1 Giuseppe Guerra, il commissario dell'Asl Cn2 e, ovviamente, il direttore generale dell'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, Livio Tranchida.

Che cosa dirà, domani, Riboldi? Quello che non ha detto chiaramente nella nota diramata lo scorso venerdì? Ossia che il partenariato pubblico privato non è sostenibile e il parere vincolante regionale è quindi negativo?

E' questo ciò che la platea si aspetta.

Sicuramente si presenterà con un asso nella manica: 400 milioni di euro aggiuntivi di fondi Inail per fronteggiare l’incremento del costi intervenuti e garantire così la realizzabilità tecnica di tutti i nuovi ospedali programmati in Piemonte. L'annuncio è stato fatto questa mattina in quarta Commissione, presieduta dal presidente Luigi Icardi, ex assessore alla Sanità regionale.

Di fatto significa che si tornerà al finanziamento dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (INAIL). 

Un ente con le casse piene ma con tempi lunghi e burocrazia farraginosa e che, ad oggi, dei cinque miliardi messi a disposizione per l'edilizia sanitaria (di cui 310 per l'ospedale di Cuneo) ne avrebbe speso meno dell'1,5%. Per gli ospedali piemontesi, però, arrivano altri soldi, portando il totale da 1,65 a 2,1 miliardi totali. 

Questa mattina Riboldi ha detto: “Lo strumento del partenariato pubblico-privato (Ppp) è efficace e stiamo ad esempio lavorando in questa direzione per l’ospedale di Alessandria e per quello di Cuneo, sulla strada indicata dal mio predecessore. Tuttavia, l’importante incremento di fondi Inail ci garantisce la possibilità di sostenere tutte le operazioni e di avere le spalle coperte, qualora i Ppp non andassero a buon fine”.

Mani avanti, insomma. Di nuovo.

Ma torniamo al PPP annunciato a gennaio scorso e al cronoprogramma come da foto a corredo dell'articolo.

In Regione i pareri degli advisor e dello stesso Livio Tranchida sono arrivati a fine maggio, pochi giorni prima delle elezioni regionali che hanno riconfermato Alberto Cirio alla presidenza.

Era previsto nel cronoprogramma presentato a gennaio 2024 che, fino a maggio, era stato rispettato: l'analisi da parte degli advisor e dell'ASO del Piano di fattibilità tecnico economica adeguato dal proponente dopo le indicazioni dell'advisor stesso e la trasmissione degli esiti dell'analisi in Regione hanno infatti rispettato la scadenza del 30 maggio.

Poi ci sono state, appunto, le elezioni regionali. E non ci sono stati i passaggi successivi stabiliti e mostrati a tutti: la validazione del nuovo PFTE e la dichiarazione del "parere vincolante" della Regione con la dichiarazione di fattibilità.

Non solo per il cambio di assessore alla Sanità. Ma perché i costi di realizzazione dell'ospedale sarebbero saliti del 22%, arrivando a circa 600 milioni (dai 410 di partenza). Più o meno la stessa cifra è prevista per tutti i servizi, arrivando ad un totale di circa 1,2 miliardi di euro. Cifra che si tradurrebbe in un canone annuale, per l'azienda sanitaria, insostenibile.

Nessuno, dopo lo stralcio del primo cronoprogramma e le dimissioni della Azzan, nel 2023, aveva più parlato di cifre. Non si conoscono ancora quelle esatte, mai svelate, ma sicuramente sono salite di molto, tanto da far ritenere la scelta del PPP non più sostenibile. 

Non solo. A quanto si apprende, sono molti i dubbi anche rispetto alla scelta di collocarlo a Confreria. Un'opera di quel tipo, infatti, richiederebbe un totale stravolgimento della geografia e della viabilità di quell'area. 

Parliamo, infatti, di 200 mila metri quadri di superficie, di cui 160 di area sanitaria e i restanti adibiti ad aree verdi e parcheggi. Praticamente un nuovo paese, totalmente da pensare in tema non solo di viabilità, ma anche di servizi, trasporti, ospitalità.

Di cui per ora esiste solo un progetto su carta e una previsione di costi sui quali domani si pronuncerà la Regione, cui spetta l'ultima parola. 

Barbara Simonelli

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