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Economia | 21 settembre 2024, 07:00

Gli inquietanti collegamenti fra la politica di Kiev e l’odio verso Trump

Dopo un altro tentativo di assassinio su Donald Trump pure la stampa mainstream vive un momento di confusione

Gli inquietanti collegamenti fra la politica di Kiev e l’odio verso Trump

Dopo un altro tentativo di assassinio su Donald Trump, pure la stampa mainstream vive un momento di confusione o forse - speriamo - di riflessione. Come riporta il sito Strumenti Politici, i grandi media non possono negare che siano in circolazione fanatici armati che desiderano due cose che ritengono collegate: la vittoria ad ogni costo dell’Ucraina e la fine (politica o fisica) di Trump. Era proprio il caso dell’ultimo sparatore, Ryan Routh. Così il mainstream sposta l’attenzione sul Cremlino, accusandolo di speculare e di propagandare l’esistenza di rapporti pericolosi fra Kiev e gli aspiranti attentatori. Certamente è un’ipotesi esagerata, ma a ben guardare vi sono dei punti inquietanti. Gli atti di violenza verificatisi da giugno in poi, nella campagna elettorale europea prima di tutti, avevano come vittime soggetti che non seguivano la linea ufficiale dell’Occidente sull’Ucraina o la contestavano apertamente. Si pensi al presidente polacco Fico, vivo per miracolo dopo cinque colpi di pistola. Poi naturalmente gli attentati a Trump, che da mesi dice di voler mettere termine al conflitto in un giorno solo. I media mainstream gli hanno attribuito la responsabilità di aver bloccato i finanziamenti e l’assistenza militare all’Ucraina e lo hanno descritto senza mezzi termini come “nemico” di Kiev, come odiatore degli ucraini e anche molto peggio. Sembra lecito ipotizzare che quelle parole abbiano avuto un effetto dirompente su Routh, che è stato più volte a Kiev e ha cercato di reclutare volontari da mandare al fronte. Ma a differenza di quanto detto da alcuni, non ha partecipato a un video pubblicitario di BlackRock, la grande finanziaria americana che si è fatta carico di ricostruire l’economia ucraina. Vi aveva invece preso parte l’attentatore di luglio, il ventenne di cui ancora non hanno pienamente spiegato il movente.

Richy Garino

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