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Attualità | 19 settembre 2024, 14:55

Quale futuro per gli ex Lavatoi di Cuneo? Il Comune ha le idee chiare: "Sarà commerciale"

In definitiva, ciò che è stato negli ultimi 18 anni, un locale da aperitivi e ballo, luogo di aggregazione in città. Ieri sera la commissione consiliare, in vista della scadenza dell'attuale concessione di 20 anni e del bando che individuerà il nuovo gestore

Quale futuro per gli ex Lavatoi di Cuneo? Il Comune ha le idee chiare: "Sarà commerciale"

Quale futuro per gli ex Lavatoi di Cuneo, dopo vent'anni di concessione? Se ne è parlato ieri sera in Municipio, in sede di II Commissione consiliare. 

Un locale che, ristrutturato in modo importante e nato con l'idea di farne un luogo di cultura, è diventato, nei fatti, un locale per aperitivi e serate, con musica. Un luogo di aggregazione per giovani e meno giovani, nel centro storico.

La concessione venne data alla Tucspo a 250 euro l'anno. Una cifra irrisoria ma giustificata dall'imponente opera di ristrutturazione che venne fatta intercettando risorse della Regione e della Fondazione CRC.

Costo degli interventi, all'epoca: 400 mila euro. Tra gli obblighi del concessionario, quello di avere cura anche dell'area attorno al locale.

La storia dell'edificio di via della Pieve è stata al centro della commissione, con l'assessore Alessandro Spedale che ne ha ripercorso le tappe, evidenziando come sia necessario procedere ad una nuova concessione, ma non prima di aver fatto una radiografia dell'edificio stesso, per valutare e computare gli interventi che quasi certamente si dovranno fare, a partire dall'impiantistica, vecchia, appunto, di vent'anni.

Questo comporterà una proroga della concessione, in scadenza ad ottobre. Giusto il tempo per valutare lo stato del manufatto, confezionare un nuovo bando e trovare, quindi, un nuovo gestore per i prossimi 20 anni, che si faccia ovviamente carico degli eventuali lavori da fare. 

Quale la vision del Comune, proprietario dell'immobile, per quell'edificio? Commerciale. Su questo l'assessore Spedale è stato molto chiaro. Si procederà con una concessione amministrativa, l'unica possibile per un bene vincolato, prediligendo l'aspetto commerciale. Rimarrà, pertanto, un locale, come lo è stato negli ultimi 18 anni, anche se il bando del 2004, in realtà, prevedeva altro.

Su questa finalità si è scatenata la minoranza, a partire dal consigliere Beppe Lauria. Inevitabile tornare a parlare di un altro bene, sempre del Comune e sempre dato in concessione amministrativa: Tettoia Vinaj.

"Perché - ha tuonato il consigliere - per Tettoia Vinaj è prevista una concessione amministrativa che abbia una valenza socio culturale e per gli Ex Lavatoi si punta ad una gestione dichiaratamente commerciale? Mi sento preso in giro. Anzi, state prendendo in giro la città".

Dello stesso avviso Ugo Sturlese: "Fino ad ora avevate sostenuto che c'erano dei luoghi per i quali oltre al fattore economico commerciale doveva esserci una finalità di scopo, come per Tettoia Vinaj, per gestire la quale è necessario avere un progetto anche sociale e culturale. Adesso ci venite a dire che per gli ex Lavatoi la gestione sarà solo commerciale. Quale visione ha il Comune? Manca una strategia complessiva".

Diversi gli interventi e le sollecitazioni da parte dei consiglieri presenti rispetto ad un immobile che, in questi anni, ha comunque avuto una funzione aggregativa importante per la città. In un contesto in cui, tra l'altro, l'offerta di spazi di cultura è nel frattempo aumentata e cambiata. Basti pensare al Rondò o alla futura nuova biblioteca o a Santa Chiara. E' necessario un altro spazio culturale quando il mondo giovanile chiede spazi di divertimento e socialità?

Per l'amministrazione, evidentemente, no. Gli ex Lavatoi possono continuare ad essere uno spazio di concessione amministrativa con una vocazione commerciale. Diversa, come ha spiegato l'architetto Anna Bertola, la situazione di Tettoia Vinaj, che si colloca in un'area, piazza Foro Boario, direttamente collegata al locale, con vocazione di manifestazioni e di socialità dovute al luogo stesso in cui sorge. 

"Quell'operazione rientrava in un progetto di rigenerazione urbana. Inoltre, l'autorizzazione alla concessione di quel bene, da parte della Soprintendenza, prevede espressamente un tipo di destinazione sociale e culturale. Non è così. invece, per gli ex Lavatoi", ha spiegato.

Nessuna incongruenza, insomma, da parte del Comune, ma piuttosto una scelta: la concessione amministrativa prevede di poter prediligere in modo discrezionale la linea di interesse socio culturae o quella più squisitamente commerciale e di lucro. Fermo restando che il lucro, per un'attività che vuole stare in piedi, è condizione necessaria.

Le conclusioni sono state dell'assessore Spedale: "Siamo all'inizio del percorso. Ora valuteremo le condizioni del manufatto per poter predisporre un bando con una fotografia degli eventuali interventi necessari. La funzione dei Lavatoi, in questi anni, non è stata quella culturale intesa come convegni, mostre ecc. Non è questa la sua vocazione, ma non escludiamo che, almeno in parte, possa esserlo. La sua funzione, però, nel contesto della città, vogliamo che sia un'altra".

Barbara Simonelli

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